Cinque giocatori che non ricordavi con le maglia di Chelsea e Real Madrid

Dopo la breve e indolore esperienza della SuperLega, due delle iscritte a questo fantomatico nuovo torneo internazionale si sfidano a Valdebebas per la prima semifinale di questa Champions League 2021. Da una parte il Real Madrid di Zidane e dall’altra il Chelsea di Tuchel, vera rivelazione della stagione che vuole continuare a stupire e tornare in finale dopo nove anni. Blancos e Blues si affrontano per la prima volta nella Coppa dalle Grandi orecchie, ma in passato qualcuno di loro ha vestito le loro maglie e forse non ricordavate questi cinque.

LASSANA DIARRA
Il numero dieci del Real Madrid è un numero importantissimo e rare volte viene affidato a un giocatore non propriamente offensivo. Lassana Diarra è stato uno dei pochi registi ad avere questo incredibile onore, anche se non riuscì a convincere proprio tutti. Dopo il promettente inizio con il Le Havre venne acquistato solo ventenne nel 2005 dal Chelsea dove vinse immediatamente la Premier League ma da comprimario, con Mourinho che lo fece rimanere per due anni giocando però molto poco. Il passaggio all’Arsenal fu anche peggiore, ma il Portsmouth gli permise di rilanciarsi a grandi livelli e nel 2009 venne acquistato dal Real Madrid. A gennaio non riuscì ad aiutare i Blancos a vincere la Liga e sia con Pellegrini che con Mourinho visse annate particolari. I tecnici lo ritenevano molto importante, ma la tifoseria non lo vedeva di buon occhio, troppo poco dedito allo spettacolo, tanto che in quattro anni segnò solo una rete. L’esperienza spagnola lo marchiò a tal punto che volò in Russia prima all’Anzhi e poi alla Lokomotiv Mosca, prima di passare a Marsiglia, Al Jazira e Paris Saint Germain.

 

MICHAEL ESSIEN
È stato uno dei migliori centrocampisti africani della storia, giocatore capace di unire qualità e quantità, ma che forse è durato per troppo poco tempo. Michael Essien è stato considerato il vero metronomo e cervello per tantissimi anni del Chelsea prima di Mourinho e poi di Ancelotti, capace di formare con Frank Lampard una mediana da sogno. Iniziò in Francia, prima al Bastia e poi con la consacrazione al Lione e nel 2005 passò ai Blues di Londra dove in sette anni vinse tutto, compresa quella tanto attesa Champions League che arrivò proprio alla fine del suo percorso inglese nel 2012. A trent’anni era fuori dal progetto Di Matteo, ma non era considerato ancora finito e così fu il Real Madrid ad acquistarlo per volere proprio di José Mourinho che ben lo conosceva. Nella Capitale però fu poco più che una comparsa e ormai non era più quel giocatore completo di un tempo, ma riuscì comunque a segnare due reti prima di tornare al Chelsea per un breve periodo e ripartire dal Milan dove fu un disastro totale. Dopo il rossonero varie esperienze nei campionati minori con l’addio al calcio nel 2020.

 

