Diario Euro U21, day 1: l’inaugurazione

L’estate senza Europei o Mondiali dà quel senso di vuoto che un amante del gioco del calcio può colmare solo “accontentandosi” del meglio del programma estivo targato FIFA. Questa stagione estiva comincia senza grandi manifestazioni ma con i riflettori puntati su Euro U21 Polonia 2017 e sulla Confederations Cup. E’ la presenza dell’Italia a caricare di attese il torneo giovanile più importante del Vecchio Continente e quello che spinge il sottoscritto a pubblicare quotidianamente impressioni e sensazioni in questo spazio che fungerà come un vero e proprio diario.

Già, diario nel vero e proprio senso del termine, sfruttando quella radice latina di Dies-Diei (giorno) che rende l’idea della quotidianità dell’appuntamento. E così a fine giornata quando i riflettori degli stadi sono spenti ci si può dedicare a buttar giù i pensieri e a tirare le some di quella che è stata una delle tante tappe di questo Europeo.

La prima pagina lascia spazio alle sensazioni della giornata d’esordio, quella che ha visto scendere in campo sia i campioni in carica che il paese ospitante, curiosamente inseriti entrambi nello stesso girone.

Non c’è ancora posto per l’Italia: le emozioni che trasmetteranno gli azzurrini cominceranno ad arrivare domani per la vigilia ma soprattutto domenica con l’esordio, ora è ancora tempo di parlare di altro. Possiamo parlare di una Svezia che ben figura ma non dà l’immagine del campione in grado di confermarsi: ottima l’analisi tecnica fatta all’Inghilterra, colpita e straziata sui suoi punti deboli che in questo Europeo sembrano essere gli esterni di difesa.

La Svezia, è quadrata, ordinata, non spettacolare ma nel complesso convincente. E poi ci sono loro gli inglesi, intenzionati a cancellare la più grande croce della propria storia: i calci di rigore. Pochi giorni fa l’Under 20 ha vinto il Mondiale di categoria grazie ad un rigore parato, oggi comincia Euro U21 con la stessa situazione. Davvero clamoroso vedere gli inglesi gioire dopo dei tiri dal dischetto ma la novità del calcio sta proprio qui. La squadra appare comunque abbastanza povera dia cuti, non ancora inquadrata per replicare le gesta dei più giovani campioni del mondo anche se questo girone offre margini per migliorarsi.

Poi tocca alla Polonia, al paese organizzatore. Beh, dire che mi aspettavo qualcosa in più è quantomeno riduttivo, considerare meritata la vittoria ella Slovacchia è invece opportuno. Deluso dal non vedere Dragowski tra i pali per tornare ad assistere alle sventure di un pessimo Wrabel, già protagonista in negativo nell’amichevole con i nostri azzurrini nel marzo scorso. lascia l’amaro in bocca anche la mancata affermazione di Kaputska che si fa anche male e rischia di non potersi far apprezzare neanche in questa manifestazione.

E chiudo la prima pagina del diario con qualche apprezzamento per la Slovacchia: innanzitutto sorprendente la resa di Valjent da terzino, alla Ternana lo avevo potuto ammirare in altre zone ma come quarto a destra oltre al gol ha giocato davvero un’ottima gara. Nel complesso è apparsa una squadra quadrata e che ha diversi schemi sia in mente che nelle gambe e viaggia in maniera autonoma, sintomo di un buon lavoro del CT Hapal.

Ah e non dimentichiamo la paratissima di Chovan su Stepinski, già in lizza per essere il miglior gesto tecnico di un portiere in questo Europeo.

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