Non facciamone una tragedia

La maniera di vivere la Nazionale in Italia è davvero curiosa. Cambi d’umore continui, dall’euforia più sfrontata a un disfattismo quasi completamente ingiustificabile. Non si è fatto in tempo a passare dall’inebriante vittoria degli Europei che si è sentito immediatamente il bisogno di gettare attorno a questa squadra l’alone della negatività, trasformando in tragedia una situazione che fino a prova contraria rimane favorevole.

L’Italia ha pareggiato con la Svizzera nel match decisivo, ha avut l’opportunità di vincere e l’ha sprecata sbagliando un calcio di rigore che avrebbe portato i 3 punti anche considerando il minuto in cui è stato calciato. Ma perché tutta questa negatività? L’Italia è ancora prima nel girone, solo per differenza reti sì, ma è prima e ciò significa che dovrà essere rimontata. Andrà a giocare la sua ultima partita in Irlanda del Nord conscia che la Svizzera con la Bulgaria dovrà vincere con due gol di scarto in più, una situazione che non sembra così macabra rispetto a come viene descritta.

Spulciando tra social e commenti privati sembra ci sia quasi rassegnati all’idea di dover disputare un’altra volta lo spareggio, che peraltro rispetto alla precedente edizione è anche cambiato con un sistema un po’ più complicato fatto di due turni e non uno solo. Ma perché? Perché c’è tutta questa fiducia in una goleada della Svizzera contro la Bulgaria e non altrettanta per l’Italia contro l’Irlanda del Nord? Perché stiamo facendo passare la situazione come se fossimo in posizione di svantaggio? Veramente difficile da spiegare, ma il clima attorno alla nazionale è spesso questo, sempre più pessimista rispetto a quando i tifosi guardano i loro club, quasi come se guardando l’Azzurro si trovasse più conforto nel dolore che nelle soddisfazioni. D’altronde per una nazionale abituata a presenziare a tutti i tornei (almeno fino all’ultimo Mondiale) fa più clamore una qualificazione mancata rispetto a una ottenuta, è più forte il rumore del botto piuttosto che quello di un traguardo che di solito non viene nemmeno festeggiato.

Un’estate di gioia e di soddisfazioni, allietata anche da una versione estetica della squadra praticamente mai vista nella storia, sembra avere il bisogno di essere compensata da un malcontento popolare che in qualche modo va alimentato. E se quattro anni fa ce ne era pieno diritto viste le brutte figure anche extra la doppia sfida con la Spagna, stavolta sembra esserci un pessimismo forzato, quasi auto-imposto. Ed è qualcosa che non fa bene alla squadra, per niente: più che “portare sfiga“, qualcosa che non può essere contemplato in un’analisi, questo tipo di sfiducia può avere un impatto morale sul gruppo, che può inconsciamente convincersi di non essere in grado di andare in Irlanda del Nord a fare 2 gol, situazione che obbligherebbe (anche in caso di 2-1 visto che il secondo criterio è quello dei gol fatti) la Svizzera a farne 4 alla Bulgaria. Poi anche la stessa Bulgaria, una squadra che ha dimostrato di saper svolgere una buona fase difensiva, non sta ricevendo il giusto trattamento, come se fosse una Gibilterra qualsiasi, cosa che non è affatto come si è visto in entrambe le partite con gli Azzurri, quantomeno sul piano difensivo.

Poteva andare meglio, sicuramente. In fondo sarebbe bastato segnare un rigore nei due tentativi tra andata e ritorno e non avremmo avuto problemi. Ma comunque siamo primi e in posizione di vantaggio, con un match in Irlanda del Nord da vincere per riprenderci il nostro posto al Mondiale e mettere a dormire, almeno per il 2021, questo senso di tragedia forzata che accompagna costantemente la Nazionale.

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