Guardiola: i pensieri del mister multitasking

“Io sono come una donna, multitasking e posso controllare più cose” così rispose Guardiola, nella conferenza stampa prima di Leverkusen-Bayern, alla domanda di un giornalista “E’ distratto dal fatto che a Giugno sarà il nuovo manager del City?”

Risposta decisa, di chi sa che i prossimi mesi saranno fondamentali. Perché non basta essere allenatore del Bayern Monaco per dormire sogni tranquilli; per lasciare il segno nel club di Hopfner devi vincere e devi farlo sempre, in qualsiasi competizione. Ecco perché a Guardiola non sono bastati 5 trofei con il Bayern (una Supercoppa Uefa, un Mondiale per Club, una Coppa di Germania e due Bundesliga) per entrare nel cuore della società che vuole sempre di più, soprattutto se il predecessore del catalano, Jupp Heynckes, ha lasciato dopo aver conquistato il triplete e dopo aver vinto quella Champions League che Pep non ha mai portato in Baviera.

E’ proprio in Europa che si imputano i più gravi errori all’attuale tecnico del Bayern: Guardiola, in Champions, con i bavaresi ha ottenuto due semifinali consecutive, uscendo nel 2013 con il Real Madrid e nel 2014 con il Barcellona. Poco importa se è stato eliminato dalle due squadre che poi avrebbero vinto la Champions in quelle due edizioni, perché chi allena il Bayern deve vincere, sempre.                                                                                                     Ora, la pressione per il tecnico spagnolo sarà maggiore da qui a fine anno perché ad ogni passo falso gli si dirà di pensare al City e di non essere totalmente concentrato sulla causa tedesca.

Guardiola, sa che per andarsene da vincitore deve vincere la Champions: perché, se il campionato è ormai in cassaforte e in DFB Pokal, con il successo di ieri il Bayern è in semifinale, è l’Europa la vera montagna da scalare e il primo ostacolo, la Juventus, spaventa per la sua incredibile continuità degli ultimi mesi. E’ paradossale da dire, ma i prossimi mesi per Pep saranno decisivi: un’eventuale immediata uscita dalla Champions trasformerebbe l’addio di Guardiola in una lenta e dolorosa agonia che il tecnico non merita.

Bayern nel presente e City in un futuro prossimo: vincere con i tedeschi ora per poi far tornare grande la metà blu di Manchester. Sono questi i pensieri di Guardiola, i pensieri di una allenatore multitasking.

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