Guida alla Liga 2017/18: il campionato spagnolo squadra per squadra

Alavés

(a cura di Matteo Albanese) Quando mi trovai a scrivere questo pezzo, mai avrei immaginato che il Deportivo Alavés sarebbe arrivato a prendersi una piccola porzione del mio cuore. Inevitabilmente è necessario ripartire da qui, dalla finale di Copa del Rey persa al cospetto di un Barcellona marziano. La lista delle vittime mietute da El Glorioso comprendeva Deportivo La Coruña, Alcorcón e Celta Vigo: il 27 maggio però, a Madrid, c’è stata poca storia. Era l’Alavés di Mauricio Pellegrino, il piccolo Deportivo alla sua prima finale in 96 anni di storia, la squadretta basca che da Vitoria-Gasteiz si era guadagnata con trabajo y sudor le luci della ribalta: arrivò a dar fastidio al grande Barça, raggiunse il pari momentaneo con uno dei gioielli di quest’annus mirabilis (Theo Hernández), poi però alla lunga venne fuori il gap. Di quella neopromossa che ha concluso la Liga al nono posto, arrivando a profanare perfino Camp Nou, molte pedine sono state ritoccate: Hernández è finito al Real via Atlético, Edgar Méndez si è accasato in Messico, Feddal ha ceduto alle lusinghe del Betis, Kiko Femenía è volato al Watford. Lo smantellamento ha condotto via dal club basco pure Toquero e Marcos Llorente, altro gioiello al Real, mentre il Levante ha riportato a casa i prestati Camarasa e Deyverson: se il primo ha recitato un ruolo importante, il secondo pure di più (7 reti lo scorso anno, capocannoniere della squadra). Con i pochi soldi entrati sono stati confermati Rodrigo Ely dal Milan e la punta Ruben Sobrino dal ManCity, poi il Real ha gentilmente offerto Enzo Zidane e il talentuoso Burgui. Soffiato al Genoa il difensore cileno Maripán e tornato Wakaso dal Panathinaikos, come terzino sinistro è stato preso un nuovo Hernández (Héctor, dalla Real Sociedad). Dulcis in fundo, mica tanto dulcis, il tecnico Pellegrino è stato assunto dal Southampton. L’Alavés è ora affidato alle cure di Luis Zubeldía, argentino come Mauricio ma ancora tutto da verificare a questi livelli. Comprensibile lo smantellamento, dopo una stagione che ha attirato gli occhi di tutti sul piccolo club basco. Il Mendizorroza è chiamato all’impresa, ora: salvarsi, di nuovo, dopo aver cambiato tanto. Certezze non ce ne sono, a parte una: ci sarà da lottare pure di più rispetto allo scorso anno. Probabile formazione (4-2-3-1): Pacheco; Vigaray, Alexis, Ely, Hernández; Manu García, Wakaso; Ibai Gómez, Katai, Burgui; Sobrino. All: Zubeldía

 

Athletic Bilbao

(a cura di Matteo Albanese) C’è stato un momento in cui un non meglio precisato giornalista aveva chiesto ad Aritz Aduriz come definisse l’Athletic Bilbao. La risposta dell’oggi 36enne, classe 1981, era stata lapidaria: “Somos una cuadrilla”, che in italiano si traduce più o meno col concetto di “una squadretta di amici”. E in effetti guardando le partite del Kluba, come lo chiamano nell’Euskal Herria, pare che quei ragazzotti si conoscano da sempre: merito della politica societaria (“con cantera y afición no hace falta importación”, e in effetti l’80% dei giocatori in prima squadra esce dal vivaio) ma non solo. Perché è vero che sono tutti di Bilbao e dintorni, tranne Laporte che è francese ma solo sulla carta d’identità, eppure possono contare su un gioco tremendamente consolidato. Gioco che peserà ancora sulle spallone de El Zorro, come detto 36enne, ma non lo direste se non ve l’avessi detto io: lo scorso anno 16 centri in Liga e 7 in Europa League, per un Aduriz (in basco letteralmente vuol dire “quercia”, secondo chi vi scrive non può essere un caso) che quest’anno avrà tanti colleghi di reparto. Il mercato da sempre sceglie prede esclusivamente autoctone e ha infatti portato in dote il ritorno di Kike Sola oltre i giovani Santamaría e Villalibre. Partiti vari ragazzetti in cerca di continuità, hanno poi salutato il portiere Gorka Iraizoz (icona biancorossa, è passato al Girona), il difensore Elustondo e il trequartista Eraso: a sostituirli, Óscar Gil dall’Oviedo e Ager Aketxe dal Cadice. Dal Gijón ecco Vesga a rinforzare il centrocampo, mentre la porta è coperta col ritorno di Iago Herrerín dal Leganés. Tutte operazioni potenzialmente a costo zero, che fanno bene alle casse e stuzzicano i sogni del popolo che storicamente rende il San Mamés una colossale Catedral. Quest’anno l’obiettivo è continuare a sognare, tramutando le migliori oniriche previsioni in solida realtà: ci riusciranno, senza Ernesto Valverde trasferitosi al Barcellona? Dopo quattro anni intensissimi, Txingurri (“formica”, così affezionatamente chiamato qui) ha sposato la causa blaugrana dopo aver distrutto il sogno sextete nel 2015. Peraltro, è l’ultimo trofeo portato a casa dai Lehoiak: forse ricorderete, 4-0 a Bilbao (San José dalla distanza e tripletta di Aduriz), 1-1 al Camp Nou. In ogni caso, i rojiblancos ripartono da un settimo posto in Liga: sperando di far meglio in Europa League, toccherà a Cuco Ziganda prendere il testimone della formica. Ci riuscirà, dopo 6 anni passati a lavorare nelle giovanili? Probabile formazione (4-2-3-1): Herrerín; de Marcos, Etxeita, Laporte, Balenziaga; San José, Beñat; Susaeta, Raúl García, Muniain; Aduriz. All: Ziganda

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Si riparte da lui, per forza di cose.

