Il tecnico italiano ritroverà Pellegrini, suo ex allenatore e mentore, nella finale di Conference League del 28 maggio a Wroclaw. “È come un padre professionale per me”
Enzo Maresca l’ha detto senza giri di parole: “Pellegrini è il mio papà calcistico”. E in fondo, questa finale di Conference League tra Chelsea e Betis Siviglia ha tutto il sapore di un romanzo sportivo che chiude un cerchio. Il tecnico italiano, dopo aver battuto il Djurgårdens con un secco 5-1 complessivo (1-0 nella gara di ritorno), affronterà Manuel Pellegrini, allenatore che lo ha cresciuto prima da calciatore a Malaga e poi da assistente tecnico al West Ham.
Un rapporto che va oltre la tattica: “È una persona onesta, sempre trasparente con i suoi giocatori. Da lui ho imparato tantissimo,” ha dichiarato Maresca in conferenza stampa, dove è arrivato in ritardo “perché stava guardando i supplementari del Betis contro la Fiorentina.”
Il Chelsea ha chiuso la pratica senza particolari patemi, ma il tecnico dei Blues aveva occhi solo per la sfida del Franchi. Il Real Betis ha eliminato la Fiorentina ai supplementari, con un complessivo 4-3 che ha fatto esplodere di gioia il tecnico spagnolo e, a distanza, anche Maresca.
“Sono felice che sia proprio il Betis, anche per Pellegrini. È un uomo che rispetto profondamente e sarà un onore affrontarlo in finale,” ha detto.
Il legame tra Maresca e Siviglia è profondo — ma anche potenzialmente spinoso. L’attuale allenatore del Chelsea ha infatti vissuto i suoi anni migliori da calciatore proprio al Siviglia, eterno rivale cittadino del Betis. “Ho giocato quattro anni nel Siviglia, abbiamo anche vinto un derby 1-0 e ho segnato io,” ha ricordato con un sorriso. “So che i tifosi del Betis non mi amano. Ma non ho dubbi: voglio vincere questa finale.”
Un legame che va oltre il campo: “A Siviglia ho conosciuto mia moglie, mio figlio è nato lì. Ma ora sono l’allenatore del Chelsea e voglio alzare questo trofeo.”
Il 28 maggio, a Wroclaw, il Chelsea proverà a chiudere il cerchio europeo: dopo Champions ed Europa League, la Conference diventerebbe il terzo trofeo continentale per il club londinese. Maresca lo sa bene: “Sarebbe un segnale forte per la squadra, per i tifosi, per costruire una mentalità vincente. È un punto di partenza, non di arrivo.”
E se dall’altra parte ci sarà Pellegrini, non sarà certo una sfida d’amicizia: “Ci vogliamo bene, ma io voglio vincere. Lui lo sa.”
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