Getafe, non più una sorpresa: una squadra che vale la Champions

Un viaggio di un anno per capire i progressi e la crescita di una squadra che sta riscrivendo la propria storia. Se torniamo più o meno a questo punto della passata stagione vedere il Getafe in zona Champions League suonava strano, quasi come un’impresa sportiva. E invece nel febbraio del 2020 trovare la squadra di uno straordinario Bordalás al terzo posto in classifica (posizione in cui non era mai stato a questo punto della stagione nella sua storia) dopo una vittoria totalmente meritata a San Mamés, invece di sorprenderci ci allieta.

Perché nessuno quanto il Getafe merita di essere lassù: gli Azulones sono una squadra in controtendenza rispetto alle forze emergenti, che superano alcuni standard imposti e predicano il loro calcio, al momento più produttivo e convincente di tanti altri in giro per l’Europa. Sì, discorso che non si può restringere alla realtà spagnola, dato che il Getafe l’Europa se l’è presa l’anno scorso e se la sta tenendo stretta quest’anno: nell’ultima Liga l’obiettivo quarto posto venne mancato solamente nel finale di campionato, mentre nella stagione attuale oltre alla risalita in classifica c’è anche da festeggiare un buon cammino in Europa League che avrà il suo apice nell’attesissimo doppio confronto con l’Ajax delle prossime settimane.

Dimensione che quindi si espande oltre i confini nazionali, e non potrebbe essere altrimenti. Bordalás ha costruito una squadra che assomigliasse a se stessa e non a se stesso: sta sfruttando a pieno le caratteristiche di ognuno dei propri giocatori, e per sopperire a un calendario più denso di impegni rispetto a una stagione fa, ha azionato un sistema di rotazioni decisamente positivo. Tanto che anche dopo la partenza di un punto fermo della difesa come Cabrera, passato all’Espanyol per aiutare i Periquitos nella lotta salvezza, il Getafe non ha ancora subito un gol.

La forza difensiva è sicuramente il vanto di questa squadra: il 4-4-2 di Bordalás fa dell’ordine e dell’intensità la sua forza. Pochi orpelli, molta concretezza, in entrambe le fasi. Ciò che rende possibile questi risultati è sicuramente la fase di pressing, che porta a una rapida riconquista del pallone senza soffrire granché in difesa, prima di azionare dei sistemi offensivi che spesso vengono concretizzati da chi gioca in attacco, un reparto che quest’anno non è più dipendente esclusivamente dalla JM Jaime Mata-Jorge Molina, ma che ha trovato sostengo anche in Deyverson e Ángel Rodríguez, più decisivo di un anno fa a prescindere dai numeri.

E se a ciò si aggiunge anche la qualità di Cucurella, il più eclettico degli esterni della Liga, assieme al solido blocco uruguaiano formato da Mathias Olivera, Damián Suárez e Mauro Arambarri allora si capisce la quadratura e la compattezza della squadra che probabilmente copre meglio il campo di tutto il campionato.

L’obiettivo adesso è chiaramente quello di proteggere questa posizione in classifica e non farsela scappare come lo scorso campionato: il Getafe è a pari punti con il Siviglia, ma ne ha 2 di vantaggio sul Valencia e 3 sull’Atlético Madrid, a oggi a tutti gli effetti la terza realtà della città. La classifica è corta, la concorrenza è tanta e di alto livello: ma con questo calcio il Getafe deve solo temere un calo fisico nella parte di calendario in cui subentrerà l’Europa League, che potrebbe durare solamente altre due partite o molto di più.

Perché se a dicembre il sorteggio con l’Ajax sembrava un grande colpo di sfortuna, oggi la sfida è decisamente incerta. Così sorprendente un anno fa, così convincente oggi: il Getafe adesso è una grande realtà del calcio spagnolo, sempre più in alto in classifica con una meritatissima vista Europa.

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