 

Atlético Madrid

(a cura di Matteo Albanese) Era giovedì 8 settembre, quando la FIFA partoriva un aguzzo comunicato stampa che avrebbe rovinato i sogni della Madrid colchonera. Anzi, rettifico: dell’intero Manzanarre, sicché pure la sponda merengue si è trovata con l’ennesima spada di Damocle pendente sulla testa. In ogni caso, all’Atléti è stata riscontrata una violazione dell’articolo 19, quello ossia affermante l’impossibilità di tesserare calciatori minorenni. La violazione al presente ha portato allo stop per due sessioni di mercato, sanzione confermata nei primi di giugno dal Tas. Il buon Enrique Cerezo, per nulla spaventato, ha dunque optato per un aggiramento tattico: non è un caso che Vitolo sia già stato acquistato dal Siviglia ma “parcheggiato” a Las Palmas in attesa di un suo approdo in rojiblanco il prossimo gennaio. Sono 36 i milioni spesi dall’Atlético, che poi ha annacquato la rosa con vari ritorni dai rispettivi prestiti: tra di essi, Theo Hernández è passato giusto per salutare e tradire trasferendosi al Real (per 30 milioncini) e Javi Manquillo ha fatto lo stesso passando dal Sunderland al Newcastle in via definitiva. Gli altri restano, per ora: Siqueira farà da riserva a Filipe Luis, Kranevitter chissà, ora pure l’attacco è una polveriera. Griezmann ha scelto di restare perché come ha detto lui “è un momento difficile per il club e i miei compagni, sarebbe davvero un brutto colpo per loro se io andassi via adesso”, ma in compenso sarà coadiuvato (oltre che dai vari Correa, Torres e Gameiro) pure dai rientrati Vietto e Santos Borré. A gennaio si ricomincerà a far mercato, anche contando sui 20 milioni incassati dal Porto per il cartellino di Óliver Torres: fino ad allora l’obiettivo sarà giocarsela sui tre fronti, Liga-Copa-Champions, con lo stesso partido a partido che predicato da Simeone è diventato perfino il nome di un popolare programma tv in Spagna. Resta il Cholismo, restano le 38 reti della GCG (Griez-Game-Carrasco), resta un fortino difensivo efficace come pochi. Se mai quest’anno non dovesse incontrare nuovamente il Real, potrebbe arrivare fino a Kiev. Nel caso in cui tutto (ma proprio tutto) dovesse girar per il verso giusto, capitan Gabi potrebbe festeggiare qualcosa presso la Fontana di Nettuno. Probabile formazione (4-4-2): Oblak; Juanfran, Godín, Savic, Filipe Luís; Saúl, Gabi, Koke, Carrasco; Griezmann, Gameiro. All: Simeone

 

Barcellona

(a cura di Saverio Fattori) Il secondo posto con cui si è chiusa la scorsa stagione, se non ti chiami Barcellona, è un piazzamento di tutto rispetto; per una squadra abituata a vincere sempre, però, arrivare dietro ad un altro club è una cosa che non fa mai piacere. I ragazzi dell’ex allenatore Luis Enrique hanno passato un anno difficile, caratterizzato dalla fine di un ciclo che lentamente ha avvolto i blaugrana. L’eliminazione dalla Champions League (per il modo in cui è avvenuta) è stata l’ultimo atto di una squadra che ha incantato Liga ed Europa. Ernesto Valverde, il nuovo tecnico che si siederà sulla panchina del Camp Nou, avrà il compito di riportare in alto una squadra che come dicono i tifosi è “Més que un club”. L’ex allenatore dell’Athletic Club dovrà subito fare i conti con la tempesta perfetta: Neymar passato al PSG per una cifra record che ha reso il brasiliano protagonista del trasferimento del secolo. Tra gli acquisti che hanno caratterizzato l’estate blaugrana il più importante è stato quello di portare sul prato del Camp Nou Nelson Semedo; il terzino destro, ex Benfica, può rappresentare un elemento importante nella rosa di Valverde. Quali sono gli obiettivi stagionali del nuovo Barcellona? Vincere in Liga, dove bisogna ristabilire le gerarche rispetto al Real Madrid; arrivare davanti ai rivali storici è sicuramente importante però i blaugrana vogliono soprattutto tornare a trionfare in Champions League; i quarti di finale dello scorso anno stranno stretti ad una squadra abituata ad arrivare, almeno, in semifinale. Non sarà semplice tornare tra le prime quattro d’Europa ma per Valverde deve essere obbligatorio riportare il Barcellona in alto al di fuori dei confini nazionali. Quale sarà l’undici con cui Valverde metterà in campo i suoi? Probabile formazione (4-3-3): Ter Stegen; Semedo, Piqué, Umtiti, Alba; Rakitic, Busquets, Iniesta; Deulofeu, Suárez, Messi. All: Valverde

 

Celta Vigo

(a cura di Vincenzo Nasto) Osservare il Celta Vigo l’anno scorso è divenuto uno spettacolo contrastante a tutti coloro che credono nell’importanza della tattica nel gioco del calcio: il Celta Vigo è stata sicuramente una squadra offensivamente in grado di mettere in difficoltà squadre di livello, ma ha vissuto uno degli scenari peggiori quando le squadre avversarie superavano il centrocampo palla al piede; i 69 gol subiti sono un dato statistico da maneggiare con i guanti, soprattutto rendendosi conto che il numero è esiguo rispetto alle occasioni da gol subite. Il problema difensivo non può che essere determinato dal gioco ultra-offensivo di Berizzo, che ha cercato di costruire una squadra in grado di girare la palla ad una velocità altissima, trovando in Iago Aspas e Guidetti, i traduttori realizzativi della squadra. Gli enormi sbalzi di condizione non hanno permesso alla squadra di Vigo di poter lottare per posizioni più nobili, traducendo il tutto in una 13esima posizione che non può esser vista come un bicchiere mezzo pieno. Purtroppo anche sul mercato, la società non ha operato al meglio, facendo scelte molto discutibili sia nella zona difensiva, che offensiva: la prima scelta possiamo considerarla troppo onerosa, ovvero quella di acquistare Lobotka (20enne centrocampista) proveniente dal campionato danese, accompagnandolo a Sanchez (26enne difensore centrale) proveniente dal Fulham, tutto questo per 10 milioni.A peggiorare la situazione, la dirigenza non ha voluto scommettere su uno dei pochi giovani interessanti della squadra, quel Theo Bongonda, ala destra che riusciva con la sua velocità e propensione all’inserimento alle spalle del terzino, a mettere in difficoltà qualsiasi difesa: il 21enne è andato in prestito in Turchia al Trabzonspor, togliendo alla rosa uno dei perni su cui appoggiarsi; debilitante potrebbe essere l’acquisto della punta 20enne Maxi Gomez dal Defensor (campionato uruguagliano) se essa sarà la pillola che dovrà addolcire la partenza di bomber Guidetti. Esiste ancora un’ancora di salvezza per il Celta Vigo? Lo scopriremo solamente a maggio se la squadra di Berizzo non farà parte del lotto di squadre in lotta per la retrocessione. Probabile formazione (4-2-3-1): Álvarez; Mallo, Roncaglia, Gómez, Jonny; Hernández, Díaz; Aspas, Wass, Sisto; Guidetti. All: Unzué

