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La consacrazione di Augusto Fernandez

È arrivato in sordina ma è arrivato per primo: Augusto Fernandez era l’esigenza primaria per Simeone nello scorso mercato di gennaio e adesso tutti hanno capito perché. Il suo trasferimento dal Celta Vigo al Calderón aveva lasciato qualche dubbio ai più scettici che, o per poca conoscenza dell’argentino, o per la poca fiducia in un giocatore che ancora non aveva vestito una maglia pesante, non pensavano fosse la vera pedina mancante.

Tutto il contrario. Augusto ha giocato a livelli spaventosi soprattutto da quando è rientrato dall’infortunio che lo aveva messo KO contro il Barcellona nell’ultimo scontro diretto di campionato: adesso è nel pieno progetto della squadra, titolare, intelligenze e maledettamente forte.

La partita contro il Bayern del Vicente Calderón ha mostrato al mondo il talento di un centrocampista dal valore indiscusso: la prima esperienza in un club di alto blasone in Europa non gli pesa affatto e gioca con la disinvolutra con cui dominava il centrocampo del Celta Vigo fino a pochi mesi fa.

In una linea mediana che ha tutto serviva solo un eccellente verticalizzatore, il resto è venuto da sé. Già, perché la cura Simeone gli ha potenziato la mentalità difensiva e gli ha regalato quella grinta che all’Atleti non puoi non avere. Adesso Augusto Fernandez è un giocatore totale che copre porzioni di campo non indifferenti, verticalizza come nessuno e recupera una quantità impressionante di palloni sempre dando il massimo.

L’esperienza di Gabi, la freschezza giovane dei fuoriclasse Koke e Saúl Ñíguez e adesso anche le geometrie di Augusto. Questa squadra sembra aver completato anche il reparto che più di tutti sembrava deficitare di qualcosa e gli orizzonti sembrano infiniti.

Vietato smettere di sognare, soprattutto se in poco tempo si è passati da essere il faro di una bella realtà di metà classifica ad un titolare preziosissimo di chi vuole conquistare l’Europa. Adatto a chi gioca un calcio spumeggiante e a chi ha bisogno di sostanza: noi lo avevamo presentato come un gran colpo, lui non ci ha delusi e adesso vede la finale di San Siro e una convocazione in Copa America sempre più vicine.

Simone Gamberini

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