Le semifinali di Europa League non hanno regalato le stesse emozioni vissute per la Champions anche se Chelsea ed Eintracht Francoforte sono arrivate fino ai calci di rigore. Una gara giocata ad alti ritmi con Sarri che voleva conquistare la finale per portare il suo primo trofeo in casa Blues; arrivare a Baku era anche l’obiettivo delle Adler specie dopo la pesante umiliazione subita nell’ultimo turno in Bundesliga. Il match è stato equilibrato con le squadre che si sono affrontate a viso aperto. Alla fine ha avuto la meglio la maggiore freddezza degli inglesi nella lotteria dei rigori. Decisiva la rete di Hazard che non ha perdonato l’errore commesso da Paciencia. Per il Chelsea, ora, ci sarà il derby con l‘Arsenal qualificatosi dopo il quattro a due sul campo del Valencia.
Il Chelsea, in questa Europa League, non ha mai perso; undici vittorie e due pareggi più il decisivo successo ottenuto ai rigori contro l’Eintracht. Qualificazione arrivata grazie ad Hazard, il principale indiziato a lasciare Stamford Bridge durante il prossimo mercato estivo; in attesa del futuro, però, l’attaccante belga è concentrato sul presente e sulla possibilità di alzare un trofeo. Non è stata una gran partita quella giocata dal numero dieci che però ha saputo trovare il modo per lasciare il segno; un rigore calciato da vero leader mascherando la tensione di un momento decisivo. I blues tornano in finale dopo sei anni. L’ultima volta nel 2013 quando si imposero due a uno sul Benfica. Che sia di buon auspicio in vista di Baku?
L’Eintracht è andato ad un passo dalla finale; questione di dettagli. Prima David Luiz e Zappacosta che salvano, sempre su Haller, il possibile due a uno tedesco; poi gli errori dal dischetto di Hinteregger e Paciencia hanno impedito alle Adler di staccare il biglietto per la finale. Continua la maledizione per il Francoforte a cui non è mai riuscito il colpo grosso in terra inglese (tre sconfitte nei tre precedenti confronti prima della sfida con i Blues). Hütter sperava di poter riportare il club in finale a trentanove anni di distanza dall’ultima volta quando la competizione si chiamava ancora Europa League. Impresa solo sfiorata; resta il rammarico per gli ultimi due rigori ma anche la consapevolezza di aver fatto un grande torneo.
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