Il Milan di Conceiçao è in caduta libera: ko anche a Bologna e scivolano all’ottavo posto in classifica, distante otto punti dell’Europa che conta. Allo status quo, è tutto come prima dell’arrivo del nuovo tecnico. I rossoneri, se il campionato finisse oggi, sarebbero fuori dall’Europa. Sul banco degli imputati, inevitabilmente, finisce l’allenatore che può aggrapparsi solo alla semifinale di Coppa Italia per non rendere fallimentare la sua esperienza in rossonero.
Il Milan attraversa una fase involutiva profonda. È una squadra in confusione, spenta, complici le scelte del proprio allenatore. Sedici le panchine rossonere di Sergio Conceiçao, altrettante le formazioni messe in campo dal 1’ di gioco. Risultato: questa squadra ha perso le poche certezze che aveva con Fonseca, conservando e se possibile acuendo i difetti atavici di personalità e concentrazione. In sintesi: il Milan di Conceiçao, al netto dello sfogo in conferenza stampa del tecnico che chiede rispetto, ha la stessa discontinuità di rendimento, anche nella stessa partita, del precedente, con l’aggravante di esprimere un calcio peggiore. E non c’è neanche più l’alibi del calendario ingolfato. I risultati continuano a non arrivare.
Al netto delle proiezioni, preoccupano le prospettive. I nuovi arrivi non riescono a incidere, l’idea di mettere insieme i “magnifici quattro” è stata riposta immediatamente nel cassetto, ma anche tornando all’antico i risultati non sono migliorati. Il Milan, che non viveva una stagione così complicata da tanto tempo, deve tornare ad essere una squadra presente a sé stessa per tutti i 90’ di gioco senza andare a caccia di un colpevole. Anche perché se il progetto, al netto di un intervento massiccio sul mercato, non decolla è legittimo interrogarsi in toto: l’unica certezza è che in panchina, in campo e negli uffici, quella intrapresa non è la strada giusta.
Con queste premesse, la stagione del Milan può dirsi di fatto conclusa già a febbraio. Il rendimento di questa stagione ne rispecchia le problematiche: sette partite perse su 26 rappresentano un ruolino di marcia che non ha bisogno di molti commenti. Solo nel 2017/2018 e nel 2019/2020 il Milan ha avuto un ruolino di marcia peggiore e in entrambi i casi il piazzamento finale dei rossoneri in campionati è stato deludente. Sesta posizione. Replicare sarebbe un danno enorme, anche dal punto di vista finanziario. Il Milan ha anticipato gli investimenti nella finestra di gennaio proprio per centrare la Champions League e rientrare delle spese. Non riuscirci, significa complicare enormemente la gestione economica. Quanto alla tecnica, la posizione di Sergio Conceiçao è poco solida.
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