Kulusevski illumina di testa la notte di San Pietroburgo

Asse inaspettato quello tra Mattia De Sciglio e Dejan Kulusevski. Il primo, già protagonista contro la Roma, ha confermato le ottime sensazioni passate con un’altra prestazione solida, macchiata da un solo errore, che ha concesso a Claudinho un tiro da fuori da non concedere; il secondo, si è risvegliato dal torpore giocando un’ultima frazione finalmente degna del suo bagaglio tecnico. Ha avuto piglio e personalità prima di meritarsi la rete del definitivo 0-1. Cross al bacio del terzino ex Milan, oggi schierato su entrambe le fasce, con Kulusevski lucido nell’indirizzare il pallone sul secondo palo con una spizzata chirurgica.

Per il resto, la Juve ha giocato una partita convincente solo per metà. Nel primo tempo, non si è mai resa pericolosa rischiando in contropiede sullo scivolone di Bernardeschi e la conseguente incertezza di Szczesny che ha reso pericoloso il tiro centrale di Claudinho. Il brasiliano ex Bragantino e Malcom sono stati i pericoli maggiori, seppur da fuori area e vicini al bersaglio grosso soltanto in occasione del salvataggio di Leonardo Bonucci. Nella ripresa, l’ingresso di Arthur, Kulusevski e Cuadrado hanno dato una sterzata con i bianconeri più vicini al vantaggio nell’ultimo terzo di gara rispetto ai precedenti minuti. Il brasiliano è stato bravo a trovare Cuadrado a destra dentro l’area con Morata appena in ritardo per l’appuntamento con il vantaggio. Importante anche la prestazione di McKennie, bravo in un paio di occasioni a farsi trovare in area: l’inserimento su fanta-imbucata di Morata e il colpo di testa di qualche attimo più tardi possono tranquillamente sedersi al tavolo delle maggiori occasioni della partita.

 

 

I bianconeri sono stati a immagine e somiglianza di Max Allegri, come accade da ormai da sei partite. Vince, non convince per tutti e 90 i minuti, ma vince. Questo pragmatismo è la firma del tecnico livornese e spaventa quasi più di quando la Juventus gioca al livello dei suoi talenti. Il primato nel girone dei campioni d’Europa dista tre sole lunghezze, il big match di San Siro domenica sera è l’occasione per portarsi al pari dei campioni d’Italia e gridare alla Serie A che il peggio è passato. La costanza nel gioco arriverà, forse, ma la spietatezza è nel DNA di questa squadra e, dopo un periodo di appannamento, sembra che una prestazione sterile sia costantemente il preludio a un vantaggio inossidabile. La Juve batte colpo su colpo e il meglio deve ancora venire.

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