Gasperini alla Roma, sembra fatta. Appunto. Il mercato è materia molto fluida e basta pochissimo per cambiare corsi, scenari e destini di una trattava. L’unica certezza è che a Firenze si sia tenuto un incontro che lascia qualche punto interrogativo e ancora due porte aperte.
La scelta di Gasperini è senza dubbio funzionale all’idea di progetto tecnico a medio lungo termine. La Roma ha bisogno di un allenatore di campo, in grado di valorizzare i calciatori in rosa, individuare i rinforzi senza chiedere la luna e sgrezzare talenti inespressi. Identikit che porta dritto all’allenatore dell’Atalanta, non a caso convocato nella tenuta toscana della proprietà americana. Sul tavolo, un triennale da cinque milioni di euro annui. Proposta economica allettante, ma non sufficiente per strappare il “sì”. Il matrimonio probabilmente si farà, ma Gasperini ha chiesto e ottenuto le canoniche 48 ore di tempo di riflessione prima di apporre l’autografo e dare l’ok definitivo.
In primis Gasperini deve risolvere il contratto che lo lega all’Atalanta, quindi sciogliere i dubbi residui legati all’approdo nella capitale. Molto, se non tutto, dipende dalle risorse a disposizione per allestire una squadra competitiva. Non un “instant team” per vincere, ma perlomeno una rosa in grado di lottare su tre fronti con la ragionevole certezza di poter centrare gli obiettivi prefissati. La situazione non è semplice: la Roma ha un passivo di oltre 80 milioni di euro che, per forza di cose, la costringe a due sessioni di mercato praticamente bloccate. Anche volendo, del resto, staccare assegni è complicato dal settlement agreement firmato con l’UEFA che consente al massimo un passivo di 60 milioni.
La Roma è dunque attesa da un mercato dove le idee conteranno molto più dei soldi. Necessario sbagliare il meno possibile anche perché Gian Piero Gasperini è comunque una figura molto divisiva all’interno di un ambiente in perenne ebollizione. Roma non è Bergamo e non è banale ricordarlo: Gasperini ha un passato che definire controverso con i giallorossi è un eufemismo. Alle latitudini capitoline è un personaggio divisivo quanto basta da non potersi permettere una falsa partenza o un ritmo ad andamento lento. L’ultima incognita, infine, è legata alla Juventus: perso Conte e con Allegri a Milano, a Torino potrebbero virare su Gasperini e a Roma temono che dietro la “pausa di riflessione” ci possa essere il fascino e il richiamo della Signora.
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