La partita perfetta di Mourinho e un City da ricostruire

Un anno dopo il suo arrivo al Tottenham, José Mourinho è esattamente dove voleva essere, in cima alla classifica della Premier League. La partita quasi perfetta contro il Manchester City guidato dal suo rivale di sempre è stata a tutti gli effetti la concretizzazione di un piano cominciato il 20 novembre 2019: sostituire Mauricio Pochettino nei cuori dei tifosi Spurs era una missione difficile, ma tutto sommato portata a a termine.

E il lavoro del portoghese si vede innanzitutto nelle azioni che hanno portato al definitivo 2-0, due perfette dimostrazioni della sua idea di gioco. Son rompe gli indugi dopo 5 minuti con un contropiede quasi inaspettato e che ha colto di sorpresa la difesa del City, Giovani Lo Celso poi ha chiuso la partita con un gol che potrebbe entrare nel libro dei record per la sua rapidità. Sì, perché l’argentino è entrato in campo al 64′ e ha impiegato poco più di 30 secondi per chiudere la partita con il primo pallone ricevuto. Casualità? No, è soltanto il tipo di movimento che chiede Mourinho: velocità di azione e di pensiero, attenzione massima in difesa con Alderweireld e Moussa Sissoko che hanno contenuto alla perfezione Gabriel Jesus e Ferran Torres e il giusto intuito per colpire in contropiede.

Il Tottenham è riuscito ad applicare tutto questo anche in una partita così difficile, contro un avversario che ha fatto di tutto per imporre il suo gioco. Questa volta però il possesso palla forzato di Pep Guardiola e la grande qualità del suo attacco non sono bastati contro una squadra determinata a vincere a tutti i costi. Il Manchester City ne è uscito fuori con le ossa rotte e con la consapevolezza di essere totalmente dipendente da Kevin De Bruyne: da quando David Silva ha deciso di far ritorno in Spagna, al belga sono state affidate le chiavi della squadra e il compito di diventare il nuovo “mago”, ma l’impressione è che tutta questa pressione sia diventata troppo pesante da trasportare da solo.

In generale i Citizens di questa stagione sono una squadra atipica, diversa da quella che fino a un anno fa vinceva le partite con punteggi tennistici. In 8 giornate di campionato hanno segnato 10 gol e incassato 11 e adesso l’undicesimo posto in classifica porta a galla tante domande alle quali Guardiola dovrà dare presto una risposta convincente. Intanto il suo rivale di sempre può guardare tutti dall’alto: Mourinho ha finalmente costruito il Tottenham sulla sua impronta ed è pronto a lanciare la sfida all’ex Chelsea senza nessuna paura.

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