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Gli anni ’10 dei club: il 2015, la Supercoppa Europea perfetta

La Supercoppa europea da svariati anni è il primo trofeo della stagione e serve per far iniziare l’anno nel migliore dei modi. Il fatto di giocare ad agosto ha fatto sì che difficilmente le squadre riuscissero a tenere un livello alto di gioco per tutti i novanta minuti, ma nel 2015 qualcosa cambiò.
Da qualche anno si era deciso di non avere più Montecarlo come sede fissa della competizione e così erano iniziati dei giri per il continente e in quell’anno si andò a Tbilisi in Georgia. Sfida tutta interna alla Spagna con il Barcellona da una parrte, prezente grazie alla sua MSN con la quale vinse la Champions League battendo la Juventus nella finale di Berlino, e il Siviglia dall’altra, vincente in Europa League sulla sorpresa Dnipro. La Copa América dell’estate aveva fatto sì che molti giocatori sudamericani non fossero in campo, o comunque non fossero al meglio delle condizioni e il grande assente era senza dubbio il brasilino Neymar. Luis Enrique decise di sostituirlo in attacco con il suo connazionale Rafinha il quale di certo non sfigurò. In Georgia sarebbe stata anche la prima partita senza Xavi e ora Rakitić aveva definitivamente in mano il centrocampo assieme ai suoi compagni Busquets e Iniesta. Dal canto suo il Siviglia Unai Emery decise di scendere in campo con un 4-2-3-1 con Gameiro unica punta e Éver Banega a impostare il gioco a centrocampo ben assisitito dal danese Krohn-Dehli.

Pronti via e la partita si sbloccò subito e l’inizio fu un’ode al calcio di punizione. Ad aprire le danze furono gli andalusi proprio con Banega che con un dolce destro trafisse Ter Stegen all’incrocio dei pali, ma dall’altra parte c’era un certo Lionel Messi. La Pulce prese la rete del connazionale come una sfida e non solo trovò la rete dell’1-1 su un calcio da fermo, ma dopo solo un quarto d’ora il Barça aveva ribaltato il risultato con un altro sinsitro magico su punizione. Un giocatore straordinario, con colpi straordinari che ribadì questo concetto anche a Tbilisi. Esaltati dalla doppietta del fenomeno argentino i blaugrana iniziarono a dilagare e con Rafinha a fine primo tempo e Suárez a inizio ripresa sembrarono chiudere la partita essendosi portati sul 4-1.Il Siviglia però dopo lo smarrimento iniziale riuscì a riprendersi e la sua fortuna fu che Reyes trovò la rete che accorciò le distanze poco dopo. Il Barcellona ora sembrava a corto di energia e concesse un evitabile rigore per spinta su Vitolo e Gameiro realizzò il tiro dagli undici metri. Divenne un vero e proprio assedio con il pubblico georgiano che si schierò dalla parte degli sfavoriti andalusi e a nove minuti dal termine Ter Stegen sbagliò l’uscita e Konoplyanka appoggiò in rete il punto dell’incredibile 4-4. Si andò dunque ai tempi supplementari e a decidere il tutto fu ancora una punizione di Messi. Il tiro dell’argentino venne chiaramente fermato di mano da Krohn-Dehli, ma mentre gli altri stavano protestando la Pulce calciò al volo di sinistro all’angolino dove Beto riuscì a intervenire per miracolo. Sulla respinta però si buttò come un falco Pedro che alzò il sinistro e realizzò il gol del tanto atteso 5-4 a soli cinque minuti dai calci di rigore.
Mai nella storia della Supercoppa Europea si erano segnati tanti gol e probabilmente mai si era visto un modo di giocare così spettacolare. Quella del 2015 resta sicuramente la miglior edizione del trofeo e chissà se mai rivedermo un’altra sfida del genere.

Francesco Domenighini

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