 

Deportivo La Coruña

(a cura di Simone Gamberini) La stagione del Deportivo La Coruña è cominciata con un appello alla gente ed un richiamo alla tradizione marinara della città: il forte rapporto con il territorio del nord della Galizia e le tradizioni messe in luce da spot azzeccati e da un kit di tre maglie che si arrampicano sulla storia sia del club che della terra gallega hanno mosso il cuore di un pubblico di passione tipicamente settentrionale che ha risposto con più di 20.000 abbonamenti. La squadra diretta dall’ex Betis Pepe Mel difficilmente potrà ambire a qualcosa di meglio di una salvezza tranquilla visto anche un mercato che ha mantenuto la rosa sugli stessi standard della passata stagione. Il collettivo è stato svecchiato e alcune partenze come quelle di Poroto Lux e Oriol Riera sono dolorose più sul piano del cuore che su quello tecnico. Gli addii più pesanti sono quelli di Kakuta, l’ex Lazio esploso nella parte intermedia della stagione, Insua, partito per andare allo Schalke in Germania e soprattutto Alex Bergantiños, il più corugnese e deportivista della squadra che ha preso la via di Lisbona direzione Sporting. Tuttavia questi partenti sono stati rimpiazzati da acquisti di buon livello: su tutti Fabian Shar per la difesa aggiunge un valore importante alla parte centrale del pacchetto arretrato, così come Gerard Valentin arrivato dal Gimnastic offre importante qualità nel ruolo di terzino destro. Da non sottovalutare gli arrivi dell’ormai ex Udinese Guilherme e del canterano del Real Valverde. Come detto precedentemente a Riazor quest’anno l’obiettivo è quello di centrare una parte tranquilla della classifica, possibilmente entro le prime 10: riuscire a tagliare questo traguardo non sarà assolutamente facile vista al concorrenza della parte alta della classifica ma comunque lo standard della salvezza dovrebbe essere garantito dalla rosa allestita. Probabile formazione (4-2-3-1): Tyton; Juanfran, Sidnei, Schär, Luisinho; Mosquera, Borges; Bruno Gama, Emre Colak, Carles Gil; Andone. All: Mel

 

Eibar

(a cura di Massimiliano Perego) L’Eibar è stata una delle più belle sorprese della scorsa Liga, il decimo posto raggiunto è stato un qualcosa di grandioso per la squadra basca, un risultato che è andato al di la di ogni più rosea aspettativa e che è stato raggiunto grazie a dei giocatori che hanno dato l’anima in campo dall’inizio alla fine in ogni partita giocando con compattezza e cinismo, due fattori importantissimi soprattutto se non si hanno in rosa bomber in grado di garantire una ventina di gol all’anno. Una delle caratteristiche che ha esaltato lo Stadio municipale di Ipurúa durante tutto l’arco del campionato è stata quella di riuscire a mandare in rete tanti giocatori diversi, ben 14, esprimendo un calcio magari poco spettacolare ma molto concreto, fatto di sovrapposizioni sulle fasce e continui movimenti degli attaccanti nella trequarti avversaria. Il miglior cannoniere dell’Eibar nella scorsa Liga è stato Sergi Enrich con 11 gol segnati, a seguire troviamo Pedro León con 10 centri e la coppia Adrián González e Kike con 7 gol a testa. Proprio Adrián González è uno dei migliori giocatori ceduti dall’Eibar in questo mercato, insieme a lui, su tutti gli altri, hanno lasciato Ipurúa anche Lejeune, venduto al Newcastle per 10 milioni di euro, e Antonio Luna che si è accasato al Levante. Acquistato per 3,5 milioni, Paulo Oliveira, ex difensore centrale dello Sporting Lisbona, sarà probabilmente il sostituto di Lejeune mentre le altre due spese più corpose fatte dalla dirigenza basca sono state fatte per due portieri, il primo è Yoel che è stato riscattato dal Valencia per 750 mila euro dopo aver giocato in totale 25 partite nella scorsa stagione con la maglia dell’Eibar, il secondo è Dmitrovic, portiere serbo arrivato dall’Alcorcón per 1 milione di euro. Per quanto riguarda gli obiettivi per la stagione che avrà inizio a breve con la prima giornata di campionato, l’Eibar penserà prima di tutto a raggiungere una tranquilla salvezza con la consapevolezza di poter trovare maggiori difficoltà rispetto alla scorsa annata in cui è sembrato andare tutto a meraviglia escluse le ultime giornate dove la mancanza di panchina e di esperienza hanno fatto dire addio ai sogni europei. Probabile formazione (4-4-2): Yoel; Ander Capa, Paulo Oliveira, Gálvez, José Ángel; Pedro León, Escalante, Dani García, Inui; Kike, Sergi Enrich. All: Mendilibar

 

Espanyol

(A cura di Marco Aurelio Stefanini) Dopo alcune stagioni deludenti, il progetto Espanyol comincia a trovare una certa quadratura. La proprietà cinese, attraverso una serie di investimenti non troppo esosi ma particolarmente mirata, ha dato nuove energie ad una squadre che ormai si assesta a ridosso delle zona Europa League, pronta a compiere un ulteriore passo che la riporterebbe in Europa dopo ben 11 anni d’assenza, quando il primo titolo Europeo sfumò soltanto ai rigori contro il Siviglia di Luis Fabiano e Kanoute. Per la missione europea ci si affida nuovamente a Quique Sanchez Flores, colui che ha riportato l’Atletico Madrid ai vertici Europei. Il mercato al momento ha permesso di sfoltire gli esuberi o quantomeno chi non aveva particolarmente inciso (su tutti Felipe Caicedo, finito alla Lazio) lasciando che il solo Diego Reyes, titolare inamovibile, non venisse riscattando dal Porto, che ha deciso fortemente di puntarci. In porta si registra il riscatto di Diego Lopez dal Milan, mentre in difesa arriva il giovane centrale classe ‘95 Mario Hermoso dal Real Madrid. Per il centrocampo (il modulo di partenza sarà il 4-4-2) è stato riscattato Pablo Piatti dal Valencia (stella durante la stagione passata con 10 reti e 12 assist) ed è stato preso lo svincolato Esteban Granero, lo scorso anno al Real Sociedad e in passato con diverse comparsate col Real Madrid. Inoltre dalla primavera entrerà in pianta stabile Oscar Melendo. In attacco confermatissima la coppia Gerard Moreno e Leo Baptistão (13 gol l’uno e 7 assist il secondo). Un gruppo già assodato, con pochissimi cambiamenti, che punta assieme a rinnovarsi per giungere al sogno, ormai non troppo proibito, Europeo. Probabile formazione (4-4-2): Lopez, J. Lopez, Hermoso, D. Lopez, Caricol; Perez, Granero, Sanchez, Piatti; Moreno, Baptistao. All: Sánchez Flores

