Calcio

Elezioni Figc, Gravina si ricandida aspettando Del Piero: gli scenari

Alessandro Del Piero candidato alla presidenza della FIGC. Per ora una voce, non confermata non smentita dal diretto interessato che a 50 anni potrebbe tornare nel calcio dalla porta principale. Resta da capire chi lo appoggerà. E soprattutto quale sia il senso di una candidatura che appare più come l’asso della manica del fronte anti – Gravina per far saltare il banco.

Alessandro Del Piero, un nome per far saltare il banco

L’attuale presidente della FIGC è passato, in quattro anni turbolenti caratterizzati da nervosismi e tensioni soprattutto con la serie A, del 96% a una maggioranza risicata, ma che gli garantirebbe comunque la rielezione. Una ipotesi poco gradita al governo. Il ministro dello Sport Andrea Abodi vede di buon occhio Del Piero. Lo storico capitano della Juventus sarebbe sostenuto sicuramente dalla Serie A e dalla corrente Lotito – De Laurentiis, ma ha bisogno di una investitura ufficiale che può arrivare dalla maggioranza di una componente. Ovvero: Lega A, Lega B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Calciatori, Allenatori. La soluzione più naturale sarebbe l’Assocalciatori di Umberto Calcagno, che però ha già dato la sua fiducia a Gabriele Gravina. Toglierla, significa sottrargli un 20%.

I numeri di Gravina: pallino ancora in mano

Il pallino resta comunque in mano a Gravina che, dal canto suo, ha rotto gli indugi, anche perché ha già i numeri per governare. Può contare sul 34% della Lega Dilettanti, con ogni probabilità sulla B (6%) e la C (12%). Abbastanza per scollinare anche senza l’appoggio di atleti e allenatori e arrivare in discesa solitaria per tagliare il traguardo del terzo mandato. Anche l’attuale presidente della Federcalcio, però, è stato chiaro. Non aveva, sinora, sciolto le riserve perché vorrebbe, al netto di voti, una vera unità d’intenti che gli è mancata nell’ultimo quadriennio. Un avversario come Alessandro Del Piero sarebbe invincibile e inattaccabile sul profilo sportivo, ma questa è politica, un campo ben diverso da quello da gioco.

Gli scenari:Figc, una guerra fra Governo e Coni

“Essere campioni, non significa essere grandi dirigenti” è il mantra del presidente del Coni Giovanni Malagò fra l’altro in aperta polemica con il Ministro dello Sport per via della questione legata al mancato cambiamento della legge sul mandato che lo costringe, allo status quo, a lasciare il CONI. Dunque, pur apprezzando la figura di Alessandro Del Piero, il presidentissimo non rinnegherebbe affatto la scelta di un Gravina – ter. Il presidente della Federcalcio, non a caso, è uscito rafforzato proprio dall’ultima giunta Coni che ha appoggiato senza se e ma il nuovo statuto della FIGC. Un segnale chiarissimo. Il nodo si deve sciogliere entro il 25 dicembre, ultimo termine per presentare le candidature. Si vota il 3 febbraio.

Pasquale Luigi Pellicone

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