Il Trono di Spagna: gli errori di Luis Enrique

Quando si vede la Spagna di Luis Enrique si capisce che si è al centro di un ricambio generazionale. In certe ottiche è sicuramente interessante e sensato, ma adottato in questa maniera così massiccia rischia di essere controproducente per una squadra che ha un enorme potenziale ma che a oggi non è poi così competitiva.

La Nations League rischia di sfumare un po’ come accaduto nella precedente edizione: va bene che il torneo non è una priorità praticamente per nessuno, ma mancare l’appuntamento con le finals in due occasioni su due da posizione più che rassicurante è un perseverare non comprensibile. La squadra dopo le prime due partite doveva solamente fare il compitino, e invece si è ritrovata a fare 1 punto contro Ucraina e Svizzera, con conseguente sorpasso da parte della Germania che dovrà essere battuta per forza per ottenere il primo posto. Impresa non impossibile, ma che n questo momento sembra a malapena nelle corde della Spagna.

Ma cos’è che lascia tutti questi dubbi sulla gestione di Luis Enrique? Siamo in una stagione particolare, ci mancherebbe, ed è normale che e squadre non abbiano la rosa al completo. Ma molte delle assenze di questa Spagna non sono causate da covid o infortuni, ma da pure scelte tecniche. E alcuni dei calciatori lanciati, per quanto bravi e promettenti, non possono dare un contributo superiore rispetto a chi viene lasciato in panchina.

Andiamo con qualche esempio: Mikel Merino è veramente un giocatore validissimo e che merita di stare nel giro della nazionale, ma diventare un titolarissimo a discapito di gente come Rodri (classe ’96, quindi di certo non uno da rottamare) o Koke, entrambi lasciati in panchina, è una scelta di difficile comprensione. Anche perché al suo fianco c’è Fabián Ruiz il più delle volte, altro bel giocatore che però non ha lo status di chi va a sostituire.

E queste cose le troviamo sparse un po’ per tutto il campo: Dani Olmo sarebbe un giocatore in grado di fare la differenza nell’Under 21 visto che è ancora convocabile da De la Fuente, eppure ce lo ritroviamo titolare nella maggiore in una formazione contro la Svizzera di difficile comprensione. Ferrán Torres, che invece merita pienamente di fare il titolare visto come sta andando al City, ha giocato in un ruolo completamente estraneo a lui e in linea di massima non si capisce dove si voglia arrivare.

Perché i giocatori ci sono, molti mancavano vedi Ansu Fati e Thiago, ma sembra che Luis Enrique stia forzando troppo la mano con l’inserimento di bravi calciatori al posto di campioni o simili. E i risultati infatti sono quelli che sono, deludenti principalmente perché arrivati con scarso rendimento in una nazionale che è dipesa dai calci di rigore di Ramos, che però questa volta ha sbagliato.

Arriverà una partita con la Germania chiave per la qualificazione in Nations League, una partita secca importante anche per lavorare sulla testa di questo tipi di incontro che si ripeteranno ai prossimi Europei. E lì la Spagna sarà obbligata a battere un colpo, a far capire di essere realmente più forte, possibilmente senza troppi esperimenti forzati, ma ricominciando a mettere una squadra che sfrutta a pieno il suo potenziale.

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