 

Getafe

(a cura di Livio Bazzica) Il Getafe è una delle tre neopromosse della prossima stagione, l’unica che ha guadagnato il posto tramite play-off, dopo aver sconfitto Huesca in semifinale e Tenerife in finale. Era una delle favorite all’ascenso dopo la retrocessione in Segunda, la prima della sua storia, eppure l’inizio della scorsa stagione fece temere il peggio, quando a settembre toccò il suo punto più basso attestandosi al penultimo posto. Poi l’arrivo di Bordalás e la risalita, anche grazie alle 20 marcature di Molina, fino al terzo posto ed alla promozione. Curioso che proprio contro il Tenerife all’Heliodoro arrivò la prima promozione in Liga, tredici anni prima. Rivoluzionato il reparto degli estremi difensori con due nuovi arrivi a giocarsi il posto con Guaita, l’unico reduce fra i portieri della scorsa stagione. Martinez, terzo portiere dell’Arsenal, è l’ultimo arrivato dopo che Manojlovic, acquistato dalla Stella Rossa per 1.25 milioni, non ha convinto più di tanto nelle amichevoli. Un altro tassello importante, e d’esperienza, per la difesa è Antunes, l’ex romanista è infatti sbarcato nella cittadina vicino Madrid in prestito dalla Dinamo Kiev per prendersi la fascia sinistra. Altri due nuovi innesti del Getafe targato Bordalás sono il terzino destro Djené, espressamente voluto dal tecnico, ed il centrale ex Braga Velazquez. Djené ritrova l’allenatore che lo ha lanciato, proprio con Bordalás infatti ha fatto vedere le cose migliori quando giocava nell’Alcorcon. Poi il trasferimento al Sint-Truiden prima di fare ritorno in Spagna per prendersi la fascia destra del Getafe. Interessante anche il giovane centrale uruguaiano di proprietà dell’Atletico Madrid, che ha fatto tutta la trafila con la Nazionale; pecca un po’ in continuità di prestazioni, ma ha un buon fisico, velocità e un discreto piede. Anche lui è un ex, avendo disputato due stagioni con il Getafe fino al 2016. Un altro nuovo arrivato, questa volta per rinforzare il centrocampo, è Shibasaki, sicuramente la nota più lieta della sin qui claudicante pre-temporada del Getafe; il giapponese viene a titolo gratuito dal Tenerife e presto potrebbe essere raggiunto da un altro ex canario, di proprietà però dell’Atletico Madrid, e cioè Amath, delantero 21enne capace di mettere a referto 12 reti la scorsa stagione. La concorrenza per averlo è folta, ma proprio in queste ultime ore il Getafe sta effettuando il sorpasso decisivo per assicurarsi le sue prestazioni in prestito. Probabile formazione (4-2-3-1): Guaita; Antunes, Cala, Velazquez, Djené; Markel, Shibasaki; Pacheco, Portillo, Fajr; Molina. All: Bordalas

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Hype level: 10/10, come da numero di maglia

 

Girona

(a cura di Ada Cotugno) Dopo quatto anni alla guida del Girona, Pablo Machin è riuscito nella storica impresa di portare i biancorossi nella massima serie spagnola per la prima volta dalla loro fondazione dopo una cavalcata trionfale nel campionato cadetto culminata con un soddisfacente secondo posto, frutto di uno splendido campionato.
A caratterizzare il Girona nella sua prima stagione nella Liga sarà la stretta collaborazione con il Manchester City che ha visto nella neopromossa squadra spagnola la palestra ideale dove far crescere i suoi giovani talenti: Guardiola ed il suo staff ad oggi hanno ceduto ben quattro giocatori in prestito fra cui Douglas Luiz, mediano classe ’98 arrivato direttamente dal Vasco da Gama, Pablo Maffeo, terzino destro che si è preso già la scena nei primi test estivi e Marlos Moreno, uno dei profili da tenere maggiormente d’occhio. Dalla Premier League inoltre sono arrivati altri due rinforzi importanti: si tratta di Christian Stuani e Bernardo Espinosa, due innesti dalla grande esperienza arrivati direttamente dal Middlesbrough per poco più di dieci milioni di euro che, assieme all’acquisto di un portiere come Gorka Iraizoz (non proprio un ragazzino visti i suoi 36 anni), costituiranno l’ossatura giusta per affrontare al meglio al prossima stagione. Di contro ai tanti acquisti e alla speciale collaborazione con il Manchester City, che sicuramente porterà al Girona tanti giovani talentuosi e dalla gran voglia di mettersi in mostra, ci sono i tanti prestiti terminati che hanno portato via ai biancorossi ben diciassette giocatori fra cui Samuele Longo, centravanti italiano ritornato dal prestito all’Inter dopo aver contribuito a suon di gol alla storica promozione diventando il capocannoniere.
Nonostante la perdita importante, la prossima stagione potrebbe ancora sorridere al Girona che con l’acquisto di un centravanti di peso potrebbe riuscire a centrare la salvezza, seppur nelle ultime giornate: la rosa sembra essere all’altezza di questa nuova avventura grazie anche ai saggi consugli di Machin che, dopo essere riuscito nella grande impresa della promozione, ha ancora voglia di stupire tutta la Spagna calcistica con le sue gesta. Probabile formazione (4-4-2):  Iraizoz; Maffeo, Alcala, Espinoza, Aday; Aleix Garcia, Borja Garcia, Kiko, Douglas Luiz; Stuani, Marlos Moreno. All: Machin

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Una salvezza da sogno passa soprattutto per i suoi guantoni.

