Jacopo Seghetti da San Miniato, un nome che in città non sarà più associato solo ad un esercizio commerciale in centro, ma anche al calcio. Jacopo, classe 2005, ruolo quarto portiere dell’Empoli, si è ritagliato una serata da incorniciare negli ottavi di finale di Coppa Italia nella sfida contro la Fiorentina. Decisiva, la sua parata su Ranieri, che ha spianato la strada verso la qualificazione ai quarti di finale della competizione.
Chi è Jacopo Seghetti: portiere per vocazione, sulle orme dell’idolo Gigi Buffon e dell’esempio Guglielmo Vicario, che ha avuto modo di incrociare prima che l’ex estremo difensore dell’Empoli andasse a difendere i pali del Tottenham. Seghetti, a differenza di molti suoi colleghi, ha scelto immediatamente la propria strada. La testimonianza arriva direttamente da Giuseppe Fiaschi, ex calciatore della Fiorentina. Si trovava al campo sportivo di San Miniato, a caccia di chi volesse infilarsi i guanti per difendere i pali. Ad alzare il dito fu Jacopo, che sognava di ripercorrere le orme del suo idolo Buffon. Da allora non se li è più sfilati, complice un talento che ci ha messo poco a farsi notare. Dopo appena sei mesi è stato selezionato dall’Empoli, dove ha iniziato la trafila nel settore giovanile. Anche la famiglia lo ha appoggiato nella scelta anche perché ha ritenuto che trasferirsi a pochi chilometri da casa e in una società quasi unica in Italia per crescere e maturare come uomini e calciatori in piena tranquillità, fosse la scelta migliore possibile. Scelta sinora azzeccata.
Seghetti è un ragazzo che ha il fisico perfetto per interpretare il ruolo di portiere. 189 centimetri, strutturato, reattivo fra i pali e coraggioso nelle uscite. La qualità più apprezzata è comunque la concentrazione. Il ragazzo non perde mai lucidità complice soprattutto la capacità di “resettare” rapidamente l’errore. D’Aversa gli ha dato fiducia in Coppa Italia ed è stato ripagato con gli interessi. Seghetti non ha subito la pressione dell’esordio, non ha pagato l’emozione dell’impatto con il calcio che conta, né la freddezza in situazioni complicate. Intervento miracoloso nella sfida contro il Torino su Zapata, bis servito con la Fiorentina. Errorino sul gol di Kean, ampiamente compensato da due prodezze prima su Beltran e poi sull’attaccante della nazionale. La ciliegina sulla torta è il rigore neutralizzato a Ranieri. Esaurita la parentesi di Coppa, Seghetti deve riaprire la valigia ed estrarre dal bagaglio tecnico anche quella umiltà che ha appreso da Vicario. Testa bassa e lavorare, dunque, in attesa della prossima occasione che, è più di una sensazione, arriverà molto presto.
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