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Jardim e il ritorno Monaco: pro e contro

Thierry Henry non è più l’allenatore del Monaco. La sua storia coi monegaschi in Ligue 1 è nata e morta con lo Strasburgo: dal 2-1 in trasferta al 5-1 casalingo. Soli 10 punti in campionato e penultimo posto che preoccupa sa sempre più di Ligue2. Al suo posto torna Leonardo Jardim, esonerato in favore di Titì lo scorso 11 ottobre e ultimo vincitore della Ligue1 con Mbappé tra le proprie fila e un progetto di grande squadra tra le mani.

Non fu un caso la semifinale di Champions conquistata e le ricche finanze del club incoraggiavano i tifosi riguardo una possibile crescita esponenziale del club. La realtà è un’altra e ora la faccenda si fa dura. Risale a 8 anni fa l’ultima retrocessione quando sulla panchina del Principato sono stati seduti Lacombe e Banide. Jardim sicuramente conosce l’ambiente, ma è anche stato alla guida della squadra nella prima parte di stagione. Sensazioni contrastanti, ma lo spareggio salvezza è a soli 3 punti e con ulteriori 2 sarebbe salvezza immediata.

I Pro

Il Monaco deve soltanto ritrovarsi: Amiens, Caen e Dijon sono sulla carta inferiori e inoltre abbiamo appena visto quanti pochi punti possano servire per centrare l’ obiettivo. Infine, il neo-acquisto Gelson Martins sembra essere assolutamente adatto all’ umile obiettivo. Ex Sporting Lisbona, è stata un’ala molto desiderata durante la scorsa campagna acquisti, ma che non ha trovato fortuna all’Atlético Madrid.

I Contro

L’ambiente è in piena emergenza. Zero ottimismo e tante difficoltà, anche inaspettate. Non hanno ancora saputo incidere i nuovi acquisti con Naldo espulso in 2 partite su 2 e Fàbregas che ha pubblicamente dichiarato di essere venuto al Monaco quasi esclusivamente per Thierry Henry. Dichiarazione forte e destabilizzante, specie perché uscita dalla bocca di un calciatore esperto.

Piena emergenza. Un cambio necessario, ma senza garanzie di successo. La bella favola di qualche anno fa sembra svanita con l’arresto di Dmitrij Rybolovlev e il ridimensionamento delle ambizioni. La Ligue 2 è troppo vicina, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.

Simone Gamberini

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