È il Clásico della consacrazione di Vinicius

Non è un giovane, non è una promessa, è semplicemente un campione: Vinicius non può essere più subordinato alla sua età, perché le sue qualità trascendono ogni dato anagrafico. Non poteva che essere il Clásico la partita della sua consacrazione, quella in cui ha scavalcato definitivamente nelle gerarchie la concorrenza e dove ha fatto capire al mondo chi sarà il giocatore in grado di dominare la partita tra club più grande al mondo.

Era da 13 anni che non si aggiornava il record di giocatore più giovane a segnare in un Real-Barcellona: il record apparteneva a Messi da quella data, ma con 19 anni e 233 giorni Vinicius ha saputo battere anche la precocità del miglior marcatore di sempre della storia di questo match. Ma questo è solo il dato meno rilevante, perché Vinicius la partita l’ha giocata da big, l’ha decisa da big e stavolta l’ha giocata fino al 90′.

Sì, perché inspiegabilmente in settimana era stato sostituito contro il Manchester City nonostante fosse il migliore in campo per distacco, e la squadra dopo la sua uscita dal campo è crollata d’improvviso. Stavolta Zidane ha imparato dagli errori e lo ha valorizzato nel palcoscenico più importante. Troppo più veloce degli altri, a volte persino più del pallone, quasi innaturale quando arriva ai suoi picchi.

Non è stato l’unico protagonista del Clásico, ci mancherebbe: Kroos gli ha fornito un assist che meriterebbe di essere studiato per la sua bellezza, Isco è tornato a giocare ai suoi migliori livelli e Marcelo non era così decisivo (sorprendentemente anche in fase difensiva) da almeno un anno e mezzo. Senza dimenticare poi Mariano Díaz, l’eroe a sorpresa che ha segnato il gol del definitivo 2-0, un premio alla pazienza di un ragazzo che ha avuto il coraggio di aspettare il suo momento per trovare un gol fondamentale per la sua carriera.

Ma questo è e sarà per sempre il Clásico di Vinicius, quello in cui ha smesso di essere una giovane promessa e in cui è diventato una star del Real Madrid. Più affidabile, continuo e decisivo di Bale, più maturo del suo connazionale Rodrygo che però avrà modo di farsi entro un paio di stagioni, a oggi anche più incisivo di Benzema, che segna meno ma è trovato a vedere accanto a lui un campione su cui potersi appoggiare.

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