 

Las Palmas

(a cura di Francesco Castorani) Las Palmas de Gran Canaria non è mai stata una meta attraente per gli appassionati di calcio e probabilmente mai riuscirà a raggiungere altissimi livelli. Tuttavia sotto la gestione Quique Setién i gialli hanno centrato l’obiettivo di divertire i propri tifosi, con un gioco spumeggiante e molto offensivo che si è rivelato la caratteristica principale della squadra. La stagione dello scorso anno si era avviata nel migliore dei modi, salvo poi concludersi in negativo, con 6 sconfitte nelle ultime 6 di Liga, e un 14esimo posto che non rispecchia il calcio mostrato nel girone di andata. Una stagione a due facce, in cui da una parte il Las Palmas ha reso il proprio stadio un fortino, perdendo la prima gara casalinga solo a febbraio contro il Siviglia: dall’altra ha sofferto un tremendo mal di trasferta, capitolando in ben 15 gare (su 19) lontano dalle mura amiche. Partiamo dagli addii, che sono stati dolorosi. Dopo due anni in panchina ha lasciato la UD per il Betis, il tecnico Quique Setién, amato nell’isola delle Canarie, ma bisognoso di nuove sfide e approdato dunque in un Real Betis che ha già speso molto sul mercato. L’onere di sostituirlo spetterà Manolo Marquez, allenatore del Las Palmas Atletico, militante in Tercera Division. La sua nuova squadra si sta formando a suon di prestiti, ma ha dovuto salutare un’altra pedina fondamentale: il metronomo tuttofare Roque Mesa, volato allo Swansea dopo una stagione strepitosa. I prestiti comunque stanno migliorando la rosa a disposizione di Marquez, il quale ha accolto con piacere il ritorno di Sergio Araujo dall’Aek Atene. L’argentino farà coppia in attacco con il connazionale Calleri, alla ricerca di un’esperienza positiva in Europa dopo il fallimento al West Ham. Mentre l’acquisto più importante per il Las Palmas, lo ha compiuto l’Atletico Madrid che non potendo tesserare Vitolo (causa blocco del mercato estivo) lo ha “parcheggiato” fino al 31 dicembre nell’isola di Gran Canaria. L’obiettivo del Las Palmas sarà quello di ritrovare la sua identità dopo un brutto finale di stagione. La UD però, con giocatori del calibro di Jonathan Viera e Kevin-Prince Boateng, e con qualche acquisto azzeccato, può arrivare senza problemi tra le prime 10, attraverso la tendenza al bel gioco che l’ha sempre caratterizzata. Probabile formazione (4-2-3-1): Lizoain; Simon, Lemos, Bigas, B. Herrera; V. Gomez, Jonathan Viera; Halilovic, Boateng, Vitolo; Calleri. All. Marquez

 

Leganés

(a cura di Massimiliano Perego) Il Leganés formato 2017/2018 deve assolutamente ripartire da quanto di buono fatto nel finale della scorsa Liga quando nelle ultime cinque giornate è arrivata una sola sconfitta a fronte di due pareggi e due vittorie, ruolino di marcia che ha permesso alla squadra di Madrid di raggiungere una salvezza a lungo inseguita e che lo Sporting Gijon ha provato a mettere in discussione fino a pochissime giornate dalla fine. Un giocatore, su tutti, si è messo in mostra nella scorsa stagione, parliamo di Alexander Szymanowski, il centrocampista argentino ha chiuso la sua personalissima Liga con ben 8 gol in 28 presenze, numeri importantissimi per un giocatore che anche nella stagione della promozione del Leganés nella massima divisione spagnola si è messo in mostra giocando la bellezza di 42 partite e riuscendo a segnare 12 gol. Il reparto dove Asier Garitano dovrà lavorare maggiormente è quello dell’attacco, nella scorsa Liga il miglior attaccante dei bianco blu è stato Guerrero che ha segnato solamente 5 gol, serve un bomber di categoria che possa garantire almeno una decina di gol anche se fino ad ora la dirigenza del Leganés ha acquistato giocatori in tutti i reparti tranne che in quello d’attacco. L’acquisto più oneroso del Leganés, fino ad ora, è quello di Dimitrios Siovas, il difensore greco prelevato dall’Olympiacos per 3 milioni di euro andrà ad affiancare capitan Mantovani al centro della difesa bianco blu. A seguito del ritorno al Granada di Víctor Díaz, il Leganés ha coperto subito il buco lasciato sulla fascia destra di difesa acquistando per 600 mila euro Tito dal Granada. L’obiettivo del Leganés per la stagione ormai alle porte è sicuramente quello di raggiungere la salvezza, come vi dicevamo in apertura la fase conclusiva della scorsa Liga deve essere un punto di partenza per i ragazzi di Garitano che guidati da Szymanowski venderanno cara la pelle. Probabile formazione (4-2-3-1): Serantes; Tito, Mantovani, Siovas, Diego Rico; Timor, Rubén Pérez; El Zhar, Gabriel, Szymanowski; Guerrero. All: Garitano

 

Levante

(a cura di Livio Bazzica) Il Levante si presenta ai nastri di partenza della prossima stagione da campione della Segunda Liga; una cavalcata, quella della scorsa annata, in cui il titolo non è mai stato in discussione e finita con 14 punti di margine dal Girona secondo. Uno dei grandi trascinatori però mancherà fino a gennaio 2018, stiamo parlando di Roger Martì, vice-pichichi della Segunda con 22 reti fermato da una rottura parziale del legamento crociato. Ma il blocco promozione è stato confermato, con l’aggiunta di qualche pedina interessante per puntare concretamente alla permanenza in massima serie. Detto dell’assenza di Martì per metà stagione, era abbastanza scontato che il primo obiettivo del Levante fosse colmare questo vuoto e permettere all’attaccante di tornare con calma. A questo proposito sono arrivati Alegria, in prestito dal Betis, e soprattutto Ivi dal SevillaB per 1,20 milioni di euro. Sarà interessante giudicare in Liga soprattutto il secondo, che viene da un’ottima annata in Segunda condita da 14 reti; può svariare sulla trequarti, preferibilmente sulla sinistra, o come punta centrale ed almeno inizialmente il posto da titolare sarà suo. La vera scommessa come trequartista sarà però Enis Bardhi, talento 22enne macedone che lo scorso anno nella massima serie ungherese ha messo a referto 12 gol e 7 assist in 29 partite. Da segnalare anche l’acquisto a centrocampo del capitano del Metz Doukouré, fin qui il giocatore più pagato con 1.6 milioni di euro spesi, ed il ritorno in prestito di Rober Pier. Adesso l’urgenza è un altro difensore centrale, d’esperienza magari, per completare il pacchetto arretrato. Le due uscite più importanti, che hanno permesso di fare cassa e dunque avere più libertà sul mercato, sono state abbastanza indolori. Non tanto per la qualità dei giocatori, quanto perché entrambi erano in prestito e dunque la rosa di per sé non perde nulla. Stiamo parlando di Camarasa e Deyverson, venduti per un totale di 12 milioni rispettivamente al Betis ed al Palmeiras. Probabile formazione (4-2-3-1): Raul; Luna, Chema, Pier, Pedro Lopez; Campana, Doukouré; Morales, Bardhi, Jason; Ivi. All: Muniz

