Calcio estero

Liga, il campionato senza democrazia: Real, Barcellona o Atletico

Non solo Serie A: anche la Liga sta già celebrando la sua prima giornata. E se alle nostre latitudini qualcuno si è lamentato del campionato spezzatino, al di là dei Pirenei sono ben oltre il format italiano. La caccia al Real Madrid è iniziata a Ferragosto, con in camp Athletic Bilbao, Betis, Girona, Celta Vigo, Alaves, Las PalmasSiviglia. Le grandi favorite per il titolo di Campione di Spagna, però, scenderanno in campo nel weekend.

La Liga, un campionato uguale a sé stesso da 20 anni

La Liga è uno dei campionati meno democratici d’Europa. Da 20 anni, il titolo non si sposta dalle capitali. Una, del regno di Spagna, Madrid. L’altra della Catalogna, Barcellona. L’unica squadra capace di interrompere la serie è stata il Valencia, capace di imporsi nel 2004. Lo scorso anno, prima di arrendersi alla distanza, ci ha provato, senza successo, il Girona. A tagliare per primo il traguardo, come spesso accade, è stato il Real Madrid che parte con i favori del pronostico anche in questa stagione. Alla squadra capace di vincere in Spagna e in Europa si è aggiunto Mbappé capace di fare la differenza immediatamente nella sfida in Supercoppa Europea. L’unico vero problema di Carlo Ancelotti è quello di trovare una quadra tattica e far coesistere Vinicius, Rodrygo, Bellingham e il talento francese, ma il tecnico italiano è un cattedratico della materia.

Altetico Madrid e Barcellona: i due anti – Real

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Immagine | Epa

Le anti – Real Madrid, come consuetudine, vanno ricercate nella capitale e a Barcellona. L’Atletico Madrid si è affidato per la quattordicesima stagione consecutiva a Diego Pablo Simeone e non ha badato a spese per accontentarlo. Via Morata, dentro Julian Alvarez per una cifra niente male: 75 milioni di euro per risolvere i problemi negli ultimi sedici metri, 144 in tutto considerando anche gli arrivi di Le Normand dalla Real Sociedad e Alexander Sorloth dal Villarreal. Resta da sistemare qualcosa in difesa, dove vanno rimpiazzati elementi del calibro di Savic, Gabriel Paulista ed Hermoso. Il Barcellona ha atteso per piazzare il colpo, dopo aver inseguito e non (ancora) raggiunto a lungo Nico Williams. L’idea era di trasferire in Catalogna la coppia che ha portato la “roja” in cima all’Europa, ma Yamal per adesso si dovrà accontentare del ritorno a casa di Dani Olmo. Il Barcellona lo aveva in Masia, lo ha lasciato andare. Un errore di valutazione costato 55 milioni di euro. Non è la prima volta, ma di solito riaccogliere i figliol prodighi è una scelta premiata dal successo come testimoniano le parabole di successo scritte da Gerard Piqué, Cesc Fabregas e Jordi Alba. La sfida è aperta.

Pasquale Luigi Pellicone

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