Doveva essere una festa per il 125esimo anniversario ma Milan – Genoa si è chiusa senza gol e tantissimi fischi da parte dei tifosi che hanno bocciato senza se e ma la società e Fonseca: l’ottavo posto è difficile da digerire anche in virtù delle scelte del tecnico e del silenzio della società
Il Milan sembra arrivato al punto nodale. O la proprietà si fa sentire e decide di sostenere Paulo Fonseca oppure lo scarica. Resta da capire se le idee di disciplina, costruzione e filosofia combacino con una scelta molto forte che ha fatto discutere i tifosi sin dalle prime settimane del nuovo corso. Escluso Lopetegui, sul mercato c’erano allenatori come Allegri e Sarri, al limite anche Conte, ma la decisione è virata su Fonseca. Quanto sia stata motivata è da capire, ammesso e non concesso che al Milan ci sia qualcuno con la voglia di spiegare e condividere i motivi che hanno spinto la dirigenza a puntare sull’allenatore portoghese.
Al netto delle posizioni, restano i risultati che non premiano comunque una squadra che ha già deposto le ambizioni scudetto prima dell’inverno e rischia di lottare per un posto in Champions a patto che il ranking premi nuovamente la serie A con cinque squadre. Insomma, non esattamente un campionato in linea con le aspettative.
Fonseca continua a ribadire di non aver bisogno di esser difeso. L’unica certezza è che fra i suoi sfoghi, la prestazione del Milan, i malumori di chi sta in campo, in panchina e in tribuna si stiano insinuando una serie di scollature che generano situazioni anomale. La posizione del tecnico rossonero, in questo contesto, è chiara quanto divisiva: con questo modus operandi è arrivato a giocarsi la sfida con il Genoa, promettendo e mantenendo quanto dichiarato nei giorni antecedenti alla partita, ovvero puntare su calciatori pescati da Milan Futuro piuttosto che dalla rosa a disposizione.
Scelta che non ha pagato sul campo e ha generato ulteriori divisioni. Il tifo rossonero è spaccato fra chi è pro e contro Fonseca. Chi lo stima, ne apprezza anche la comunicazione che inchioda i calciatori alle proprie responsabilità. I detrattori invece sottolineano i rischi legati all’effetto boomerang e di un ammutinamento, come accaduto in occasione di Lazio – Milan. Allora la scelta fu netta. Mesi dopo resta da capire quale sia il plafond di fiducia a disposizione di Fonseca.
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