Darwin Núñez, gol e sacrifici per una cessione da record

Centravanti, merce sacra in Uruguay, una terra che con gli attaccanti ha sempre avuto forti rapporti d’amore. Una delle stelle pronte a esplodere è quella di Darwin Núñez dell’Almería, pronto a entrare nella storia come la cessione più cara della storia della Segunda División spagnola.

Ha una clausola di 21 milioni e il club andaluso lo cederà solo nel caso dovessero pagare quella cifra, dato che le offerte non mancano e non c’è necessità di trattare. D’altronde un talento così è difficile trattenerlo in una Serie B, per quanto prestigiosa, e dato il blasone dei club che lo seguono è facile immaginarlo anche in un contesto già competitivo dove mettersi alla prova.

La sua ascesa è stata graduale, ma ha ancora tutto un futuro davanti a sé: è un classe 1999 già capace di approcciare in maniera positiva nel calcio europeo con 16 gol in campionato ala sua prima stagione in Spagna, vero sì in una squadra di Segunda che lottava per la promozione, ma l’impatto è stato sicuramente molto positivo.

Soprattutto perché sembrano esserci grandi margini di crescita per questa punta dotata di un gran fisico, ma anche di un ottimo gioco di gambe ed esplosività, tanto che in carriera qualche rara volta è stato messo anche come esterno d’attacco.

Per chi si chiedesse come mai un talento così forte sia finito all’Almería le risposte non sono poi così difficili. Primo, la squadra dello sceicco Al-Sheik è una realtà che ha voglia di tornare in fretta in Liga e pur avendo fallito la promozione di quest’anno punta forte su colpi di una certa importanza; secondo perché il suo talento ha dovuto fare i conti con una storia di grandi difficoltà che hanno messo a rischio anche la sua carriera da calciatore.

Innanzitutto viene da un paese molto povero, Artigas, cittadina fluviale di confine con il Brasile in cui la gente spesso perde tutto ciò che ha per via delle inondazioni. Tante difficoltà economiche familiari (tanto che per mangiare rimaneva a scuola invece di tornare a casa) per una storia tipicamente sudamericana in cui è la carriera calcistica del ragazzo a salvare tutta quanta la famiglia: ma qui c’è molto di più, perché Darwin Núñez nonostante un talento incredibile ha rischiato seriamente di dover smettere a giocare.

Prima per dei problemi familiari seri, giunti quando era stato già preso dal Peñarol, che di fatto sacrificato la carriera di suo fratello maggiore (anche lui giocatore del Manya), tornato a casa ad Artigas, e poi per dei problemi fisici molto seri.

A 16 anni, vicino al debutto in prima squadra, Núñez si ruppe il crociato e rimase un anno e mezzo senza poter mettere piede in campo. Momento terribile della sua carriera, tanto che pensò anche di dover lasciare il calcio e tornare a lavorare in famiglia. Al suo ritorno il Peñarol forzò il suo debutto in prima squadra e nonostante lui non si sentisse pronto per giocare andò comunque in campo, rompendosi di nuovo il ginocchio, stavolta la rotula, per un’altra operazione con tempi molto lunghi.

Eppure nonostante ciò è riuscito a emergere, a fare la differenza. ora dopo un anno in Spagna lontano da questo tipo di problemi è pronto per una grande occasione in un massimo campionato e per provare a entrare nel giro della nazionale uruguaiana maggiore che sa bene come lanciare i suoi talenti, soprattutto se si parla di punte. E nessuno più di Darwin Núñez merita un’occasione del genere.

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