Non solo Iago Aspas: il Celta Vigo promette bene

Dopo una stagione che definire da dimenticare sarebbe un eufemismo il Celta Vigo è ripartito alla grande ottenendo quattro punti nelle prime due giornate di Liga. Oltre ai risultati, però, la sensazione è che Óscar García Junyent sia riuscito a dare alla squadra quella stabilità mentale che mancava lo scorso anno. Infatti nella passata stagione il tecnico, subentrato a novembre al posto di Fran Escriba, ha certamente modificato la situazione del club senza però riuscire ad ottenere miglioramenti significativi.

Adesso la situazione sembra completamente opposta. I celestes giocano un gran calcio e possono contare, ma questa non è una novità, su un’ottima rosa. Ai vari Iago Aspas, Nolito e Hugo Mallo si è aggiunto, o meglio è tornato, anche Emre Mor il quale, al netto di un talento sconfinato, sta cercando di dimostrare di aver messo la testa a posto. La sensazione è che finalmente a Vigo siano pronti a godersi una stagione tranquilla che, con un po’ di fortuna, potrebbe diventare memorabile, lasciando da parte le ultime annate da incubo che hanno spaventato e non poco il pubblico del Balaidos.

Iago Aspas è sempre la luce del Celta Vigo

L’uomo simbolo di questo club, neanche a dirlo, è Iago Aspas. L’attaccante spagnolo è il totem dei celtisti ed ogni anno non fa mai mancare il suo apporto sia per quanto riguarda le realizzazioni che per la leadership che trasmette. Nelle ultime cinque stagioni ha realizzato 79 gol in Liga (105 in totale nel campionato spagnolo) ma non sembra volersi fermare come testimoniano le due reti nelle prime due gare di campionato. Dopo il pareggio contro l’Eibar infatti, l’ex Liverpool è salito in cattedra con una doppietta che è servita ai celestes per avere la meglio sul Valencia.

Passano gli anni, ma Iago resta. Quando tutto sembrava farsi più cupo è stato sempre lui a trascinare la squadra fuori dalla zona rossa e ora sembra pronto ad un ulteriore passo in avanti. Difficile, quasi impossibile, ipotizzare quale sarà il campionato della squadra di Vigo, sicuramente però il fulcro del gioco di Óscar García sarà sempre Aspas, garanzia di gol e amore per la maglia. Se contro il Valladolid dovesse segnare raggiungerebbe quota 104 con la maglia del Celta raggiungendo Manuel Hermida Losada, leggenda del club e primo marcatore all-time.

Le novità del Celta Vigo

Se, come scritto precedentemente, la formazione di Vigo era già composta da ottimi talenti, il Celta si è rinforzato ulteriormente sul mercato. Innanzitutto è tornato alla base Emre Mor dopo il prestito non particolarmente felice della scorsa stagione al Galatasaray. Invece i nuovi acquisti sono stati tre. Dal Feyenoord è arrivato a parametro zero Renato Tapia. Titolare nelle prime due gare della stagione si è rivelato subito un giocatore molto utile, capace di fare tanta sostanza in mezzo al campo. Sempre al termine del contratto anche Alvaro Vadillo ha deciso di firmare con la squadra di Vigo e sarà una soluzione utile per far rifiatare la squadra.

Per quanto riguarda il capitolo giovani va segnalato l’acquisto dal Real Madrid del classe 2000 Miguel Baeza, subentrato in entrambe le gare e particolarmente ispirato contro il Valencia dove solo il palo gli ha tolto la gioia del gol. Il Celta è da sempre una squadra molto attenta alla propria cantera e cerca di inserire in rosa sempre dei ragazzi interessanti: quest’anno i prescelti sembrano essere Miguel Rodriguez e Gabri Veiga, il quale ha esordito in Liga proprio nell’ultimo turno.

Il ritrovato Emre Mor

L’equazione talento = carriera brillante è ricca di incognite troppo spesso sottovalutate o che si pensa possano essere cancellate dal tempo. Una di queste è sicuramente la mentalità del ragazzo in questione. Nel caso di Emre Mor si può dire che nei primi anni di carriera ha dimostrato di essere una testa calda a tal punto che il Celta ha provato a vendere il turco nato in Danimarca. Poi però è arrivata la redenzione con tanto di ammissione di colpa. Sicuramente uno step verso la maturità ma, tanto nel calcio quanto nella vita, i fatti valgono più delle parole.

