Dybala sì, Dybala no, Dybala forse. Anche la Roma di Juric sembra destinata a ripartire dai dubbi che hanno accompagnato gli ultimi tre allenatori che si sono alternati sulla panchina giallorossa. L’argentino è in forse per la sfida con il Venezia. Non è una novità: piuttosto uno status quo legato a un calciatore dal talento cristallino quanto fragile.
Dybala, suo malgrado, rischia di trasformarsi in un equivoco. Lo è già stato, per certi versi, la scorsa estate quando, con le valigie pronte per l’Arabia Saudita, ha deciso in extremis di restare a Roma. Una scelta apprezzabile, una storia da calcio romantico. Al netto del sentimentalismo, però, il problema resta. Evidentemente la Roma e De Rossi avevano lavorato su un progetto triennale che, anche per mere ragioni tempistiche, non prevedeva l’argentino. E adesso la palla passa a Juric che eredita un calciatore di classe straordinaria quanto di difficile collocazione tattica. Nel 3-4-2-1 Dybala trova sicuramente posto, ma non permette l’utilizzo di Soulé che non ha nelle corde quel tipo di gioco. Difficile che Juric passi al 4-3-3 e anche lo facesse, rischierebbe comunque, pur recuperando Soulé, di non sfruttare al meglio né l’uno né l’altro perché il rischio di una Roma sghemba sarebbe enorme. Da qualunque parte la si tiri, dunque la coperta è corta.
Mettere in discussione le qualità dell’argentino sarebbe folle. Discutere su quanto possa effettivamente essere utile, in toto, alla causa giallorossa è un argomento scomodo ma attuale. È vero che quando Dybala è sostituito, nella Roma si spegne la luce. È altrettanto innegabile però che sia stata sufficiente la prima settimana di impegni ravvicinati per costringere il tecnico al primo stop. Precauzionale, sia chiaro, ma comunque limitativo. Alla “summa”, dunque, i conti tornano solo in parte: per quanto immensa sia la classe dell’argentino, tanto è precaria la sua posizione. È, come sempre è stato, l’uomo del colpo risolutivo ma non il pilastro né tanto meno le fondamenta di un progetto. Lo dicono i numeri: impossibile pensare a un Dybala presente fisso e costante per una stagione intera.
A proposito di stagioni in giallorosso: l’argentino ha in contratto in scadenza il prossimo giugno. Non si parla più, né sono state mai confermate o smentite le voci su quanto la vicenda fosse vicina alla realtà, dopo le dimissioni dell’ex Ceo Lina Souloukou, del limite di presenze da imporre alla “Joya” per evitare il rinnovo automatico del contratto. Resta da capire, e a questo quesito potrà rispondere solo il tempo, quanto sia invece immerso Dybala nel progetto. Arrivato per abbracciare Mourinho, aveva trovato grande feeling anche con Daniele De Rossi, prima del traumatico addio. Adesso c’è Ivan Juric che propone, come noto, un calcio profondamente diverso. Quanto basta per sollevare il legittimo dubbio su quanto Dybala sia, oltre che professionalmente, anche con i sentimenti a Roma. Le prospettive a breve termine sono nebulose. Anche perché, nell’attuale e mutevole contesto delle stanze di Trigoria, dove tutto sembra scorrere, a volte, anche più rapidamente anche del tempo stesso, ogni scenario è possibile.
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