Mark Noble, la nobiltà di cuore nella metacampo Hammer

Anche nella giornata di oggi il West Ham si è imposto per 0-3 ai danni del West Bromwich Albion, nella trasferta di Birmingham che doveva determinare le vere ambizioni per questa volata finale degli Claret & Blue, dopo una stagione così positiva. Protagonista positivo di questo periodo è Mark Noble, ormai al Boleyn Ground da più di un decennio, e simbolo tangibile di un sentimento Hammer che non si dissolverà anche con il passaggio dal Boleyn Ground all’Olympic Stadium.

Cinque gol in campionato, di cui quattro nelle ultime due. Uno score impressionante per il ragazzo londinese, che sembra aver trovato una strepitosa vena realizzativa dopo una stagione passata a cento all’ora in mezzo al campo. Il suo West Ham sta vivendo un periodo quasi glorioso, ed in particolare in questa stagione la squadra dell’Est di Londra ha stupito tutti gli appassionati di football, portandosi meritatamente in piena zona Europa League, nonchè a ridosso del quarto posto valido per il preliminare di Champions League.

Fin dal 2000 nelle trafile del West Ham, Marky (nome affettuoso appioppatoli dai suoi tifosi) ha condiviso il reparto di centrocampo con numerosissimi giocatori di varie qualità, anche a seconda degli obbiettivi che la sua squadra si prefissava nel pre-stagione. In compagnia di un fantasista come Payet, un giocoliere come Lanzini, e tre bastonatori come Song, Obiang, e sopratutto Kouyatè, questa stagione resterà per molto tempo nella testa di Noble. Il numero 16 sulle spalle, la fascia da capitano al braccio, una maglia granata ed azzurrino e via, si scende in campo a rappresentare dei tifosi mai sazi del vero calcio come si vive in Inghilterra. La bandiera ideale per una squadra che ha sempre riposo fiducia in lui, eleganza ed esplosività, nobiltà ma anche sangue molto caldo.

Una presenza a centrocampo mai invasiva o condita con l’infenzione di “strafare”, piuttosto una spalla su cui ogni giocatore del West Ham sa di potere contare sempre. Mark Noble ha esperienza, ma allo stesso tempo una condizione fisica invidiabile: del resto, nonostante la già lunghissima carriera, ha ancora 29 anni e tutto lascia pensare che lo vedremo ancora per molto indossare la casacca di sempre. Con Kouyatè forma una barriera davvero ardua da superare, e anche grazie al raggiungimento di un equilibrio davvero niente male in tutta la squadra, ha saputo concedersi e conquistarsi anche la gioia di qualche gol e di molte cavalcate offensive. 

Nella speranza di vederlo ancora in situazioni del genere nelle partite future, ammiriamo il suo poker di reti in due giornate, con la convinzione che i tifosi Hammers hanno ben da sperare, con un nobile come lui!

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