Il 1977, l’anno in cui il Borussia Mönchengladbach arrivò in finale di Coppa dei Campioni

Dopo l’eliminazione nel girone di Champions della passata stagione e la finale di Europa League persa a Colonia è tempo per l’Inter di voltare pagina. Il campionato è iniziato con troppi alti e bassi, ma Conte quest’anno ha con sé una rosa fortissima con la quale potrà fare grandi cose. Il primo avversario è europeo è il Borussia Mönchengladbach, una squadra che è tornata a essere prestigiosa negli ultimi anni, ma che non riuscì mai a toccare il vertice che raggiunse nella stagione 1976-77.
I renani venivano da due splendide vittorie consecutive in Bundesliga e alla fine di quell’anno avrebbero calato il tris, ma fu in Europa che la squadra di Udo Lattek andò dove non si era mai spinta in passato. L’esordio fu contro gli austriaci dell’Austria Vienna e nell’andata in trasferta fu Karl Daxbacher a segnare la rete della vittoria Viola. Il piccolo ma caldissimo Bökelbergstadion rappresentava per i bianconeri il catino ideale per qualsiasi impresa e la rimonta arrivò chiara e limpida. Stelike segnò l’1-0 nel primo tempo e nella ripresa furono il rigore di Bonhof e la rete del solito Heynckes a valere il 3-0 finale e il passaggio agli ottavi di finale dove si sarebbe presentato l’ostacolo Torino. I granata campioni d’Italia in carica erano un avversario ostico e temibile, ma il Borussia riuscì a prendere il Toro per le corna e domarlo. Fu grandiosa la sfida del Comunale con il ‘Gladbach che passò in vantaggio nel primo tempo grazie a Berti Vogts. Un autogol di Wittkamp ristabilì la parità, ma fu di Klinkhammer la rete del definitivo 1-2 che valse la preziosissima vittoria in trasferta. In Germania furono i ragazzi di Radice a cercare di ribaltare il risultato, ma i bianconeri rimasero solidi e grazie anche a una grande prestazione di Kneib mantennero lo 0-0 che valse un’altra qualificazione.

Il piccolo stadio di casa non poteva più essere utilizzato e il passaggio a Düsseldorf penalizzò non poco il Borussia in vista dei quarti di finale. La sfida fu contro i belgi del Brugge che partirono a razzo e con le reti di Cools e Courant si portarono sullo 0-2. Una situazione che ormai sembrava disperata, ma non per i renani. Kulik accorciò le distanze già nel primo tempo e il futuro Pallone d’oro Allan Simonsen pareggiò i conti. La sfida era stata rimessa su binari accettabili, ma un pareggio con gol in casa non è mai soddisfacente e in trasferta si sarebbe dovuta compiere l’impresa. Per tutti i novanta minuti furono bravissimi Jensen e i suoi difensori a resistere agli attacchi avversari e con lo 0-0 che non voleva sbloccarsi sarebbero stati i nerazzurri a ottenere il passaggio in semifinale. Negli ultimi minuti, quando ormai sembrava fatta per il Brugge, fu proprio il portiere di casa a tradire i suoi e a sbagliare completamente l’uscita che permise al colpo di testa di Hannes di finire in rete per la rete dell’ormai clamorosa vittoria. Un successo di grande prestigio e che portò alla semifinale contro la Dinamo Kiev. Una sfida nella sfida che vedeva d’innanzi due dei più grandi esterni d’attacco di quel periodo con Oleg Blochin, Pallone d’oro nel 1975, per i sovietici e Allan Simonsen, Pallone d’oro del 1977, per i tedeschi. Oltre centomila spettatori si presentarono allo stadio Olimpico di Kiev per la gara di andata e dopo una sfida tutta all’attacco dei ragazzi di Lobanovskiy arrivò la rete della vittoria. Fu Vladimir Onischenko a battere Kneib a venti minuti dalla fine per l’1-0 che valse il successo degli ucraini. La Dinamo era una delle più grandi squadre dell’epoca e sarebbe servito il miglior Borussia nel ritorno. Lattek fu bravissimo a ingabbiare gli avversari e con una rete per tempo arrivò la straordinaria rimonta. Un rigore di Bonhof rimise la doppia sfida in parità e nel finale ecco la rete della vittoria. Una punizione battuta rapidamente liberò Wittkamp che superò Rudakov, ma colpì clamorosamente la traversa a porta vuota. La palla però rimase tra i piedi dei giocatori tedeschi e da un cross dalla destra fu ancora il difensore di casa con uno splendido colpo di testa a segnare la rete del 2-0 che valse lo storico accesso alla finale della Coppa dei Campioni.

La finale si giocò a Roma contro il Liverpool, la stessa squadra che quattro anni prima tolse al Borussia il successo in Coppa Uefa dopo due splendide finali. I tedeschi avevano grande voglia di rivalsa e furono ancora i numeri sette a prendersi l’attenzione con Simonsen da una parte e Keegan dall’altra. A passare in vantaggio furono gli inglesi grazie a un perfetto inserimento in area di rigore di McDermott che con un destro piazzato sul secondo palo trafisse Kneib per l’1-0. Il ‘Gladbach però non si perse d’animo e su un errato retropassaggio trovò il pareggio. Fu proprio il grande atteso Simonsen a involarsi sulla fascia sinistra e a freddare Clemence con una perfetta conclusione sotto il sette. Il Borussia sembrava pronto per la rimonta ma il colpo di testa del difensore Tommy Smith piegò le gambe ai ragazzi di Lattek. Nel finale Vogts fermò Keegan con le brutte maniere e dal dischetto fu Phil Neal a segnare la rete del definitivo 3-1 che diede ai Reds la loro prima Coppa dei Campioni.
La storia non si concluse con il lieto fine come forse avrebbe meritato quella magnifica squadra che per anni dominò il calcio tedesco nonostante la presenza del grande Bayern Monaco di Franz Beckenbauer.

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