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Gli anni ’10 dei club: il 2019, l’assurda rimonta del Liverpool

Il 2019 è stato il grande anno della rinascita del Liverpool dopo un decennio da dimenticare. Tra Premier League anonime spesso chiuse fuori dalla zona Champions e un campionato perso quando ormai sembrava vinto, i Reds non vedevano l’ora di concludere questo periodo storico. Jürgen Klopp era arrivato nell’ottobre 2015 e dopo un pessimo ottavo posto era riuscito un anno dopo a conquistare il quarto posto valido per la Coppa dalle grandi orecchie. Contro ogni pronostico la squadra arrivò fino alla finale di Kiev, ma il Real Madrid era ancora troppo superiore e i blancos vinsero per 3-1.
In estate vennero acquistati Naby Keïta a centrocampo e Allison in porta per poter completare una squadra che stava rendendosi finalmente conto del suo valore. Eppure i successi dalle parti di Anfield sembravano ancora lontani. I novantasette punti finali non bastarono per aggiudicarsi il tanto atteso titolo di campione d’Inghilterra perché il Manchester City di Guardiola ne fece uno in più e in Champions League c’era l’ostacolo chiamato Barcellona.
Dopo aver eliminato il Bayern Monaco con una fantastica vittoria per 1-3 all’Allianz ed essersi sbarazzati ai quarti senza problemi del Porto, in semifinale il sorteggio mise gli inglesi contro i blaugrana. Una sfida equilibrata sulla carta ma che dopo i primi novanta minuti sembrava già segnata. Lionel Messi salì in cattedra disputando una partita sontuosa e con una fantastica doppietta, da incorniciare la punizione che tolse la ragnatela dall’incrocio dei pali, sancì il definitivo 3-0 catalano. Eppure il risultato era ampiamente bugiardo. I Reds si divorarono l’impossibile, clamoroso il palo a porta vuota di Salah, e la sensazione che tutti ebbero era che senza il fenomeno argentino il Liverpool avrebbe fatto ciò che avrebbe voluto del Barça.

Il 3-0 però non lasciava più speranze di rimonta, ma nonostante questo Klopp riuscì motivare la squadra facendola rendere al massimo e ad Anfield avvenne un vero e proprio miracolo. Dopo soli sette minuti fu Divock Origi a riaprire la sfida ma gli spagnoli riuscirono a difendersi bene e chiusero il primo tempo in svantaggio solo di una rete. A fine primo tempo si fece male Robertson e per il tecnico tedesco fu un aiuto involontario, perché al suo posto entrò Wijnaldum. L’olandese segnò una doppietta a distanza di due minuti e dopo soli undici primi dal suo ingresso in campo e incredibilmente la qualificazione era tornata in perfetta parità. Messi sembrava l’unico in campo per la sua squadra mentre gli altri dieci vagavano non rendendosi ben conto di ciò che stava accadendo. E la prova palese di questo smarrimento blaugrana arrivò a dieci minuti dal termine. Il calcio d’angolo battuto rapidamente da Alexander-Arnold trovò completamente immobile la difesa di Valverde e Origi si ritrovò a sorpresa la palla sul destro e calciò al volo incrociando sul secondo palo e battendo per la quarta volta Ter Stegen. Anfield Road impazzì di gioia e il 4-0 voleva dire che per il secondo anno consecutivo il Liverpool sarebbe andato in finale, ma questo volta nella sfida tutta inglese con il Tottenham il risultato fu ben diverso.
Un rigore di Salah e un sinistro ancora di Origi regalarono il sesto successo europeo ai Reds che a dicembre completeranno il loro anno d’oro vincendo per la prima volta nella loro storia il Mondiale per Club. Nulla però entrò nella leggenda più di quel sette maggio 2019 ad Anfield Road con un 4-0 che resterà per sempre nella storia del calcio.

Francesco Domenighini

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