Defoe 2.0: il ritorno in nazionale a 34 anni, il goal, e il sogno chiamato Russia 2018

Per Jermain Defoe il ritorno in nazionale bagnato dal goal alla Lituania nella partita valevole per le Qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 è la ciliegina sulla torta di una stagione giocata ad alti livelli con la maglia del Sunderland, realizzando fin qui 14 delle 24 reti totali dei Black Cats. Tutto questo nonostante la carta d’identità indichi: anno di nascita 7 ottobre 1982.

Tra West Ham e Tottenham

Che Defoe fosse un predestinato lo si intuì quando a soli 16 anni passò dal Charlton al West Ham, dapprima giocando con l’Academy dove vinse il campionato di categoria, poi esordendo a 18 anni in coppa di lega con la prima squadra segnando subito il goal della vittoria. L’anno seguente fu mandato a farsi le ossa al Bournemouth dove andò a segno ben 18 volte in 29 partite convincendo così la dirigenza degli Hammers a riportarlo a Boleyn Ground nella stagione successiva. Nei primi 2 anni in claret & blue continuò la sua crescita realizzando un buon numero di reti nonostante non fosse impiegato con regolarità tra i titolari. La retrocessione al termine della stagione 2002-2003 e il contratto in scadenza spinsero Defoe a prendere la decisione di cambiare aria attirandosi l’ira dei tifosi del club londinese per la mancanza di riconoscenza verso il club che l’aveva lanciato. Lo stesso club decise comunque di non lasciarlo partire all’inizio dell’avventura stagione seguente, ma dovette cambiare idea alla luce del rendimento del giocatore e per il clima creatosi intorno a lui. Fu così che nel mercato di gennaio Defoe passò al Tottenham dove come di consueto segnò all’esordio, e dove rimase 4 anni senza vincere trofei, ma segnando in tutte le competizioni. Nel 2008 si trasferì al Portsmouth sempre a gennaio e neanche a dirlo bagnò la sua prima partita con la nuova maglia con un goal. L’esperienza con i Pompies si concluse dopo un anno e mezzo con 15 reti all’attivo, per poi ritornare a White Hart Lane dove rimase fino al 2014 realizzando tra l’altro 5 reti in una sola partita (contro il Wigan), e diventando il miglior marcatore per gli Spurs nelle competizioni europee con 23 goal, entrando così nella storia del club.

Una fase nuova della carriera

Alla fine della stagione 2014 Defoe sceglie di emigrare in Canada per giocare la MLS con Toronto attratto da un ricco accordo economico. Tale decisione appare come una chiara intenzione di abbandonare il calcio che conta privilegiando il portafoglio, avendo firmato un ricco quadriennale con il club canadese. L’esperienza oltreoceano però dura soltanto una stagione e il richiamo della Premier League torna a farsi sentire. Il Sunderland lo riporta a casa e lui immancabilmente ripaga il suo nuovo club con goal spesso decisivi e con prestazioni di alto livello che trascinano tutta la squadra impegnata nella lotta per non retrocedere. Con i Black Cats Defoe raggiunge il traguardo dei 150 goal in Premier oltre ad andare a segno per il sedicesimo anno consecutivo. Non mancano nemmeno le voci di mercato che lo vorrebbero al West Ham dalla prossima stagione, per quello che sarebbe il ritorno nel club che lo ha visto muovere i primi passi nel calcio che conta.

La storia con la nazionale dei 3 Leoni

La carriera di Defoe con la maglia della nazionale maggiore ha inizio nel 2004 quando viene convocato da Sven Goran Eriksson che lo farà esordire a Göteborg contro la Svezia. Lo stesso tecnico lo escluderà però sia dagli Europei del 2008 che dai Mondiali 2006. Tornerà a vestire la maglia con i 3 leoni prima sotto la gestione Mc Claren poi con Fabio Capello e Roy Hodgdon partecipando ai Mondiali 2010 e agli Europei 2012. Ed è proprio l’allenatore svizzero a chiudergli momentaneamente le porte della nazionale inglese dopo l’amichevole contro il Cile nel novembre 2013. Dopo l’ultima apparizione sono passati esattamente 4 anni e 1217 giorni, e stavolta è Gary Southgate a richiamarlo in occasione dell’amichevole contro la Germania, e per il match di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 contro la Lituania. Ed è proprio contro la formazione baltica che ritrova il posto da titolare segnando il goal del vantaggio inglese. La sua prestazione è l’ennesima dimostrazione del suo infinito talento che allontana ancora una volta i dubbi degli scettici dovuti principalmente all’età avanzata.

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