Serie A, non sei un paese da Champions. Quattro squadre italiane su cinque eliminate ancora prima che inizi la fase a eliminazione diretta. Juventus, Milan e Atalanta escono dall’Europa che conta con le ossa rotte e soprattutto con eredità pesantissime.
L’eliminazione dalla Champions League della Juventus sorprende per come è maturata ma in assoluto è aderente a percorso tutt’altro che scintillante nell’Europa che conta. La squadra di Thiago Motta non è mai stata competitiva e ha chiuso al ventesimo posto la fase “league”. E ha l’aggravante, nel doppio confronto con gli olandesi, di aver gettato alle ortiche il vantaggio maturato all’andata e di aver ceduto sul piano della personalità. Abbastanza per catalogare come fallimento tecnico la campagna europeo e tornare a interrogarsi sulla bontà delle scelte in campo, in panchina e sul mercato. La sensazione è che Thiago Motta sia nuovamente e pesantemente in discussione.
Aria pesante a Milanello dove c’è frustrazione e rabbia dopo il ko con il Feyenoord. Il percorso in Europa poteva e doveva essere diverso, invece lascia in eredità la spaccatura fra l’ambiente, la squadra e Theo Hernandez e anche qualche dubbio sull’operato di Sergio Conceiçao. Nessuno mette in dubbio preparazione e professionalità del tecnico ma per ora i risultati non sembrano poi così distanti dalla gestione precedente. Al netto della vittoria in Supercoppa il Milan continua a portarsi dietro la discontinuità di rendimento. Lecito attendersi qualcosa di più dopo un mercato di gennaio dispendiosissimo. Ibrahimovic è stato chiaro: lo svedese ha tuonato e fissato l’obiettivo quarto posto. E intanto sono tutti in discussione: chi allena e chi gioca.
Anche l’Atalanta ha i suoi bravi problemi. La dea si è sgretolata di fronte a un avversario alla portata ma affrontato nel periodo peggiore possibile, decimata da infortuni e cali di forma. L’eliminazione contro il Brugge lascia in eredità l’ennesima polemica legata a Lookman. Il calciatore non ha gradito le esternazioni di Gasperini, che lo ha definito uno dei peggiori rigoristi mai visti e la sua risposta non si è fatta attendere. Essere chiamato in causa in questo modo gli è sembrato irrispettoso. Non è la prima volta che il pallone d’oro africano manifesta mal di pancia e che vi siano scintille fra allenatore e singoli. La gestione della frattura è tutta nelle mani della dirigenza, che è già entrata in attrito con il tecnico dopo il calciomercato. Un bel caos.
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