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Dal Betis con furore. In avanti ci sarà più Alegria.

 

Málaga

(a cura di Matteo Albanese) C’è un proverbio, in Spagna, che dice più o meno questo: una piccola acciuga nuota tanto quanto una grossa cernia. Sono tutti uguali i pesci, e i Boquerones non fanno eccezione. Veleggiando nella tranquilla metà classifica, dopo aver però cambiato tre timonieri diversi (Juande Ramos, Marcelo Romero, infine Míchel), il mare è piatto e non ci sono preoccupazioni. Anche perché pare che il Malaga, anziché alle acciughe da cui prende il soprannome, sia assimilabile ad un salmone: hanno risalito i mari controcorrente, da queste parti, tra sceicchi che han chiuso i rubinetti, l’ingegner Pellegrini, Isco, i quarti di Champions e il ritorno nell’anonimato. Dopo un undicesimo posto in Liga, lo scorso anno, si prosegue sul filone dell’autogestione: via Camacho al Wolfsburg e Fornals al Villarreal, rispettivamente per 15 e 12 milioni, ha salutato pure Sandro Ramírez (14 reti in 30 presenze, si è accasato all’Everton per 6 milioni). Smantellata l’ultima fondamenta della vecchia guardia, essendosi ritirati Welington e Demichelis, è stato poi svincolato il portoghese Duda. La spesa maggiore è stata effettuata per Emanuel Cecchini, strappato a Genoa e Inter per 4 milioni: di certo, però, la rosa si è indebolita. Via in un colpo solo i tre portieri (Kameni e Boyko in Turchia, Ochoa in Belgio), ecco Roberto dall’Espanyol: niente male, considerato che Míchel lo allenò già in Grecia all’Olympiakos. Difesa rifatta con l’addio di Diego Llorente (Baysse comprato dal Nizza, Luis Muñoz promosso in prima squadra, Juankar tornato dal prestito al Braga), il centrocampo ha perso fosforo ma ha acquisito l’esperienza di Kuzmanovic. Sulla trequarti presi González dall’Eibar e Peñaranda dal Watford, davanti è stato ceduto pure Charles. La scommessa porta il nome di Borja Bastón: a 24 anni, reduce dal flop in Premier con lo Swansea, non ha alternative. Se torna il bomber da 18 reti (2015/16) può riprendersi la scena a La Rosaleda. Dove, in attesa di tempi migliori, ci si consola con chi c’è ancora (capitan Recio su tutti, canterano nonché anima del centrocampo) e si ripensa nostalgicamente al passato. Non c’è obiettivo, si pensa a star tranquilli, anche perché La Liga comincia con zero punti per tutti. E le piccole acciughe nuotano tanto quanto le grosse cervie. Probabile formazione (4-2-3-1): Roberto; Rosales, Baysse, González, Juankar; Recio, Kuzmanovic; Keko, Juanpi, Jony; Bastón. All: Míchel

 

Real Betis

(a cura di Paride Coti) Grande attesa da parte dei tifosi per la stagione del Real Betis, con i giocatori chiamati a delle prestazioni di livello dopo uno sforzo societario sia sul mercato che nell’espansione del brand bianco-verde. Una completa ristrutturazione dell’Estadio Benito Villamarin, dominatore del quartiere sevillano di Heliopolis, ha incrementato esponenzialmente gli abbonamenti stagionali dei tifosi, che sperano di essere ripagati da grandi partite anche da parte dei principali nuovi arrivati, che rispondono ai nomi di Boudebouz, Guardado, Tello, Leon e Amat. Oltre a questi 5 principali acquisti, altri profili aiuteranno la squadra, che verosimilmente può ora ambire ad entrare nella top 10 del campionato. Le partenze di Ceballos, Castro e Piccini hanno infatti in un certo senso ridimensionato gli obiettivi stagionali, che avrebbero altrimenti potuto sperare addirittura in un piazzamento europeo. Ovviamente una rivoluzione così radicale non assicura buoni risultati: saranno le settimane di duro lavoro durante la stagione a formare il gruppo giusto per andare in cerca di un successo che nella sponda Betica della città aspettano da molto tempo. E chissà che non si possa finalmente infuocare anche il derby di Siviglia! In fondo, il Balompié non aspetta altro che i frutti di quanto seminato: se tutto andasse come sperato, perché non candidarsi al ruolo di sorpresa della prossima Liga? Se León (arrivato dall’Osasuna) dovesse confermare o meglio migliorare le sue 10 reti stagionali e se Sanabria si scoprisse finalmente trascinatore dopo la partenza verso la Cina del leader tecnico e motivazionale di questa squadra (Rubén Castro), allora il popolo biancoverde potrebbe davvero cominciare a divertirsi. Probabile formazione (4-2-3-1): Adán; Barragán, Pezzella, Feddal, Durmisi; Guardado, Camarasa; Joaquín, Boudebouz, Tello; Sergio León. All: Quique Setién

 

