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Il calcio sempre più uno sport per ricchi, ecco perchè non ci sono giovani talenti

Pochi talenti? La scuola calcio è roba da ricchi: dagli 800 ai 1300 euro per iscrivere un bimbo.

Il sogno di molti bambini di diventare calciatori professionisti si scontra spesso con una realtà amara: la scuola calcio, primo passo fondamentale in questa direzione, sembra essere diventata un lusso non alla portata di tutti. Con costi che variano dagli 800 ai 1300 euro per l’iscrizione, il campo verde si trasforma in un miraggio per le famiglie meno abbienti.

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Calcio (Footbola.it)

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha recentemente sottolineato la necessità di rendere il calcio più inclusivo. L’obiettivo è ampliare il bacino dei possibili talenti attraverso l’aumento dei bambini che praticano questo sport. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni e le parole d’ordine come “inclusività”, la pratica mostra ostacoli significativi soprattutto di natura economica.

I costi proibitivi delle scuole calcio

L’iscrizione a una scuola calcio comporta una serie di spese che vanno ben oltre l’acquisto dell’equipaggiamento necessario. Le famiglie devono affrontare tariffe elevate per garantire ai propri figli un posto in queste accademie sportive. A Roma, ad esempio, i prezzi possono raggiungere e superare i 790 euro annui solo per iscriversi a società storiche o affiliate a grandi club come l’Inter o la AS Roma.

Sorprendentemente, Milano presenta tariffe leggermente più accessibili rispetto alla capitale italiana. Qui è possibile trovare scuole calcio ufficialmente riconosciute con quote d’iscrizione variabili ma tendenzialmente inferiori rispetto a quelle richieste nelle equivalenti romane. Ciò dimostra come anche all’interno dello stesso paese possano esserci disparità significative legate al territorio.

Calcio (Footbola.it)

Nonostante gli elevati costi delle scuole tradizionalmente riconosciute dalla FIGC o affiliate a grandi squadre nazionali ed internazionali, esistono alternative più economiche come gli oratori o le società meno note. Inoltre, negli ultimi anni si sono diffusi i campus estivi organizzati dai grandi club: esperienze immersive nel mondo del calcio professionistico che tuttavia mantengono prezzi elevati e spesso fuori portata per molte famiglie.

Questo panorama evidenzia una problematica fondamentale nel mondo del calcio giovanile italiano: se da un lato c’è la volontà dichiarata di scoprire e coltivare nuovi talenti attraverso un approccio inclusivo allo sport, dall’altro le barriere economiche rischiano di limitare fortemente questa ambizione. La sfida sarà quindi quella di trovare soluzioni concrete per rendere il sogno del calcio accessibile a tutti i bambini indipendentemente dalle possibilità economiche delle loro famiglie.

Roberto Arciola

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