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Dortmund-Hoffenheim: scatto Borussia per la Champions

L’immagine finale, quella di un Aubameyang che dopo la solita partita fatta di alti e bassi (rigore sbagliato ma goal del due a zero) va a rincorrere un giocatore avversario rende perfettamente l’idea dell’importanza della partita. Era un match da non sbagliare per il Borussia che non aveva alternative se non vincere per scavalcare l’Hoffenheim e portarsi terzo in classifica, con gli scontri diretti a favore, a due gare dal termine. La gara giocata dagli uomini di Tuchel è stata perfetta: intensità, rabbia (agonistica), pressing alto e quel cinismo sotto porta che, rigore a parte, ha fatto la differenza. Solitamente da altre volte, infatti, le Wespen non hanno creato moltissimo e hanno concesso meno, leggendo perfettamente i momenti della partita. Quello di oggi può essere uno scatto decisivo per la Champions League perché da qui, a fine campionato, è tutto nei piedi dei giocatori del Borussia

Borussia Dortmund, scatto decisivo

La discontinuità del Borussia Dortmund la conosciamo tutti; squadra piena di talento che dovrebbe giocare ogni anno per vincere il titolo ma, a causa dei problemi di continuità, non riesce mai a contendere fino alla fine il titolo al Bayern Monaco. Però bisogna ammetterlo: quando le Wespen giocano come hanno fatto oggi sono una bellezza per gli occhi; i novanta minuti dei ragazzi di Tuchel sono stati perfetti sotto tutti i punti di vista e la vittoria è stata il giusto ed il meritato premio. Ora mancano gli ultimi due sforzi per chiudere a doppia mandata la qualificazione alla prossima Champions League che, però, adesso è più vicina.

Hoffenheim, approccio sbagliato

L’Hoffenheim non ha giocato da Hoffenheim; nella partita più importante della stagione i ragazzi di Nagelsmann hanno avuto quello che, nel tennis, si chiama “braccino corto”. Primo tempo troppo in attesa per i Blau che hanno concesso troppo campo agli avversari e lasciare spazio al Borussia è un suicidio tattica. Paura di vincere? Probabilmente si ma non è ancora finita: ci sono altri centottanta minuti in cui sperare di raggiungere la Champions senza dover passare dai preliminari.

Saverio Fattori

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