Guida al Brasileirão 2020 – Internacional

Città: Porto Alegre
Stadio: Beira-Rio (50128 posti)
Miglior piazzamento: Campione (3)
Nel 2019: 7°
Competizione continentale: Copa Libertadores

LA SQUADRA

Dopo aver conquistato la Superliga con il Racing nel 2019, El Chacho Coudet ha lasciato l’Argentina a metà della scorsa stagione per accettare la chiamata dell’ambizioso Internacional.

La sua mano si è vista fin da subito con l’implementazione del suo 4-1-3-2 tipicamente argentino, in cui è fondamentale il ruolo del mediano, dove ha voluto fortemente l’acquisto di Damián Musto, suo uomo di fiducia dai tempi del Rosario Central e del Club Tijuana.
El León deve abbassarsi tra i due centrali per formare una linea a tre in costruzione, consentendo ai terzini di alzarsi simultaneamente occupando l’ampiezza.
Sulla fascia destra è arrivato Renzo Saravia, che ha deluso al Porto dopo essersi guadagnato un posto stabile nella Selección proprio con Coudet, mentre a sinistra Moisés parte favorito su Uendel.

I difensori centrali sono un punto di forza del Colorado: titolarissimo l’argentino Victor Cuesta, il migliore nel 2019 per palloni recuperati ma anche per dribbling tra i difensori centrali (quasi 2 a partita), molto sicuro col pallone tra i piedi e dotato di un ottimo sinistro in impostazione.
Al suo fianco nel finale della scorsa stagione è emerso con prepotenza il talento del 21enne Bruno Fuchs, dotato di un fisico imponente e di una progressione che gli permette di essere più aggressivo del compagno anche in zone avanzate del campo – recupera meno palloni in assoluto, ma più spesso nella metà campo avversaria -, oltre a qualità tecniche notevoli grazie a cui è stato il miglior centrale del 2019 per passaggi-chiave ogni 90’.
Le sue doti non sono passate inosservate, e pare che addirittura il Manchester City si stia muovendo per lui.

A centrocampo le gerarchie non sono ancora chiare: l’unico certo del posto dovrebbe essere l’ex Genoa e Udinese Edenílson, mentre gli altri – Patrick, Rodrigo Lindoso e il giovane Bruno Praxedes – stanno ruotando parecchio e nelle ultime uscite è stato provato anche un 4-2-3-1 che potrebbe conciliarsi meglio con le caratteristiche della rosa.
Il nuovo assetto prevede l’eterno Andrés D’Alessandro come trequartista, supportato ai lati dalla creatività di Gabriel Boschilia e dalla straordinaria velocità di Marcos Guilherme, senza dimenticare il possibile contributo di William Pottker, Nonato, Martín Sarrafiore e Thiago Galhardo.

Davanti invece non ci sono dubbi: Guerrero è pronto a trascinare la squadra col suo carisma anche quest’anno, come ha già dimostrato con la doppietta rifilata all’Universidad Católica nella prima del girone di Libertadores.

L’UOMO-CHIAVE

Di certo negli ultimi quindici anni ci sono stati tanti attaccanti migliori di Paolo Guerrero – qualcuno anche in Sudamerica – ma in pochi riescono ad avere lo stesso impatto emotivo sulle partite, esercitando una leadership che va ben oltre le qualità tecniche e atletiche.

Il peruviano non è mai stato un grande goleador – la sua media in carriera è di circa 0,4 gol a partita – ma spesso ne ha segnati di pesanti, come i due che decisero semifinale e finale del Mondiale per club vinto nel 2012 con la maglia del Corinthians.
Oltre ai gol, che l’anno scorso sono stati 10 in campionato e 4 in Libertadores, c’è molto altro: El Depredador si batte su ogni pallone come se fosse l’ultimo della sua vita, e anche nel 2019 è stato tra gli attaccanti che ingaggiano più duelli aerei (10 ogni 90’), fungendo da riferimento costante per risalire velocemente il campo attraverso i lanci dei difensori, Cuesta in particolare.

Non è un caso che diversi difensori che hanno dovuto affrontarlo lo abbiano elogiato: Marquinhos ricorda di aver faticato molto in allenamento ai tempi del Corinthians, Thiago Silva ne ha sottolineato la capacità di decidere le grandi partite, mentre Diego Lugano lo ha definito il secondo miglior attaccante sudamericano degli ultimi dieci anni dopo Suárez.

Dopo le prime partite con Coudet, in cui era sembrato in ritardo di condizione, Guerrero aveva rivelato di trovarsi in difficoltà nel ruolo di centravanti statico voluto dal nuovo tecnico; inoltre si trovava spesso isolato e di spalle contro due difensori, e probabilmente questo ha inciso sul cambio di modulo che gli garantisce maggiore sostegno.

IL POTENZIALE CRAQUE

Nativo di Rio de Janeiro e cresciuto nelle giovanili del Fluminense, nel 2019 Bruno Praxedes ha deciso di spostarsi verso Sud, accettando l’offerta dell’Internacional; l’aria per lui si era fatta pesante da quando aveva dichiarato il proprio tifo per il Flamengo, scatenando l’ira di molti tifosi.

L’anno scorso il classe 2002 non ha esordito in prima squadra, ma oggi – dopo aver vinto da protagonista la prestigiosa Copa São Paulo con l’under 20 – è già entrato stabilmente nelle rotazioni di Coudet, che gli ha concesso anche il quarto d’ora finale in Copa Libertadores contro l’Universidad Católica; pochi minuti gli sono bastati per infiammare ulteriormente l’hype, perché nonostante non abbia segnato né fornito alcun assist, è uno di quei talenti che non possono passare inosservati.

Per descriverlo al meglio possiamo affidarci alle parole del suo stesso allenatore, il quale ha sottolineato come Praxedes non giochi affatto come un ragazzo di 18 anni: “deve ancora abituarsi ai ritmi della prima squadra e alcune volte è troppo lezioso, ma ha una qualità straordinaria nell’ultimo passaggio”. Nel paragonarlo a Lo Celso, che aveva svezzato ai tempi di Rosario, El Chacho ha indicato come prossimi step per il suo processo di formazione un aumento considerevole della massa muscolare (è alto 1,86 ma di corporatura ancora filiforme) e la capacità di giocare anche sugli esterni.

Oggi probabilmente darebbe il meglio di sé come mezzala o come centrocampista avanzato nel 4-1-3-2, ma con il passaggio al 4-2-3-1 potrebbe essere impiegato anche come mediano, dove però sarebbero messe a dura prova le sue ancora acerbe qualità difensive e sarebbe richiesta una continuità nei 90 minuti che forse ancora non possiede.

Ciò su cui non vi è alcun dubbio è la qualità del suo sinistro, accompagnata da un gusto estetico per le giocate tipicamente brasiliano e da un’eleganza e leggerezza nei movimenti che sarà importante non perdere con lo sviluppo muscolare.

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