Calcio

L’espulsione di Tomori in Empoli-Milan smuove i piani alti della FIGC: è in arrivo il VAR a chiamata?

Gli errori arbitrali e una falla nel protocollo sull’utilizzo del VAR spingono il calcio verso un’importante rivoluzione

È stata una giornata di campionato a dir poco complicata per gli arbitri della nostra Serie A. Mentre Open Var ha completamente scagionato Abisso per il tocco di mano di Gatti in Como-Juve e ha “rimandato” Pairetto per la mancata espulsione di Cacace in Empoli-Milan, è arrivata una bocciatura significativa per Feliciani e il Var Di Paolo, colpevoli di una valutazione errata sulla trattenuta di Sabelli su Sanabria nei minuti finali di Torino-Genoa. Tuttavia, secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, le spiegazioni fornite a Dazn da Elenito Di Liberatore non hanno spento le polemiche, in particolare per il cartellino rosso a Tomori, un caso che ha mostrato i limiti del VAR e che ha scatenato le richieste per rivedere il protocollo. Nel frattempo, si registrano movimenti tra i vertici arbitrali e la FIGC, segno che qualche cambiamento importante potrebbe essere all’orizzonte.

Il VAR a chiamata in Serie A? Ecco cosa c’è di vero

L’appena rieletto presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha dichiarato la sua apertura all’idea di portare in Italia una rivoluzione che in molti chiedono da ormai diversi anni: l’introduzione del VAR a chiamata, una proposta attualmente in fase di valutazione dall’IFAB, l’ente internazionale che definisce le regole del calcio. Ma la domanda resta: sarà possibile implementarlo senza interrompere eccessivamente il flusso del gioco? L’intenzione sarebbe quella di limitarne l’uso a situazioni chiave come gol, rigori ed espulsioni dirette, ma le valutazioni sono ancora in corso. Vediamo, intanto, come sta avvenendo la sperimentazione dell’IFAB.

Cos'è il VAR a chiamataCos'è il VAR a chiamata
Cos’è il VAR a chiamata | Pixabay @MihailDechev – Footbola

 

Come funziona il VAR a chiamata introdotto dall’IFAB

L’IFAB, l’ente internazionale responsabile esclusivamente delle modifiche alle regole del calcio, ha approvato verso la fine del 2024 l’introduzione del “VAR a chiamata” nei campionati professionistici, dopo il successo della sperimentazione durante i Mondiali femminili Under 17, che si sono svolti lo scorso novembre in Repubblica Dominicana. Inizialmente, questa innovazione sarà applicata solo nelle competizioni prive di un VAR completo, ossia nei campi con un numero ridotto di telecamere.

In Italia potrebbe arrivare presto, dato che la FIGC, a ottobre, ha inviato una richiesta ufficiale all’IFAB per poter utilizzare il VAR a chiamata nei tornei giovanili e in Serie C.

Il sistema si chiama “Football Video Support” (FVS) e funziona in questo modo: c’è un monitor a bordo campo che mostra le immagini disponibili, fornite dalle poche telecamere presenti, le quali vengono viste esclusivamente dall’arbitro dopo che uno degli allenatori ha richiesto di rivedere una decisione attraverso la “chiamata” per un’azione controversa. Nel protocollo del FVS, agli allenatori è concesso fare due richieste di revisione rispetto alla decisione iniziale dell’arbitro.

A quel punto, l’arbitro prende visione dell’azione tramite il monitor a bordo campo, con le riprese fornite da un operatore video. Se la revisione porta a una modifica della decisione, la “chiamata” non viene conteggiata tra quelle residue a disposizione dei tecnici delle due squadre.

L’introduzione di questo sistema rivoluzionerebbe, quindi, il mondo del calcio, nel tentativo di placare le polemiche e le proteste, cosa che il VAR “normale” non è riuscito a fare.

Federico Liberi

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