Fiorentina, miracolo… Italiano in Conference League: è già record

Fiorentina e calcio… italiano da record.  La Viola centra, per la seconda volta nella sua storia, la seconda finale consecutiva in una competizione europea. Impresa da cuori forti, al termine di 180’ soffertissimi che proiettano i toscani all’ultimo atto di una Conference League che si conferma, comunque, territorio di caccia per le italiane. Tre edizioni, tre volte una esponente del nostro calcio in finale. Purché il finale sia diverso.

Una storia da riscrivere: poker di… picche

La Fiorentina ha raggiunto la finale in una competizione europea per la sesta volta nella propria storia: non ci riusciva dalle annate 1960/61 e 1961/62. L’ultima finale è recentissima. Risale alla sfida giocata e persa all’ultimo minuto con il West Ham, che ha già scritto una pagina da Guinness dei Primati. La Fiorentina è uscita già sconfitta da tutte le finali possibili delle coppe Europee dopo essere stata anche la prima ad essersi giocata Champions League, Europa League, Conference League e Coppa delle Coppe. Il primo ko risale al 1957, quando la Fiorentina affidata a Fulvio Bernardini perse 2-0 la finale di Coppa dei Campioni in una partita ingiocabile contro il Real Madrid. La prima finale in Coppa delle Coppe invece ha un esito positivo. Nel 1960/1961 la viola ha la meglio sui Rangers. L’anno successivo si ripresenta all’ultimo atto contro l’Atletico Madrid e hanno la meglio gli spagnoli. Una invece, la finale di Coppa UEFA (attuale Europa League) giocata e persa nella doppia sfida con la Juventus: 3-1 all’andata, 0-0 al ritorno.

Il record negativo di Vincenzo Italiano

Vincenzo Italiano
Immagine | Ansa

Da record anche il cammino di Vincenzo Italiano. Imbattibile in Europa nel doppio confronto, quando ci si gioca il passaggio del turno. Otto qualificazioni al turno successivo su otto confronti giocati nell’arco dei 180’. Il tecnico, lo scorso anno, oltre alla finale di Conference League ha anche centrato la finale di Coppa Italia, persa contro l’Inter. Gli manca dunque l’ultimo scalino, quello più importante, ovvero salire sul gradino più alto del podio dopo averlo solo sfiorato e visto gli avversari di turno vincere. Chiaramente, se si potesse scegliere, sarebbe meglio affrontare l’Olympiakos. Al netto di una finale (si giocherà ad Atene) praticamente in casa, i greci sembrano molto più alla portata dell’Aston Villa. Gli inglesi sono chiamati ad una vera impresa per centrare la finale, dovendo ribaltare il 2-4 subito all’andata ma mai dare per scontato un risultato quando c’è di mezzo Unay Emery capace come nessuno di tirare fuori, in Europa, conigli dal cappello.

 

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