Una qualificazione, quella in Europa League, che sarebbe stata inaspettata e allo stesso tempo meritata, perché in questa stagione il Friburgo ha dimostrato di poterci non solo stare in Bundesliga, ma di poter anche ambire a posizioni di classifica altissime. Purtroppo l’Hoffenheim e il Wolfsburg, due squadre più attrezzate ed esperte, hanno distrutto il sogno di Grifo e compagni.
Ciononostante la loro stagione non è assolutamente da buttare, anzi. Il Friburgo ha saputo competere con quasi tutte le formazioni della Bundesliga e non si è mai allontanato dalla prime posizioni di classifica. Il merito va attribuito a Christian Streich, allenatore della squadra dal lontano 2011, che è riuscito a costruire una squadra difensivamente solida e tatticamente molto ordinata, che nelle azioni offensive si è sempre affidata ai suoi uomini di maggior talento, Vincenzo Grifo e Gian-Luca Waldschmidt, aiutati in fase realizzativa dall’esperto Petersen e dal redivivo Holer.
Eppure è mancato qualcosa. Quel qualcosa che il Wolfsburg di Glasner ha trovato in Wout Weghorst e Maximilian Arnold, leader tecnici di una squadra che probabilmente avrebbe potuto ambire anche a posizioni più “nobili”. La qualità dopotutto c’era, con a disposizione dei giovani talenti come Brekalo, Mbabu e Pongracic, a ciò che è mancato è stata la costanza nell’arco della stagione, che ha visto il Wolfsburg alternare sconfitte clamorose a vittorie altrettanto clamorose. I giocatori costanti sono stati veramente troppo pochi per arrivare in Champions League, e tra questi vanno sicuramente nominati di nuovo Weghorst, autore di 16 gol, Arnold, capitano e regista dai piedi educatissimi, e Renato Steffen, che finalmente sembra essersi ambientato in Bundesliga.
L’Hoffenheim invece non ha avuto dei leader ben definiti in questa stagione, né in difesa, che è stato il reparto apparso più in difficoltà, né in attacco, dove si è formata una vera e propria cooperativa del gol, in cui nessuno dei molti attaccanti a disposizione è riuscito ad affermarsi. Kramaric ha segnato 8 gol ma ha giocato appena 18 partite, mentre Dabbur, arrivato a gennaio dal Siviglia, Bebou, Belfodil e Adamyan hanno dimostrato di essere troppo incostanti per poter ambire al quarto posto. Sintomo probabilmente che l’addio di Nagelsmann non è stato ancora superato, anche se Schreuder è riuscito a lanciare Robert Skov e Christoph Baumgartner, due centrocampisti (esterno il danese, trequartista l’austriaco) di grandissimo talento che hanno dimostrato in più occasioni di poter fare la differenza con le loro qualità balistiche e tecniche.
Il Friburgo ha vissuto un sogno, ma alla fine è prevalsa l’esperienza e la maggior qualità di Hoffenheim e Wolfsburg, che ora dovranno lottare per il sesto posto.
Federico Zamboni
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