SAMUEL ETO’O
Vincere tre titoli in una sola stagione è difficilissimo e in pochi ce l’hanno fatta. Il campo si restringe ancora di più se a fare questa impresa epica ci si è riusciti in più di un’occasione, ma solo uno ce l’ha fatta per due anni consecutivi e con due maglie diverse: Samuel Eto’o. Un campione assoluto il camerunese in grado di lasciare un segno indelebile nelle storia delle squadre per le quali ha giocato e senza dubbio Barcellona e Inter sono state le sue tappe più importanti e più belle. Dopo gli anni in patria al Kadji, fu il Real Madrid ad accorgersi di lui portandolo nella Capitale a soli quindici anni, ma la giovane età e la grande concorrenza gli fecero solo assaggiare il grande calcio. Giocò tre partite in Liga e vinse anche la Champions 2000 da comprimario prima del passaggio a Maiorca che fu fondamentale per la sua carriera e i diciassette gol della stagione 2003-04 fecero sì che il nuovo Barcellona di Rijkaard puntasse su di lui in attacco. Con Ronaldinho ebbe sempre un’intesa pazzesca e nei primi due anni arrivarono altrettanti campionati spagnoli e una Champions League timbrata proprio da Eto’o che realizzò l’1-1 contro l’Arsenal. Dal. 2006 al 2008 fu tempestato dagli infortuni e i blaugrana ne risentirono e non poco lasciando così campo libero ai rivali del Real. Nel 2008 arrivò Guardiola e il rapporto fu di amore, poco, e odio, tanto. Il tecnico catalano provò a spingere per la cessione del numero nove africano già al primo anno ma per sua fortuna rimase al Camp Nou dove vinse il primo Triplete segnando ancora in finale contro il Manchester United. I rapporti erano però ormai deteriorati e in una maxi operazione di mercato Eto’o passò all’Inter e in nerazzurro continuò a essere decisivo. Non più centravanti, ma esterno e faticatore per la squadra e da vero jolly di Mourinho vinse tutto anche nel 2010 nonostante un non altissimo rendimento in zona gol. L’anno seguente però torna a comandare l’attacco e a fine anno furono ben trentasette i suoi centri stagionali, ma era stato così profilifico. L’Inter però stava vivendo dei momenti difficili a livello economico e l’Anzhi offrì tantissimi soldi a Eto’o che a sorpresa decise di andare in Russia dove iniziò il declino della sua carriera. Passò anche al Chelsea dove venne ricordato più per l’esultanza mimando la sua ormai non più giovane età che per i suoi reali meriti in campo e dopo solo una stagione passò all’Everon, prima di chiudere nel 2019 con il Qatar SC.

 

GEREMI
Esterno a tutto campo, capace di giocare sia da terzino che da centrocampista avanzato è stato tra i più interessanti prospetti del calcio africano senza mai realizzarsi completamente. Geremi iniziò giovanissimo nel suo Camerun con il Racing Baffousam prima di essere acquistato a sorpresa dai paraguaiani del Cerro Porteño. L’approdo in Europa arrivò poco dopo grazie ai turchi del Gençlerbirliği e nel 1999 ecco che arrivò la clamorosa chiamata del Real Madrid. Con i Blancos divenne una preziosa riserva e vinse due Champions League tra il 2000 e il 2002 segnando una sola rete contro il Bayern Monaco. Dopo la Spagna fu la volta dell’Inghilterra e al Middlesbrough disputò la sua miglior stagione, segnando addirittura sette reti meritandosi così l’approdo al Chelsea. Vestì la maglia dei Blues per ben quattro stagioni e dopo una buona prima annata con Ranieri divenne riserva con Mourinho, ma lasciò vincendo due campionati nel 2005 e nel 2006. Passò al Newcastle prima di giocare in svariati campionati minori e chiudere in Macedonia con la maglia dell’Ohrid.

 

CHRISTIAN PANUCCI
Terzino o centrale all’occorrenza Christian Panucci è stato un giramondo del calcio. Dopo i primi anni al Genoa fu Fabio Capello a volerlo al Milan prima, al Real Madrid poi e alla Roma infine. In Spagna arrivò nel gennaio del 1997, giusto il tempo di entrare a far parte della squadra che vinse il campionato a fine anno ma il meglio sarebbe dovuto ancora a arrivare. Nella stagione successiva Panucci divenne campione d’Europa giocando da titolare la finale di Champions League contro la Juventus e a fine anno si laureò campione del mondo contro il Vasco da Gama. La sua avventura madrilena finì nel 1999 quando passò all’Inter per volere di Marcello Lippi, ma in nerazzurro le sua avventura non decollò mai. Dopo un solo anno tornò all’estero e fu l’Inghilterra ad accoglierlo con il Chelsea pronto a farlo diventare grande in Premier ma fu un fallimento. Solo otto partite nel nel girone d’andata e la cessione già a gennaio in Francia al Monaco. Nel 2001 passò alla Roma, probabilmente il suo vero amore, dove passò otto grandi stagioni prima di chiudere la carriera a Parma.

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