La vittoria che si meritava Ángel Di María

L’Argentina è solita scegliere un altro protagonista per le sue vittorie in finale: nel Mondiale 1986 dominato da Maradona fu Burruchaga a segnare il gol decisivo, nella Copa América 2021 manifesto della grandezza di Messi, il compito è toccato ad Ángel Di María.

E non poteva esserci scelta miglior per questa sceneggiatura, perché pochi come il Fideo meritavano di segnare il gol che poneva fine al lungo digiuno di titoli dell’Albiceleste. Protagonista in finale, il turno per lui maledetto in cui non è mai riuscito ad arrivare al 100%: il più grande rimpianto è stato non esserci nel Mondiale del 2014, quando per via di un infortunio patito durante la sfida contro il Belgio ha dovuto rinunciare a giocare contro Olanda prima e Germania poi, senza la possibilità di scrivere la storia in un torneo che stava giocando da grande protagonista. Ci fosse stato quella sera al Maracanã forse la storia sarebbe stata diversa, ma per sua fortuna ha avuto una seconda occasione proprio nello storico stadio di Rio.

Nel mezzo altre due finali in cui non ha potuto lasciare il segno: nella doppia vittoria del Cile sull’Argentina, Ángel Di María ha giocato complessivamente meno di 90 minuti, dato che ha dovuto abbandonare il campo preventivamente in entrambe le occasioni.

Meritava una finale in cui poter lasciare la sua impronta, come sempre fatto in questi anni in nazionale. E a rendere più speciale la cosa è stato il fatto che questo protagonismo è arrivato al termine del torneo più difficile della sua carriera, quello in cui ha dovuto fare i conti con delle esclusioni tecniche in cui gli è stato preferito Nico González il più delle volte. Nella semifinale con la Colombia in pochi minuti ha fatto capire a Scaloni perché era lui il giocatore giusto da scegliere per la sfida al Brasile e così è stato premiato: tecnico, esondante, trascinatore. Un gol capolavoro con un pallonetto che ricorda tremendamente quello alla Nigeria che portò l’oro olimpico a Pechino 2008.

Era l’ultimo successo dell’Argentina in un torneo di primo livello e già allora i protagonisti erano i due fenomeni di Rosario. Quelli che avevano più bisogno di vincere la Copa América e che si sono presi la copertina di questo straordinario successo nello stesso teatro della più grande delusione sportiva recente del calcio albiceleste.

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