L’esordio ribaltato e la prima di Miranchuk: torna la bella Atalanta

Una stagione di esperienza per non ripetere più gli stessi errori. Al primo anno della propria storia in Champions League l’Atalanta si era presentata con una figuraccia a Zagabria contro la Dinamo, oggi invece nel suo secondo esordio di sempre nel torneo trova una prestazione convincente conclusa con una goleada, questa volta per sua fortuna a favore. Come se la cavalcata della scorsa stagione fosse stata sufficiente per capire come rapportarsi al torneo e alle sue insidie, dopo aver affrontato sia le big assolute che le squadre con meno da perdere.

E la trasferta in casa del Midtjylland, realtà emergente in contesti internazionali, ha dimostrato proprio questo cambio di marcia, sul piano tecnico e mentale, della squadra di Gasperini nel torneo. L’Atalanta ha giocato il suo calcio, ha controllato la partita, ha saputo trattare l’avversario europeo come tratterebbe una squadra più debole in Serie A, e il risultato è stato il solito tango di gol. Quattro reti e grande calcio, subito una ventata fresca di gol per dimenticare l’incubo di Napoli dello scorso weekend, una delle peggiori uscite a vuoto della Dea.

Qualche rischio dietro sì, ma nulla di compromettente. D’altronde per una squadra che azzarda così tanto è lecito aspettarsi qualche brivido in ripartenza o qualche marcatura a volte approssimativa: quello sarà lo step successivo per diventare ufficialmente una realtà competitiva in Europa, ma prima bisogna cominciare a rapportarsi a questa competizione senza soffrire troppo il gradino rispetto al campionato. E in questo Gasperini è cresciuto tantissimo, imparando proprio dalle difficoltà del girone d’andata della Champions scorsa.

Oggi la sua squadra ha più fiducia nel giocare queste gare, ha più capacità di inserire uomini differenti in grado di incidere nelle partite. E in tal senso l’esordio con gol di Miranchuk funge da emblema di questo messaggio: il russo è stato aspettato e lanciato al momento giusto, poi ha trovato un gol utile relativamente ai fini del risultato visto che è arrivato a gara già archiviata, ma importantissimo per quanto riguarda la questione morale, suo e di squadra. Una prima buonissima in attesa di giocarsi le partite più importanti contro Liverpool e Ajax, banchi di prova fondamentali per capire se questa Atalanta è effettivamente una squadra già di dimensione internazionale o se serviranno ancora degli step per raggiungere quel livello.

La partita di oggi però dimostra che i progressi rispetto a un anno fa sono netti: Zagabria è lontanissima e la squadra è molto più simile alla sua migliore versione, quella di Valencia, piuttosto che a quella della prima parte di girone. Una conferma importantissima di un processo di crescita decisamente raffinato.

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