Così l’ex Dortmund si è presentato con i migliori propositi alla preparazione dei Celestes ed ha convinto Óscar García a dargli una chance. Nelle prime due giornate è stato uno degli uomini più attivi della squadra, impensierendo sempre le difese avversarie. Il Celta Vigo si illumina quando Mor si accende e se due gare non sono sufficienti sicuramente tre indizi faranno una prova. Il turco classe 1997 è chiamato a confermarsi – e ad affermarsi – ma i buoni presagi si stanno trasformando nella realtà dei fatti.

La trasformazione di Emre Mor non è stata solo un fatto personale. Il ragazzo si è affidato all’ex calciatore danese ed ora Mental Coach, Kim Boye. L’autore del libro “Den Mentale Krieger” è stato al fianco dell’ex Dortmund per tutta l’estate cercando di migliorare la sua attitudine. Non solo, il turco ha curato la sua preparazione fisica con Mads Tömörkényi, specialista di biomeccanica che ha completamente cambiato il suo fisico come si può vedere nella foto sottostante.

 

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Structural gains in 11 days. Treating the body holistically gives you the advantage of digging twice as deep and actually solve problems. Seeing and feeling the intangible opens up another world of opportunities. Because the problem in this case wasn’t physical. So if the treatment revolves around what you can see and touch, then good luck fixing the issue. Psychological stress mirrors in the physical engine. This is why fixing psychological trauma is settled in the body, as well as fixing physical pain is settled in the mind. Emre’s issues was well reflected in his body. Countless restrictions tilted several parts of the body in all different directions. Freeing his body from these traumas is what opened up for his performance, recovery and mental clarity. Look closely and you’ll still be able to find the restriction, as the duration of such a process will be longer than 11 days. Although clearly improved and immensely less stressed.

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Una difesa rigenerata

La scorsa stagione il Celta ha chiuso con 49 gol subiti (e 37 fatti), non troppi ma sicuramente più del previsto e del prevedibile. La difesa dei celestes infatti può contare su ottimi nomi. Il portiere, Ruben Blanco, è un ottimo mestierante e appena tornerà dall’infortunio – nel frattempo Villar se la sta cavando bene – sarà il titolare. Il capitano della squadra, Hugo Mallo, non ha bisogno di presentazioni e dopo i tanti dolori fisici si è ripreso la fascia destra. Al centro guida la linea Murillo, preso nuovamente in prestito dalla Sampdoria, che ha dimostrato come la Liga sia il suo campionato di riferimento; mentre a sinistra c’è sempre Lucas Olaza, in prestito dal Boca Juniors anche se sembra probabile che le parti possano trovare un accordo.

Insomma, una linea arretrata certamente superiore rispetto alle squadre in lotta per non retrocedere. Ciò nonostante durante la scorsa stagione le difficoltà sono state troppe: la mancanza di coesione e la distanza tra i reparti ha più volte condannato la formazione di Óscar García alla sconfitta. La musica, però, sembra essere cambiata e nelle prime due gare il Celta ha preso solamente un gol (da parte dell’ex Maxi Gomez), un ottimo inizio che fa sperare bene per il futuro.

Nolito, l’arma in più del Celta

A chiudere il tridente di Óscar García c’è uno dei giocatori spagnoli più sottovalutati degli ultimi anni, Nolito. Dopo quasi quattro stagioni lontano da Vigo, durante le quali è passato per Manchester sponda City e Siviglia, l’esterno è tornato nella società che lo ha reso grande. Nelle tre stagioni in Liga con la maglia dei celestes ha realizzato 39 gol e 22 assist, cifre veramente incredibili. Si è presentato al Celta lo scorso giugno e nell’ultima tranche di campionato ha messo subito a segno due centri molto pesanti che si sono rivelati decisivi per la salvezza. Adesso ha già ingranato la marcia giusta ed il passaggio preciso a Iago Aspas nel primo gol contro il Valencia ne è la dimostrazione.

In conclusione il Celta Vigo è una squadra più che buona che dovrà provare a far dimenticare la stagione passata e cercare di stare sempre a ridosso del settimo posto per provare ad agguantare la qualificazione nella prossima Europa League. I mezzi ci sono e, se il buongiorno si vede dal mattino, i tifosi celestes potranno gioire a lungo quest’anno.

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