Real Madrid

(a cura di Saverio Fattori) La scorsa stagione è stata semplicemente perfetta per il Real Madrid; la squadra di Zidane, non solo ha vinto la Liga, davanti agli eterni rivali del Barcellona ma è anche riuscito nell’impresa di trionfare per la seconda volta in Champions League. Nonostante non fosse una squadra spettacolare dal punto di vista del gioco, ha saputo coniugare solidità difensiva e incredibile cinismo dal punto di vista offensivo. Grazie a queste due armi e, ovviamente, a campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Sergio Ramos, Modric e Benzema il Real ha vissuto un anno indimenticabile. Come si fa a migliorare una squadra perfetta per renderla ancora più devastante? Bisogna inserire elementi in grado di aggiungere ulteriore qualità ad una rosa colma di talento. Proprio per questo motivo il Real non si è mosso in maniera consistente sul mercato, acquistando però un certo Dani Ceballos; il giocatore ex Betis va a completare un reparto, il centrocampo, che ha dimostrato di essere uno dei più forti d’Europa. L’obiettivo del Real Madrid per la prossima stagione è il più difficile per qualunque squadra: confermarsi; fare meglio dello scorso anno vuol dire fare quel triplete che ogni grande club vuole ottenere. Dopo due Champions League vinte, fare bene ancora in Europa è semplicemente complicato visto anche la qualità degli avversari; in campionato, Zidane vorrà arrivare nuovamente davanti al Barcellona. Ma prima di pensare a campionato ed Europa, il Real ha come obiettivo la Supercoppa Europea (contro il Manchester United) e quella spagnola (contro Messi e compagni); alzare questi due trofei è il miglior modo per far capire a tutti che sarà ancora una stagione a tinte Real. Zidane schiererà lo stesso undici della passata stagione o cambierà qualcosa nell’undici titolare? Probabile formazione (4-3-3): Navas; Carvajal, Pepe, Varane, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos; Ronaldo, Benzema, Bale. All: Zidane

 

Real Sociedad

(a cura di Massimiliano Perego) Chiudendo la passata Liga al sesto posto, la Real Sociedad si è assicurata un posto nella fase a gironi dell’Europa League, un traguardo importante che è stato raggiunto all’ultima giornata quando la squadra basca ha pareggiato 2-2 sul campo del Celta Vigo superando l’Athletic Club sconfitto al Vicente Calderon contro l’Atletico Madrid. La squadra allenata da Eusebio Sacristán ha tutte le carte in regola per replicare il buonissimo campionato scorso dove è riuscita a proporre un calcio allo stesso tempo divertente ed equilibrato con il centrocampo che è stato il vero e proprio reparto cardine della stagione. Il calciomercato non ha visto, fino ad ora, grandi partenze a parte Yuri Berchiche, ceduto per 16 milioni di euro al Paris Saint Germain, e Granero che si è accasato all’Espanyol a titolo gratuito. In entrata sono da segnalare, su tutti, due acquisti, il primo è quello di Adnan Januzaj, l’ex giocatore del Manchester United vuole dare una scossa alla sua carriera e la Real Sociedad sembra essere la squadra giusta per esprimere al meglio le grandi doti tecniche e tattiche di quello che qualche anno fa era definito uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama europeo. Il secondo acquisto degno di nota è quello di Diego Llorente, il 23enne difensore centrale è stato pagato 6 milioni di euro ed arriva dal Real Madrid che la scorsa stagione lo ha mandato in prestito al Malaga dove ha giocato 25 partite totali condite da 2 gol, Llorente è in grado di ricoprire sia il ruolo di difensore centrale che quello di terzino destro ed è anche stato provato come mediano davanti alla difesa. La formazione tipo per la stagione 2017/2018 per ora non dovrebbe discostarsi troppo da quella della passata stagione, l’unico che potrebbe inserirsi è proprio Diego Llorente mentre Januzaj dovrà sicuramente lottare giornata dopo giornata per guadagnarsi la maglia da titolare, il tridente d’attacco è molto ben assortito con Carlos Vela e Oyarzabal a sostenere la punta centrale Willian José. Se nella Liga che avrà inizio a breve la Real Sociedad vuole dare continuità al risultato dello scorso anno centrando la qualificazione all’Europa League o addirittura alla Champions League, nella seconda competizione europea per club i bianco blu potrebbero superare la fase a gironi senza troppi patemi per poi provare ad arrivare più in fondo possibile, d’altronde è risaputo che gli scontri andata e ritorno in Europa League sono molto particolari e pieni di insidie. Probabile formazione (4-3-3): Rulli; Odriozola, Diego Llorente, Iñigo Martínez, de la Bella; Illarramendi, Zurutuza, Xabi Prieto; Vela, Willian José, Oyarzabal. All: Sacristán

 

Siviglia

(a cura di Simone Gamberini) Nel Barrio Nervion di Siviglia l’estate si è vissuta tra due fuochi contrastanti: da un lato la forza romantica dei ritorni di Banega e Jesus Navas, un eroe delle gloriose campagne di Europa League e un sevillano sevillista puro che rincasa quattro anni dopo il suo primo saluto al Pizjuan; dall’altra parte però il forte rammarico per la perdita di due giocatori simbolo dell’ultima era rojiblanca, quei Vitolo e Iborra che avevano lasciato un segno indelebile nelle ultime stagioni prima di fare le valigie e dirigersi uno verso Madrid con sosta a Gran Canaria, e l’altro in Inghilterra per provare a ricostruire un Leicester competitivo. Il mercato ha decisamente cambiato la rosa a disposizione del nuovo tecnico Berizzo che ha visto rivoluzionarsi un attacco ormai orfano di Nasri, Jovetic e Vietto rimpiazzati dai colpi di lusso Nolito e Muriel oltre che dal rientrante Muñoz, giovane che ha contribuito nell’ultimo anno di prestito al ritorno in Liga del Levante. Anche la difesa ha visto una piccola scossa: via due veterani come Rami e Mariano, dentro un profilo d’esperienza come Simon Kjaer ed il giovane Corchia. Ma la principale innovazione di questa squadra sta nel cambio di guida tecnica: come anticipato non ci sarà Sampaoli sulla panchina del Siviglia ma l’ex allenatore di O’Higgins e Celta Vigo Eduerdo Berizzo. Il Toto ha la responsabilità di confermare le tre qualificazioni consecutive alla Champions League arrivate con i corsi precedenti e per farlo si affiderà ad una filosofia adatta e compatibile a quella lasciata in eredità dal suo connazionale predecessore. Un calcio veloce, divertente e vincente fatto di inserimenti e gioco palla a terra per raffinare ancor di più un pubblico viziato dal bel gioco dell’ultimo anno. Sulla carta la squadra parte così come l’anno scorso come quarta forza del campionato ma difendersi dagli attacchi di chi l’anno scorso è arrivato dietro non sarà assolutamente facile ma è altrettanto vero che questo Siviglia è in grado almeno sulla carta di impensierire l’Atletico Madrid, soprattutto nei mesi in cui i Colchneros non potranno usufruire dei rinforzi, nel ruolo di antagonista principale di Real Madrid e Barcellona. Una stagione difficile da valutare ma che ha dato buoni segnali nel precampionato, un Siviglia rinnovato e ringiovanito che proverà a confermare quanto di buono costruito in queste ultime stagioni nella città più passionale della Spagna. Probabile formazione (4-2-3-1) Rico; Mercado, Kjaer, Pareja, Escudero; Banega, N’Zonzi; Nolito, Vazquez, Jesus Navas; Muriel. All: Berizzo

