L’Inter rimanda il verdetto della doppia sfida con il Barcellona a San Siro. Appuntamento al “Meazza” dopo un 3-3 che al netto dello spettacolo, complice il nuovo regolamento, lascia in eredità il classico tanto rumore per nulla. Si riparte come se non si fosse giocato. È comunque la serata di Dumfries e Thuram. L’olandese entra nella storia nerazzurra per essere il primo calciatore dell’Inter a segnare una doppietta in una semifinale. Record storico anche per il francese, che segna il gol più veloce della storia della Champions se si considerano semifinali e finali.
Decisivo, ancora una volta, Thuram. Il francese sblocca la partita dopo pochissimi secondi di gioco e tiene in costante apprensione la difesa catalana. Evidentemente c’è un Inter con Thuram e una senza. E la differenza è evidente. Con il francese in campo, i nerazzurri totalizzano il 66% di vittorie e solo il 9% di sconfitte (29 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte) alzando la media a due gol a partita. Senza il contributo del suo attaccante, i conti non tornano. Quattro vittorie e altrettanti ko, nessun pareggio e una media gol che cala drasticamente sino 1,4. Numeri che testimoniano da una parte una buona tenuta fisica e dall’altra l’indispensabilità dell’attaccante. Quando è subentrato Taremi, con tutto il rispetto, si è notato.
L’Inter, a Barcellona, ha ritrovato anche il miglior Dumfries, altro pilastro che può essere decisivo come e quanto un attaccante. Il 3-3 lascia in eredità una lavagna tattica dove l’esterno olandese ha una certa liberta di disegnare il proprio calcio, esaltandosi. Un assist e due reti rappresentano indizi sufficienti per immaginarlo decisivo anche al ritorno. Le sue caratteristiche sono ideali per mettere in difficoltà una squadra che gioca con la difesa alta ma non appare sempre presente a sé stessa nella lettura delle situazioni senza palla. Partendo da dietro e sorprendendo alle spalle la linea arretrata catalana, Dumfries può creare, come è accaduto al Montjuic, lo scompiglio necessario per far saltare il banco.
Il 3-3 dà infine coraggio. L’Inter, in un momento assai complicato e al cospetto di una squadra che sembrava ingiocabile, ha tirato fuori la prestazione. Inzaghi se l’è giocata guardando negli occhi l’avversario, la squadra, che sembrava sul punto di crollare, ha dimostrato di stare bene, è anche cresciuta nella ripresa e alla distanza. Alla fine, se il pareggio sta bene al Barcellona, che ha sempre rincorso nonostante la grande mole di gioco e occasioni create, evidentemente i nerazzurri hanno interpretato al meglio una partita che dà consapevolezza a una squadra capace di mettere paura e accarezzare a lungo la vittoria. Quanto basta per uscire confortati anche se il ritorno resta comunque complicatissimo e la presenza di Lewandowski potrebbe rendere ancora più difficile.
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