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Fa Cup: l’Huddersfield si conferma un osso duro, il City non passa e si va al replay

Sarà necessario il replay per stabilire chi accederà ai quarti di finale di Fa Cup tra Huddersfield e Manchester City, dopo lo 0-0 di oggi al John Smith’s Stadium.

Huddersfield in stato di grazia

L’Huddersfield si conferma probabilmente la squadra più in forma d’Inghilterra dopo aver ottenuto 12 vittorie nelle ultime 14 partite, balzando al terzo posto di Championship e sognando la promozione diretta in Premier League. Anche oggi i Terriers pur non portando a casa vittoria e qualificazione non hanno affatto sfigurato contro i più quotati avversari, mettendoli in difficoltà in diverse occasioni e conquistando il diritto di giocarsi l’accesso ai quarti all’Etihad Stadium. Mister Wagner ha scelto di partire dall’inizio senza i suoi 2 goleador Wells e Kachunga preferendo schierarsi con il 4-4-2 con Van La Parra e Quaner davanti, ma non rinunciando a giocare con la consueta mentalità propositiva e spregiudicata vista nel corso di questa stagione. Qualche rischio l’Huddersfield l’ha inevitabilmente corso senza però farsi schiacciare nella propria metà campo dai Citizens, meritando alla fine il pareggio e allungando così la striscia positiva in attesa di rituffarsi in Championship.

Manchester City spuntato

Lo 0-0 non è un risultato consueto per una squadra con le bocche da fuoco come quella di Guardiola, ma oggi il City ha creato i presupposti per la marcatura solo nel primo tempo con Aguero e Delph, mentre nella ripresa il portiere di casa non ha mai corso grossi rischi nonostante l’ingresso di Sane e De Bruyne al posto del deludente duo spagnolo Jesus NavasNolito. Una prova sottotono per i Citizens nonostante avessero di fronte un avversario di categoria inferiore, ma che si è dimostrato ostico e poco malleabile, impedendo di sviluppare le consuete trame di gioco agli uomini del tecnico ex Barcellona. Come parziale scusante ci può essere l’imminente sfida di Champions League di martedì contro il Monaco, dove servirà una prova ben diversa da quella vista oggi.

Mauro Levati

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