In una nazionale che potrebbe contare su giocatori come Brandt, Havertz, Sané e Werner, a imporsi sono un giocatore dell’Augsburg e uno del Friburgo, squadre che si sono sudate la salvezza nell’ultima stagione. Due giocatori che, cosa non scontata e ancora meno facile, hanno sfruttato l’occasione finora più importante della carriera. Marco Richter e Gian-Luca Waldschmidt sono diventati i trascinatori della Germania U21 all’Europeo che si sta disputando in Italia. Due nomi non nuovi né alla Mannschaft versione dal 1996 in giù e nemmeno alla Bundesliga, ma che mai prima di questo torneo erano stati in grado di imporsi su un palcoscenico importante. E lo stanno facendo nel miglior modo possibile: finora 8 goal e 2 assist in due, in 3 partite giocate. Numeri da capogiro.
Waldschmidt di partite pesanti ne sa certamente qualcosa in più, visto che è cresciuto in un club importante come l’Eintracht Francoforte e ha giocato due stagioni nell’Amburgo, anni complicatissimi con la squadra che è arrivata fino alla retrocessione. Non ha giocato il suo miglior calcio, anche se ha lasciato un ricordo felice: il colpo di testa a pochi minuti dal termine contro il Wolfsburg nell’ultima giornata della stagione 2016/17, quella che ha salvato l’HSV e mandato al playoff (poi vinto, soffrendo) i lupi. Nell’estate 2018 lo ha acquistato il Friburgo per 5 milioni di euro e sotto il genio Christian Streich è cresciuto come attaccante, sia a livello tecnico che realizzativo: 9 reti totali quest’anno, il suo migliore. Anche perché il primo affrontato con un ruolo importante e non di secondo piano, come succedeva all’Amburgo.
All’Europeo, al contrario del compagno, ci è arrivato con tante aspettative e con il 10 sulla schiena. Dall’estate scorsa ha segnato già 7 goal su suolo italiano, visto che dopo i (per il momento…) 5 di questo Europeo aveva già siglato una doppietta a novembre scorso in amichevole contro gli azzurri. Richter in nazionale invece non aveva mai segnato e all’Europeo ci è arrivato senza la sicurezza di essere titolare, dopo aver fatto molto bene nell’Amburgo II ed essere entrato da un anno e mezzo nel giro della prima squadra. Kuntz invece ha valutato il suo periodo di forma e il suo finale di stagione in crescendo con l’Augsburg con Martin Schmidt. Lettura indovinata, visto che, aldilà dell’aspetto tecnico, Richter sembra sempre avere più gamba. È una delle sue caratteristiche: ha una buona tecnica di base, ma è soprattutto un giocatore di fatica, corsa e generosità, che aiuta il centrocampo e lavora per la squadra. Waldschmidt, invece, è più tecnico e ha più inventiva. Ecco perché i due insieme si sposano bene.
Difficile in realtà parlare di ‘coppia’, visto che fanno parte di un tridente che è completato da Öztunali. I protagonisti di quest’Europeo sono però senza dubbio loro: sono entrati in 8 goal su 10, hanno portato la Mannschaft ad avere il miglior attacco dell’europeo e ad esser la candidata numero uno per il successo finale a Udine, nonostante il mezzo passo falso all’ultimo contro l’Austria. In quella che poteva essere la squadra dei fuoriclasse Havertz, Brandt, Sané e Werner, esclusi perché considerati già a fine ciclo, sono emersi due protagonisti forse inattesi, o comunque sicuramente meno attesi di quanto poi hanno fatto nelle prime tre partite. E che ora puntano a fare le cose alla grandissima, mantenendo il titolo in Germania.
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