Il Red Bull Salisburgo perde pezzi e primato: è la fine di un’era?

Il venerdì sera austriaco ha mandato agli annali una partita tanto meravigliosa quanto con un finale clamoroso. Il Lask si diverte e passa meritatamente per 2-3 alla Red Bull Arena portandosi in ben due circostanze con un doppio vantaggio. Il successo dei bianconeri riporta speranze in quel di Linz per tornare a vincere la Bundesliga a ben cinquantacinque anni di distanza dall’unico trionfo.
Ma è solo un sorpasso provvisorio o può essere veramente la fine di un ciclo? Gli ultimi quindici anni sono stati senza dubbio a netto appannaggio dei Tori Rossi con le realtà viennesi e lo Sturm Graz in grado di regalarsi qualche piccola gioia ogni tanto, senza dare mai l’idea però di diventare i nuovi dominatori. Da un paio d’anni la musica a Salisburgo è cambiata e la società sta concentrando tutti i suoi principali sforzi sulla costruzione a Lipsia di una squadra in grado di vincere titoli e diventare la terza incomoda tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Questo ha portato già da qualche stagione a far sì che la squadra austriaca fosse solo una fornitrice di talenti per il futuro. Il Red Bull però è riuscito a vincere la Youth League 2016-17, titolo impensabile per un’austriaca, e grazie a quei talenti ha portato avanti la sua storia nei due anni con Marco Rose, tecnico promosso in prima squadra proprio dopo quel trionfo. L’attuale allenatore del Borussia Mönchengladbach ha dato un marchio fondamentale con il 4-4-2 a rombo, riuscendo a far sembrare dei veterani anche in ambito europeo molti giovani che non hanno tardato a passare a campionati più importanti. Samassekou, Haidara, Wolf, Schlager sono i grandi uomini del centrocampo che hanno portato il Salisburgo in semifinale di Europa League nel 2017-18 eliminando squadre come Real Sociedad, Borussia Dortmund e Lazio. Un’armata fantastica, fatta tutta in casa e senza dimenticare anche i vari acquisti esotici come Hwang e Minamino. Gli ottimi risultati continentali hanno fatto sì che la squadra diventasse ambita anche da giocatori provenienti dai grandi campionati ed è proprio in quest’ottica che devono essere inquadrati gli acquisti da Werder Brema e Bayer Leverkusen di Junuzović e Ramalho e dal Siviglia di Wöber. Eppure i piani della società non sono cambiati e nell’anno del tanto atteso debutto in Champions si è continuato su questa linea verde, ma l’eliminazione ha lasciato tragiche conseguenze.

La squadra è stata smantellata, ma un conto è farlo in estate e un conto è a gennaio. Lo statunitense Marsch già a dicembre aveva provato a cambiare modo di giocare per provare a sopperire alle assenze pesantissime di Håland, Minamino e Pongračić, ma già da allora sono arrivati i primi inattesi stop, come i pareggi con Admira Wacker e Hartberg. L’ex tecnico dei New York Red Bull è il meno colpevole di questa situazione e anzi gli va dato merito di aver fatto una grandissima stagione fino a questo momento che sarebbe già stata trionfale se non ci fosse stato un rivale forte e coeso come il Lask. I bianconeri sono stati bravissimi a non farsi ingolosire da ricche cessioni invernali per poter continuare un sogno e la sfida al vertice ha dimostrato quanto la squadra sia pronta a vincere e quanto Ismaël sia un abile stratega. Il faro del centrocampo Michorl sembrava destinato alla tribuna fino all’ultimo e invece eccolo dal primo minuto a inventare calcio come suo solito e al centro dell’attacco non c’era il bomber Klauss ma Raguz, attaccante più di movimento che si è rivelato l’uomo in più. La doppietta di Frieser e la magia da fuori di Holland hanno reso inutile qualsiasi intervento di Stanković e a nulla sono valsi i centri di Okugawa e Mwepu.
Paradossalmente ora è l’Europa a venire incontro al Red Bull Salisburgo. I campioni d’Austria infatti sono chiamati alla durissima sfida contro l’Eintracht Francoforte, mentre il Lask Linz è la favorita per il passaggio del turno contro gli olandesi dell’Az Alkmaar e una lunga campagna continentale potrebbe logorare gli altoaustriaci. I bianconeri vogliono essere la sorpresa anche in Europa League e la voglia di non lasciare nulla al caso può diventare l’arma in più per i ragazzi di Marsch. La Bundesliga non è mai stata tanto bella e competitiva come in questa stagione, e già questo è un fatto più che positivo, e se il Lask dovesse riuscire nell’impresa allora forse ci troveremmo davvero di fronte alla fine della dinastia Red Bull.

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