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Lucescu, voglia di vendetta

Questa sera alle 21.05 va in scena il il primo atto della semifinale di Europa League tra Shakhtar Donetsk e Siviglia, entrambe le squadre voglio guadagnarsi un posto da protagoniste nella finale che si giocherà a Basilea il 18 maggio. Teatro della sfida sarà l’Arena Lviv di Leopoli , dato che purtroppo lo stadio di Donetsk, ovvero la fantastica Donbass Arena, è ad oggi ancora inagibile dopo aver subito un bombardamento nell’agosto del 2014 durante la guerra.

La favorita di questo doppio confronto sembra essere il Siviglia, capace di vincere le ultime due edizioni dell’Europa League e che punta a calare il tris per entrare nella storia del gioco, tuttavia gli andalusi se la dovranno vedere con l’astuzia di Mircea Lucescu, il demiurgo dello Shakhtar Donetsk.

Lo Shakhtar come lo con conosciamo oggi è a tutti gli effetti una creatura di Lucescu, che negli anni è diventato l’allenatore più longevo sulla panchina del club, superando anche il record, che durava da 44 anni, di Oleg Oshenkov, ovvero colui che regalò i primi successi alla squadra di Donetsk, due Coppe Sovietiche consecutive nel 1961 e 1962, nel corso dei suoi nove anni di reggenza. Quando Lucescu si sedette per la prima volta sulla panchina dello Shakhtar, nel 2004, la squadra ucraina, aveva nella propria bacheca solo sei coppe e un titolo nazionale, quello vinto nel 2002 con alla guida Nevio Scala. Si può quindi con ragione affermare che Minatori sono diventati una grande squadra grazie proprio al tecnico rumeno, capace di vincere 8 campionati ucraini, 5 Coppe e 7 Supercoppe d’Ucraina oltre alla Coppa Uefa nel 2009.

Vincendo una competizione europea, lo Shakhtar, si è iscritto di fatto fra le compagini più forti del continete, ma ora arriva il passaggio più difficile ovvero riuscire a confermarsi ad alti livelli, anche altre squadre provenienti dell’Est Europa come CSKA Mosca, Zenit Galatasaray sono riuscite a vincere la Coppa UEFA, ma nessuna di esse è riuscita poi a ripetersi. Ne hanno quindi ora l’occasione  gli arancionero, che potrebbero peraltro chiudere un cerchio aperto nove anni, quando furono drammaticamente eliminati in semifinale proprio dal Siviglia sempre in semifinale, quando il portiere Palop andò a segnare su azione di calcio d’angolo nei minuti di recupero e poi Javier Chevanton mise a segno la rete qualificazione per gli andalusi nei supplementari. Occasione ghiottissima dunque per Lucescu di salutare l’Ucraina dopo dodici anni, riuscendosi a vendicare di quel grido di gioia spezzato in gola dal 2007, con una seconda Europa League e con la convinzione di aver creato la migliore squadra di sempre dell’Europa Orientale.

Jacopo Formia

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