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Il miracolo San Gallo e il primo posto in Super League

L’Europa League era dunque sfuggita per un soffio ma nel 2019-20 non bisognava fallire e così il mercato fu di quelli ambiziosi. Si iniziò subito con il preziosissimo riscatto di Itten, poi Babic tornò dal Vaduz e soprattutto vennero acquistati Guillemenot dal Rapid Vienna, Görtler dall’Utrecht e Demirović dall’Alavés. L’inizio però non fu dei più semplici e i miseri quattro punti in cinque partite fecero sì che la panchina di Zeidler fosse a rischio, ma tutto cambiò quando con il Lugano arrivò la vittoria con un pirotecnico 3-2 e dove Guillemenot venne messo trequartista e non più sulla sinistra. Addio quindi al 4-3-3 con gioco tutto sulle fasce e dentro al 4-3-1-2, ma nelle giornate successive l’ex canterano perse il posto da titolare e a sorpresa venne messo nel ruolo di rifinitore Cedric Itten dietro a Babic e Demirović. A esaltarsi ancora di più però fu lo spagnolo Quintillà che grazie al ruolo di regista a tutto campo sta vivendo una stagione pazzesca. Nove gol fatti e con Ruiz e Görtler riesce a formare un terzetto di centrocampo tutta grinta e classe. In porta infine c’era Stojanovic fino a gennaio quando è arrivata la chiamata del Middlesbrough e allora ecco pronto l’acquisto di un ex conoscenza di Zeidler sia a Salisburgo che a Sochaux: Lawrence Ati.
Nell’ultimo turno a Basilea è stata una rete all’ultimo secondo di André Ribeiro, primo gol in biancoverde alla terza presenza in Super League, a decidere la sfida e la contemporanea sconfitta dello Young Boys a Lucerna ha fatto sì che arrivasse l’aggancio in classifica, ma per differenza reti sono i sangallesi a guardare tutti dall’alto verso il basso. Una grande storia che potrebbe finire con un sogno diventato realtà.

Lo Young Boys era convinto a inizio anno che avrebbe dominato il campionato come nelle ultime due stagioni, ma qualcuno in Svizzera non era d’accordo. Il Basilea sembrava l’avversaria più credibile, anche se il ringiovanimento della squadra lasciava qualche perplessità, ma i continui alti e bassi dei rossoblu l’hanno portata a restare sempre con qualche punto in meno rispetto ai bernesi. Chi invece nell’ultimo turno è riuscito ad agganciare i campioni in carica è la rivelazione San Gallo che ora si candida a tutti gli effetti per il titolo finale.
La città nel nord est della nazione, vicina ai confini con Germania e Austria, non è mai stata un centro importante del calcio elvetico e i titoli nazionali risultano essere soltanto due, uno nel lontano 1904 e l’altro nel 2000 con il ghanese Amoah grande protagonista e trascinatore di quella squadra. Per il resto tante delusioni, qualche piazzamento, ma una passione sempre viva che ha reso il Kybunpark uno degli stadi più caldi dell’intera Comunità elvetica.
Grande artefice di questa strepitosa cavalcata è però sicuramente il tecnico tedesco Peter Zeidler. All’età di cinquatasette anni sembrava ormai destinato a vivacchiare in squadre di metà classifica dopo che nel 2015 sprecò la sua grande occasione con il Red Bull Salisburgo venendo esonerato a dicembre. La Svizzera e la Francia il suo luogo dove ripartire tra Sion e Sochaux e nel luglio 2018 la chiamata a San Gallo. L’infortunio di Itten condizionò molto la passata stagione biancoverde e solo la differenza reti risultò fatale dato che a fine anno dalla terza alla sesta arrivarono tutte a quarantasei punti.

Francesco Domenighini

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