Calcio

Conte e Lukaku: storia e perché di un amore calcistico

Il Chelsea non molla Lukaku e Conte continua ad aspettare. Nel frattempo il Napoli deve dimenticare l’esordio scioccante contro il Verona e lo 0-3 incassato al “Bentegodi”. Il Bologna, prossimo avversario degli azzurri, non è esattamente l’avversario più comodo per rompere il ghiaccio in campionato. In realtà, nessun rivale può essere messo sotto dal Napoli visto a inizio campionato. Anche per questo, Aurelio De Laurentiis sta premendo sull’acceleratore per consegnare al tecnico i “desiderata”. Resta da spuntare il nome di Romelu Lukaku, quasi una conditio sine qua non per Antonio Conte.

Perché Conte non può fare a meno di Lukaku

Resta da capire, specialmente se non si sblocca la trattativa per un trasferimento di Osimhen, cosa spinga l’allenatore del Napoli a una intransigenza ferrea sull’arrivo di Romelu Lukaku. Sul calciatore non si scende a compromessi. Non si deve provare a portarlo a Napoli. Si deve. Per ricucire una storia di amore calcistico che ha del fideismo e affonda le radici nelle caratteristiche tecniche e fisiche del belga. Il prototipo dell’attaccante ideale per Antonio Conte. Il tecnico, sin dai tempi dell’Inter, ha sempre definito Lukaku un attaccante speciale, perché riesce a fungere da punto di riferimento in area di rigore ma è anche capace di attaccare lo spazio partendo da lontano e cucire l’azione con qualità. Insomma, il terminale offensivo ideale per l’idea di gioco di Antonio Conte che ha sempre sposato l’idea dell’attaccante grande accanto a quello piccolo.

Perché Lukaku non può fare a meno di Conte

Conte e LukakuConte e Lukaku
Immagine | Ansa

Non è da sottovalutare anche il feeling fra Lukaku e Conte. Il tecnico ha una stima immensa del calciatore, sentimento ampiamente ricambiato, con gli interessi. Sia in campo che fuori. Lukaku ha bisogno di sentirsi al centro del progetto e fondamentale per la squadra in cui gioca, ma ha anche bisogno di essere allenato in un certo modo per non perdere potenza conservando l’agilità. Quando ha lavorato con Conte, il belga, per la prima volta nella sua carriera, è diventato un calciatore da venti gol a stagione in campionato con continuità. Prima del biennio con l’Inter (23 e 24 gol in serie A) solo una volta, con l’Everton, ne 2016/2017, Lukaku era riuscito a segnare più di 20 gol. E poi è vero che Antonio Conte conosce Lukaku e viceversa, ma è altrettanto innegabile come il belga conosca e si sia ambientato benissimo in serie A, come testimoniano le 21 reti messe a segno con la maglia della Roma. Una quota suscettibile di variazione verso l’alto potrebbe spostare gli equilibri e capovolgerli, esattamente come una stagione che sembra nata sotto i peggiori auspici.

Pasquale Luigi Pellicone

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