Finalmente! È l’esclamazione più naturale al termine di una partita così. L’Italia vince, gioca bene e dà quella sensazione di essersi inserita in un percorso di crescita che potrà portare da qualche parte. Finalmente, appunto, perché era fin troppo tempo che si aspettavano una vittoria e una prova di tale spessore.
E finalmente anche sotto un’altra chiave di lettura, visto che la vittoria è arrivata nella parte finale della partita, quando sembrava che la sfortuna e l’imprecisione avessero avuto la meglio sul merito e sul gioco.
Finalmente ci è concesso anche sognare: perché il quadro è cambiato completamente grazie al gol di Biraghi. L’obiettivo non è più la salvezza, ormai acquisita aritmeticamente, ma la possibilità di andarsi a giocare anche il primo posto, per quanto sia ancora complicato raggiungerlo. Servirebbe una vittoria con più di un gol di scarto a San Siro contro il Portogallo tra un mese, in modo da obbligare i lusitani pochi giorni dopo a vincere per contro la Polonia, che presumibilmente vorrà abbandonare la Lega A con un pizzico di credibilità in più rispetto all’immagine lasciata da questa pessima partita.
L’Italia c’è: viva, bella, giovane, tutto ciò che non era stata prima della partita con l’Ucraina. Perché sì, i segnali c’erano stati già giovedì scorso e non erano stati casuali. Formazione confermata in blocco, simbolo di un progetto che ha idee chiare su cui fondarsi. I giovani vanno forte, gli esperimenti cominciano a funzionare e anche le mosse azzardate portano i loro frutti, come nel caso dell’assist di Lasagna, che ha coronato con un gran gesto tecnico il suo esordio assoluto. E poi l’ultimo segnale importante è stato quello dell’entusiasmo del gruppo: l’entusiasmo di Bernardeschi e di Mancini, la convinzione nelle esultanze, sensazioni ed emozioni perse negli ultimi 12 mesi.
Tutto grazie a una sola partita sembra avere un’idea e un’interessante prospettiva. E l’Italia ha di nuovo una dignità, finalmente.
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