Il Milan incassa la terza sconfitta consecutiva e la sfiducia dell’ambiente. L’1-2 con la Lazio allontana i rossoneri anche dall’Europa: momento complicatissimo per la squadra di Sergio Conceiçao, che ha toccato il livello più basso della sua gestione. Nono posto in classifica, superato anche dalla Roma di Ranieri e il rischio di ritrovarsi a vivere un finale di stagione caotico e anonimo.
Quattro punti nelle ultime sei partite. Milan praticamente fuori da tutto, con il salvagente della Coppa Italia. Quando i risultati non arrivano, è inevitabile puntare l’indice sulla gestione tecnica. Sergio Conceiçao, dopo il ko interno con i biancocelesti, è sempre più precario. Anche perché sta perdendo credibilità sotto tutti i punti di vista: l’allenatore rossonero suona la carica prima di ogni partita, ma le prestazioni lo smentiscono quasi puntualmente. Ha ereditato un Milan che continua a dare la sensazione di un gruppo che non è tale, dove i mal di pancia dei singoli sono acuiti dal minimo comune denominatore di scelte che non aiutano a fare chiarezza. Certamente anche la componente ambientale non aiuta, perché giocare in uno stadio che mormora e fischia a ogni passaggio non è facile, ma è una situazione che tutto il Milan, Conceiçao compreso, ha contribuito a creare.
A questo punto della stagione il Milan deve guardare in faccia una realtà brutta ma vera: a questa squadra, o a quel che ne resta, non rimane che il salvagente della Coppa Italia, la strada che, almeno sulla carta, è la più breve per centrare, perlomeno l’Europa League. La doppia semifinale con l’Inter, è l’ultima grande occasione per dare un senso alla stagione, ma anche per affossarla definitivamente. Superare i nerazzurri restituirebbe al gruppo entusiasmo e autostima, nonché la ragionevole certezza di presentarsi in finale contro Bologna o Empoli da favorita. Uscire dal doppio confronto nella stracittadina aprirebbe una voragine che potenzialmente rischia di risucchiare allenatore, giocatori e dirigenza.
Resta da capire se per quella data Sergio Conceiçao sarà ancora sulla panchina del Milan. La sensazione è che il tecnico portoghese abbia incassato una fiducia a termine, nel senso più pieno… del termine. È oggettivamente difficile trovare alternative a questo punto della stagione, con soli due mesi di calcio davanti e pochissime prospettive. È molto probabile, al limite del certo, che le strade del Milan e del tecnico portoghese si separeranno. L’allenatore ha parlato di orgoglio e senso di appartenenza, ha difeso per la prima volta il gruppo. Parola d’ordine, dunque, compattare l’ambiente e cercare di salvare il salvabile, per chiudere dignitosamente una delle annate peggiori degli ultimi anni. E poi ognuno per la sua strada.
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