Calcio

Kolo Muani, è il momento di svegliarsi: con Tudor per ritrovare se stesso

Quello che doveva essere uno dei perni della nuova Juventus si è trasformato in una comparsa di lusso, uno di quelli che guardi in campo e ti chiedi: ma cosa sta facendo? Ora, però, è arrivato Tudor. E per Kolo Muani non ci sono più scuse.

Quando la Juventus ha chiuso il colpo Kolo Muani, in molti hanno pensato a un’operazione da grande squadra: un attaccante giovane, rapido, reduce da stagioni importanti tra Nantes e PSG, pronto a diventare il punto di riferimento offensivo bianconero. E in effetti, i primi mesi del francese facevano ben sperare: gol, giocate di qualità, una presenza costante nelle azioni pericolose.

Poi, il nulla. Kolo Muani si è perso in una Juventus sempre più priva di idee, finendo risucchiato in una spirale di confusione tattica e prestazioni anonime. Certo, il gioco di Thiago Motta non ha aiutato: un attaccante con le sue caratteristiche ha bisogno di verticalità, di libertà di movimento, di palloni giocabili negli spazi. Invece, si è ritrovato intrappolato in un sistema che lo ha reso un corpo estraneo. La colpa, sia chiaro, non è solo dell’allenatore: anche lui ha smesso di crederci, di lottare, di fare la differenza.

Quello che doveva essere uno dei perni della nuova Juventus si è trasformato in una comparsa di lusso, uno di quelli che guardi in campo e ti chiedi: ma cosa sta facendo? Ora, però, è arrivato Tudor. E per Kolo Muani non ci sono più scuse.

Tudor gli dà fiducia: titolare con la Roma?

Igor Tudor è un allenatore che non regala nulla. Chi gioca, lo fa perché lo merita. E il fatto che Kolo Muani possa partire titolare contro la Roma è un segnale chiaro: il croato crede che possa essere ancora utile alla causa bianconera. Ma attenzione, perché questa potrebbe essere la sua ultima grande occasione per dimostrare di valere la Juventus.

Tudor vuole una squadra aggressiva, intensa, che giochi in verticale e attacchi con ferocia. È l’idea di calcio perfetta per un attaccante che vive di velocità e inserimenti, ma che deve tornare a credere in se stesso. Perché l’atteggiamento visto nelle ultime uscite è inaccettabile: svogliato, fuori dal gioco, incapace di essere il punto di riferimento offensivo di cui questa Juve ha disperatamente bisogno.

Contro la Roma si gioca una fetta di futuro. Tudor gli sta tendendo una mano, ma se lui non la afferra, il rischio di finire in panchina (o peggio) diventa sempre più concreto. La Juventus, dopo un’annata disastrosa, ha bisogno di certezze, non di giocatori che si trascinano in campo aspettando che la partita passi da sola.

O si rilancia, o finisce nel dimenticatoio

Kolo Muani ha tutto per essere un grande attaccante. Fisico, velocità, tecnica. Ma serve anche carattere. Serve la voglia di spaccare il mondo, di fare la differenza, di prendersi la Juventus sulle spalle. Non basta il talento, perché il talento senza fame non porta a nulla.

Ecco perché la sfida con la Roma è cruciale: non per la classifica, non per i tre punti, ma per dimostrare a se stesso, alla squadra e ai tifosi che non è un acquisto sbagliato, che non è l’ennesimo giocatore bruciato da una gestione tecnica scellerata. Con Motta, la Juve ha toccato il fondo, e Kolo Muani con lei. Ora, con Tudor, si può risalire.

Ma attenzione: Tudor non è un allenatore che aspetta, né uno che si fa problemi a mandare in panchina chi non corre. Se Kolo Muani non risponde presente, verrà accantonato senza troppi rimpianti. E la Juve, senza di lui, continuerà a vivere lo stesso.

Tocca a lui decidere se essere un protagonista o un semplice spettatore della rinascita bianconera.

Stefano Vercelli

Mi chiamo Stefano Vercelli e sono juventino nel profondo. La Juventus è la squadra che mi ha insegnato a non arrendermi mai, ma oggi non posso ignorare la realtà: siamo lontani dai nostri standard. Dal 2017, scrivo con l’unico obiettivo di analizzare la situazione senza sconti. Non sono disposto a giustificare la mediocrità, perché so che la Juve può fare molto di più. Ogni articolo che scrivo è un richiamo alla grandezza di una squadra che non deve mai dimenticare chi è. La Juve merita di più, e io non smetterò di dirlo

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