L’Everton ha regalato un tassello importante a Benitez per la stagione in procinto di iniziare; si tratta di Demarai Gray che torna in Premier League dopo l’esperienza con la maglia del Leicester. Nell’ultimo anno si è diviso tra Foxes e Leverkusen senza riuscire però a dimostrare tutto il suo valore. Nell’ultima stagione ha disputato dodici partite tra Bundesliga ed Europa League per un totale di un gol e due assist; troppo poco per le potenzialità di un giocatore che potrebbe fare molto di più. Classe 1996, rapido, è molto abile nell’uno contro uno; il suo limite principale è la continuità all’interno della partita. Gray troppo spesso si isola nella sua confort zone risultando deleterio per i compagni. Ora la possibilità, sotto la guida di Benitez, per diventare un giocatore importante.
Gray, ultima chance
Leicester, Bayer Leverkusen e ora Everton. Una carriera buona ma che poteva essere molto più importante. Le potenzialità di Gray sono quelle di un giocatore che potrebbe tranquillamente stare in una squadra di prima fascia. Rapido nello stretto, devastante in campo aperto, ha nell’uno contro uno la caratteristica principale; abile nel saltare l’uomo riesce costantemente a creare la superiorità numerica. Non ha, nel suo bagaglio tecnico, un numero importante di gol e questo è un limite facendo di mestiere l’esterno offensivo. Caratteristica da migliorare assolutamente specie in vista di una definitiva crescita. Benitez dovrà lavorare sotto l’aspetto mentale del ragazzo. Gray, nelle sue precedenti esperienze, è sempre stato frenato da un carattere poco propenso a determinati contesti; quando il livello si alza difficilmente riesce ad incidere. A venticinque anni Gray deve capire cosa vuole fare delle sua carriera; le potenzialità sono indiscusse, con l’Everton ha la possibilità di diventare un giocatore importante. Il matrimonio con Benitez può essere utile ad entrambi considerando anche la voglia da parte del tecnico di riscattarsi. Gray torna in Premier League per l’ultima chance di una carriera mai decollata.
