Cinque emozionanti finali d’Europa League

Nel giorno della finale d’Europa League tra Chelsea e Arsenal, eccovi cinque finali d’eccezione per spettacolarità. Che siano di buon auspicio per stasera, magari.

1. HSV-IFK Göteborg 0-3 (1981/82)

Glenn Hysén ebbe due mogli – da Kerstin nacquero Charlotte e Tobias, da Helena Aleander, Anton ed Annie – e curiosamente tutti e tre i figli maschi sono calciatori professionisti. Alla corte dell’emergente Sven-Göran Eriksson, Glenn condivideva il campo coi fratelli Holmgren – Tord e Tommy – il primo dei quali decise l’andata della finale di Coppa UEFA 1982. Era l’87’ del 5 maggio 1982, a Ullevi, e ragionevolmente ci si sarebbe attesi la rivincita tedesca due settimane dopo, al Volksparkstadion. Gli uomini di Ernst Happel però furono ingabbiati, e su tutti Felix Magath, Horst Hrubesch e il danese Lars Bastrup. Fu festa: Corneliusson (25′), Anders Nilsson (62′) e un rigore di Erik Frederiksson (65′) abbatterono l’HSV. I dilettanti nordici sconfiggevano i campioni di Germania, e prima di loro i vari Dinamo Bucureşti, Valencia e Kaiserslautern. A fine anno i Kamraterna festeggiarono il treble, con Allsvenskan e Svenska Cupen. Il coro fu inimitabile: «Vi hade en otrolig vinnarkänsla», ovvero «abbiamo avuto un incredibile senso di vittoria».

 

2. Ajax-Torino 2-2 (gara d’andata, 1991/92)

Il 29 aprile lo Stadio delle Alpi visse un incubo: reti di ‘Wim’ Jonk e Stefan Bengt Pettersson, intervallate da due di Wálter Casagrande. I granata di Luca Marchegiani, Pasquale Bruno, Roberto Cravero, Enzo Scifo, Martín Vázquez e Gianluigi Lentini patirono il colpo, poi venne fuori l’indomito carattere della squadra che estromise dalla competizione già KR Reykjavík, Boavista, AEK Atene, Boldklubben 1903 e il Real Madrid di Butragueño, Míchel e Hagi. Il ritorno di Amsterdam non bastò: i ragazzi di Emiliano Mondonico furono eliminati da uno 0-0 beffardo e da tre legni colpiti. Gli ajacidi, già vittoriosi sul Genoa nella semifinale, portarono ad Amsterdam la coppa e il trionfo fu di Louis van Gaal.

3. Celtic-Porto 2-3 (2002/03)

Campionato, Coppa di Portogallo e Coppa UEFA. Il trionfo di José Mourinho passò pure per l’Estadio Olímpico de la Cartuja di Siviglia, il 21 maggio 2003, dunque la finale vinta sul Celtic di Martin O’Neill. Una rosa composta in gran parte da portoghesi – da Vítor Baía a Deco, passando per Paulo Ferreira, Ricardo Carvalho, Jorge Costa, Nuno Valente, Costinha e Maniche, gran parte di quali convocati l’anno dopo a Euro 2004 – furono però decisivi i due stranieri: Vanderlei Fernandes Silva ‘Derlei‘, alias Ninja, segnò nel recupero del primo tempo e al 115′, primo silver goal di sempre. Nel mezzo il sigillo di Dmitrij Aleničev, a intervallare l’illusoria doppietta di Henke Larsson. «¡Ozú,
Mourinho!» scrisse il giorno dopo Mundo Deportivo (Ozú è il dialettale andaluso per Gesù), facendo capire che per Mou fu solo l’inizio. Profezia: la Coppa dei Campioni vinta l’anno dopo sul Monaco. Così beffardamente Derlei si fermò a quota 10 marcature, lasciando a Larsson il titolo di capocannoniere della manifestazione. E il Porto, che sulla sua strada aveva mietuto Polonia Varsavia, Austria Vienna, Lens, Denizlispor, Panathinaikos ai quarti (con brivido) e Lazio alle semifinali, portò la festa ne A capital do norte.

4. Benfica-Chelsea 1-2 dts (2012/13)

La maledizione di Béla Guttman risale al 1962, sotto forma di una colorita espressione rabbiosa, quasi di getto: «Sem mim, nem em cem anos o Benfica vai conquistar outra taça europeia». A 23 anni dall’ultima finale, giocata contro il Milan nel 1990, ecco Jorge Jesus a sfidare la sorte. Il risultato è presto detto: il Chelsea divenne il primo detentore della Champions League a trionfare in Europa League, nonché prima squadra a vincere un trofeo internazionale senza sostituzioni (prima di lei, il Manchester United 1991). Nel mezzo, però, batticuore ad Amsterdam: la rete di Torres, che capitalizzò un assist di Mata circumnavigando Artur, il rigore di Óscar Cardozo e la zuccata vincente di Branislav Ivanović al 93′. Non drammatico come il gol di Drogba all’88’ l’anno prima, ma pur sempre un «dramatic success for Benitez’s Blues».

5. Liverpool-Siviglia 1-3 (2015/16)

«Tú nos llevaste a Trondheim. Tu fuerza nos hará ganarla. Ánimo Coke», c’era scritto sullo striscione portato in campo dal Siviglia negli allenamenti precedenti la Supercoppa europea giocata al Lerkendal Stadion di Trondheim il 9 agosto 2016. A fine luglio Jorge Andújar Moreno, detto Coke, s’era trasferito però allo Schalke 04 e alla prima amichevole – giocata contro il Bologna – accusò la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Il merito del terzo storico successo della premiata ditta Emery-Monchi in Europa League era il suo perché il 18 maggio 2016, al St. Jakob Park di Basilea, segnò una doppietta al Liverpool. I Reds di Klopp, in vantaggio grazie all’esterno destro di Sturridge (35′), prestarono il fianco alle folate andaluse: Kevin Gameiro aprì il secondo tempo un assist di Mariano (46′), prima della doppietta Coke tra 64′ e 70. Doppia esultanza, con mano destra a mo’ di C e firma su una finale intensa e vissuta.

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