Hoffenheim, la salvezza nella mani di un “bambino”

Nel calcio, si sa, nulla è scontato. Questo sport ha raccontato molte imprese: non solo trionfi inaspettati (la Grecia nell’europeo del 2004), ma anche salvezza arrivate quando tutto sembrava perso (il Leicester l’anno scorso). Quest’anno a riscrivere la storia ci vuole provare l’Hoffenheim, perché quando tutto sembra deciso il calcio è pronto a sorprenderti.

Il punto della speranza; così possiamo definire il pareggio ottenuto dai ragazzi di Nagelsmann, sabato pomeriggio, sul campo del Werder Brema, diretta concorrente per la salvezza. Ma l’allenatore dell’Hoffenheim non era Stevens? No, non più, perché dopo le dimissioni dovute a problemi di salute, la società ha deciso di affidare le sorti della squadra al giovane tecnico di Landsberg, che con i suoi 28 anni diventa l’allenatore più giovane della storia della Bundesliga.

Sicuramente una mossa coraggiosa, soprattutto per il momento dell’Hoffenheim penultimo in classifica con 15 punti, a -6 dalla salvezza.                                                                                                                                                                       Eppure a Sinsheim sono sicuri della loro scelta: ritengono che Nagelsmann sia l’uomo giusto per tentare l’impresa e qualora questa non avvenga, sia la persona adatta da cui ripartire l’anno prossimo. Certo il rischio è forte, non solo per i “Die Blau“, ma anche per il tecnico che fallendo questa opportunità potrebbe “bruciarsi” un’intera carriera.

La situazione lasciata da Stevens (a cui auguriamo una pronta guarigione) non è assolutamente rosea ma l’esordio del giovane tecnico sulla panchina dell’Hoffenheim ha parzialmente dato ragione alla società e mostrato agli scettici il perché della scelta. Il pareggio ottenuto sul campo del Werder, dopo essere passati in vantaggio, ha mostrato una quadra sbarazzina, senza paura e con una grandissima voglia di lottare: insomma tutte caratteristiche di un ragazzo che a 28 anni che guarda il mondo con la faccia di chi vuole lasciare subito la propria impronta su di esso.

Non ha mostrato emozione, alla sua prima, Nagelsmann; sa benissimo che non ha tempo per i sentimenti, sopratutto per quelli “dolci”. Quello che serve ora è cattiveria, tanta cattiveria perché le giornate passano e la classifica è inquietante. Serve un miracolo per salvare l’Hoffenheim e forse è proprio per questo che la squadra è stata affidata ad un ventottenne; perché si sa, i giovani hanno la pazzia per riuscire a fare quello che la logica vieterebbe. E allora buona fortuna Nagelsmann, “bambino” che un pomeriggio di febbraio ha deciso di diventare grande

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