 

Valencia

(a cura di Francesco Castorani) Il Valencia è pronto per rinascere. Dopo due stagioni opache, l’ultima addirittura caratterizzata dalla paura della retrocessione, è tempo di tornare nelle zone alte della classifica. L’ultima stagione è praticamente tutta da cestinare. Si può salvare soltanto l’atteggiamento e la reazione che la squadra ha avuto da gennaio, permettendole di non rimanere invischiata nella corsa alla salvezza. Al Mestalla c’è bisogno di stabilità e il tecnico individuato per dare un nuovo volto al Valencia è Marcelino. L’ex Villarreal dovrà riuscire a non farsi esonerare in una piazza difficile come questa, in cui ultimamente si sono avvicendati troppi allenatori (3 solo nell’ultima stagione). La squadra non è stata smantellata come lo scorso anno, anzi finora sono stati spesi più soldi di quanti incassati dalle cessioni. Sono stati definitivamente riscattati Simone Zaza dalla Juventus e Fabian Orellana dal Celta Vigo, due pedine fondamentali nello scacchiere di Voro, che hanno aiutato non poco la causa valenciana da gennaio in poi. A titolo definitivo è approdato anche il brasiliano Neto, giovane portiere in forze prima alla Fiorentina e poi alla Juventus, che raccoglierà l’eredità del connazionale Diego Alves. Altre due promesse da citare sono il serbo Nemanja Maksimovic, messosi in mostra ad Euro21 e il giovanissimo canterano Toni Lato, che ha trovato spazio nell’ultimo finale di stagione. Il mercato in entrata non sembra affatto terminato e il Valencia, in caso di cessione di uno tra Gaya e Cancelo, potrebbe compiere un colpo per reparto, rinforzando ulteriormente una rosa giovane e interessante. L’età media della squadra valenciana è di circa 25 anni, di due inferiore a quella della Liga. Dunque i presupposti per ricreare qualcosa di importante a Valencia ci sono tutti. La squadra è sicuramente giovane e di talento, ma intorno a questi troviamo anche figure fondamentali ed esperte come Abdennour, Garay, Parejo o Nani. Da Marcelino non possiamo aspettarci un altro fallimento in campionato in un’altra stagione senza coppe europee. Ci aspettiamo inoltre che il tecnico riesca a dare una svolta all’equilibrio (soprattutto difensivo) di una squadra che lo scorso anno ha subito 65 gol (record negativo per i pipistrelli). E con il talento di diversi giocatori nel reparto offensivo è lecito aspettarsi che il Valencia torni a garantire spettacolo e che il Mestalla ricominci a fare paura! Probabile formazione (4-2-3-1): Neto; Cancelo, Abdennour, Garay, Gaya; Parejo, Soler; Orellana, Santi Mina, Nani; Zaza. All. Marcelino

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Ottimo motivo per intimorire gli avversari

 

Villarreal

(a cura di Vincenzo Nasto) Sembra artificioso descrivere il Villarreal come una delle squadre più continue degli ultimi anni in Liga: questo soprattutto dopo la promozione nel 2013 che ha portato il Sottomarino Giallo ad imporsi sempre tra le prime 10 del campionato, favorendo negli ultimi anni le entrate economiche dovute alla partecipazione alle coppe europee; infatti negli ultimi 3 anni il Villarreal si è dovuto solamente arrendere nei quarti o negli ottavi di Europa League, non avendo talento o fortuna nell’arrivare al turno successivo. La squadra ha puntellato sapientemente la difesa in questo mercato estivo, sapendo già di dover perdere una pedina fondamentale come Matteo Musacchio (direzione Milan): proprio sotto l’indicazione di coach Escriba, sono arrivati Semedo dallo Sporting Lisbona (difensore centrale molto atletico, e con un buon margine di crescita per i suoi 23 anni), ma soprattutto ha trattenuto sapientemente l’ex Napoli Victor Ruiz, miglior centrale della squadra lo scorso anno; dal centrocampo in su, per puntare ad obbiettivi come la qualificazione alla coppa dalle grandi orecchie, il Villareal ha subito pensato a Pablo Fornals e ad Enes Unal. Questi sono due colpi fondamentali, sia per l’accordo economico raggiunto con le due società (Manchester City e Malaga) che ha dimostrato la pazienza nelle trattative per il Sottomarino giallo, ma sia per il tasso tecnico divenuto di grande levatura se si pensa alle potenzialità dei due atleti: entrambi sono Under 21, ma hanno già dimostrato di poter essere adatti ad un calcio come quello spagnolo, sia per la qualità da interno di un centrocampo a 3 per Fornals (58 presenze col Malaga), sia per la cattiveria abbinata ad un mix di tecnica e potenza fisica che caratterizza l’animo realizzativo del 20enne Enes Unal; tutto questo abbinato ad una squadra che ha cercato di mantenere tutti i suoi pezzi pregiati (vedesi Samu Castillejo e Nicola Sansone) e che riparte dalle solide basi costruite in questi anni. Questa potrebbe diventare anche la stagione della vita tra i pali di Sergio Asenjo, il golden boy del Valladoid, che a 28 anni vuole esplodere finalmente nel calcio che conta col Villareal, dovendo però rientrare solamente negli ultimi giorni di agosto per l’infortunio al ginocchio sinistro. Probabile formazione (4-4-2): Asenjo (Barbosa); Gaspar, Ruiz, Semedo, Jaume Costa; Castillejo, B. Soriano, Trigueros, R. Soriano; Sansone, Bakambu. All: Escribá

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